il Fatto Quotidiano, 25 luglio 2024
Taormina è sotto inchiesta a Napoli. I pm: “Brigò per il falso di una teste”
Una testimone accusa in aula tre carabinieri sostenendo che, nel corso di un interrogatorio, le avrebbero messo in bocca parole che non ricorda di aver pronunciato. Il tutto perché uno degli imputati del processo “Aste ok” le avrebbe promesso “un’imprecisata somma di denaro” “in concorso e d’intesa” con un noto avvocato. E chi è, secondo le accuse, costui? Carlo Taormina. Ex sottosegretario del Berlusconi II, già legale di Bettino Craxi e Giulio Andreotti, oggi difende la giudice sotto procedimento disciplinare che, registrando la consigliera Rosanna Natoli, ha fatto esplodere l’ennesimo scandalo del Csm. Ora Taormina è indagato a Napoli per concorso in calunnia, falsa testimonianza, corruzione in atti giudiziari con l’aggravante di “aver commesso i fatti al fine di agevolare un’associazione camorristica”. Accuse pesanti, da dimostrare, di fronte alle quali l’avvocato si dice “esterrefatto”.
Il suo nome viene fuori dal decreto di perquisizione del 1° luglio 2024 del pm Henry John Woodcock a carico di Daniela Marra. Accusata degli stessi reati contestati a Taormina, a settembre 2022 era stata sentita come testimone in aula in “Aste ok”, un processo che era in corso in primo grado ad Avellino e che riguarda una presunta infiltrazione camorristica che avrebbe messo le mani sul settore delle aste immobiliari. Secondo i pm, con altre due persone, in aula e “in concorso e d’intesa con Gianluca Formisano (imputato del processo ‘Aste ok’ con l’accusa di estorsione, ndr) e Carlo Taormina”, Marra avrebbe incolpato, sapendoli innocenti, tre carabinieri che l’avevano sentita in precedenza come persona informati sui fatti. Il tutto, per i pm, per “agevolare l’associazione di tipo camorristico” operante nel settore delle aste immobiliari. La procura contesta a Marra, Taormina e Formisano anche il concorso in corruzione in atti giudiziari: incolpando i carabinieri e poi decidendo di non presentarsi parte offesa nel processo, Marra “si faceva promettere da Formisano, in concorso e d’intesa con Taormina (direttamente latore di tale promessa) utilità, e segnatamente una imprecisata somma di denaro”. Le dichiarazioni contestate a Marra risalgono al 30 settembre e 28 ottobre 2022, quando viene sentita in aula nel corso del processo principale. Il pm le legge alcune dichiarazioni in un verbale redatto dai carabinieri di Avellino il 18 aprile 2021, ma Marra dice di “non ricordare di aver fatto tali affermazioni”. Gli atti vengono così trasmessi alla procura di Avellino che indaga i tre carabinieri e poi li archivia. Un altro procedimento viene invece incardinato a Napoli, dove i pm scelgono di iscrivere anche Taormina. Nell’indagine di Woodcock viene sentito a sommarie informazioni anche l’avvocato di Avellino Gerardo Perillo (oggi legale di fiducia di Marra), il quale il 29 gennaio 2024, dice: “Marra (…) mi disse che non intendeva più costituirsi parte civile e che le era stato proposto un accordo da parte di Formisano che sarebbe dovuto avvenire tramite l’avvocato Taormina, difensore del suddetto Formisano soggetto imputato (con altri)” di un’ipotesi di reato “che la vedeva come parte offesa, nel senso che, per quanto mi disse la Marra, le erano stati offerti dei soldi”. Nel decreto di perquisizione si fa anche riferimento a una chat tra Marra e l’avvocato Perillo. Il 9 luglio 2021 a Marra che gli comunica che non sarebbe passata in studio, Perillo risponde: “Faccia quello che ritiene più opportuno! Mi auguro che non sia stata attenzionata da qualche lestofante!”. Il 29 gennaio Perillo spiega questa frase così: “Intendevo dire che ritenevo tale accordo che gli era stato proposto da stipularsi tramite Taormina assolutamente ‘improprio’…”.
Contattato dal Fatto Taormina respinge tutte le accuse: “Mai saputo di somme di denaro promesse e mai fatto da tramite per alcun accordo. Io Marra l’ho vista una sola volta nel luglio 2021 perché dovevo sentirla come testimone. Come potevo proporre dei soldi se non la trattavo? È una cosa di una gravità inaudita. A me, poi, non è stato notificato nulla, evidentemente è un atto di garanzia nei miei confronti. Io di quello che fa Forminsano non so nulla, di certo non gli ho fatto da tramite”. Taormina si chiede: “Mi stanno facendo un atto per quello che è accaduto adesso con il Csm?”, ma in realtà la perquisizione è precedente. E l’avvocato annuncia battaglia: “Denuncio tutti”.