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 2024  luglio 26 Venerdì calendario

QUEL CHIACCHIERICCIO SU OBAMA E KAMALA - I DUE SI CONOSCONO DA DECENNI. LEI ERA STATA TRA I PRIMI SOSTENITORI DELLA CAMPAGNA DI BARACK NEL 2008, SCHIERANDOSI CONTRO HILLARY CLINTON - LUI L’AVEVA APPOGGIATA NELLE ELEZIONI PER DIVENTARE PRIMA PROCURATRICE GENERALE DELLA CALIFORNIA E POI SENATRICE - UN RAPPORTO COSI’ STRETTO DA FAR NASCERE MOLTI PETTEGOLEZZI. IL RAPPORTO SI E' CONSOLIDATO DURANTE L’AMMINISTRAZIONE BIDEN, AL PUNTO CHE SECONDO ALCUNI ERA STATO PROPRIO BARACK A SUGGERIRE LA SCELTA DI KAMALA COME VICE - QUANDO OBAMA DISSE DELLA HARRIS: “E’ IL PROCURATORE GENERALE PIU’ ATTRAENTE DEL PAESE…” -

Perché Barack Obama non ha ancora appoggiato pubblicamente la candidatura alla Casa Bianca di Kamala Harris? La televisione Nbc scrive che la sua dichiarazione di sostegno è imminente […] È condivisa dalla moglie Michelle […] Il New York Post , citando fonti vicine alla famiglia di Joe Biden, scrive che l’ex presidente è stato finora cauto perché non pensava che Harris fosse la candidata giusta per battere Donald Trump, e quindi sperava in un processo di selezione aperto per consentire di scegliere una persona con più probabilità di vincere. Obama conosce Harris da decenni.

Lei era stata uno dei primi sostenitori della sua campagna nel 2008, correndo quindi il rischio di schierarsi contro Hillary Clinton, mentre lui l’aveva appoggiata nelle elezioni per diventare prima procuratrice generale della California e poi senatrice. Erano seguiti anche gli inevitabili pettegolezzi. Il rapporto si era consolidato durante l’amministrazione Biden, al punto che secondo alcuni era stato proprio Barack a suggerirgli la scelta di Kamala come vice, mentre lui si stava orientando verso la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer.

Il New York Post è di proprietà della famiglia Murdoch e quindi sulle sue notizie grava sempre il sospetto che siano pilotate per favorire la causa conservatrice. Mercoledì, citando una fonte anonima vicina alla famiglia Biden, ha scritto che Obama non ha appoggiato immediatamente Harris perché non ritiene che sia la persona giusta per battere Trump.

Ha debolezze politiche, legate ad esempio al ruolo avuto nella gestione degli arrivi al confine degli immigrati illegali, e personali, come aveva dimostrato la sua fallimentare campagna presidenziale nel 2020. Barack teme che non sia all’altezza del compito e durante i comizi, o peggio ancora durante i dibattiti, che finisca per fare o dire qualcosa che comprometterà la sua sfida a Donald, che intanto sta già cercando di definirla e bocciarla come un’estremista liberal, accusandola di essere la vera anima di tutti i provvedimenti sbagliati dell’amministrazione Biden.

Perciò Obama favoriva il processo aperto che avrebbe permesso di puntare su un’alternativa, e si è infuriato quando Joe ha appoggiato Kamala, mettendo in moto il blitz per rendere inevitabile la sua nomina. La Nbc , con un articolo firmato dalla veterana della Casa Bianca Carol Lee, riporta invece una versione opposta. Obama ha già parlato con Harris in varie occasioni […] Le ha dato consigli per mettere in piedi rapidamente la sua campagna e si è messo a disposizione […]

[…] Il motivo del ritardo di Barack starebbe nel ruolo che vuole ritagliarsi nel Partito democratico, e soprattutto in ciò che considera più utile per vincere. Lui non voleva oscurare Joe durante l’annuncio e Kamala nei primi giorni di campagna, per non sottrarre a loro l’attenzione. Poi intendeva preservare almeno una parvenza di processo democratico, aspettando che i delegati alla Convention di Chicago si esprimessero. Infine vuole presentarsi come il padre nobile del partito che sancisce l’unità e lancia la sfida contro Trump. […]