Corriere della Sera, 24 luglio 2024
Roma senza gelo. Milano, da 21 a 71 le notti tropicali
Più notti tropicali e inverni senza gelo. In Italia fa molto più caldo rispetto a 40 anni fa e la proiezione sul 2030 mostra come l’anomalia di oggi sarà la normalità. Ecco il dossier sul clima.
Quarant’anni di dati, ora per ora, dal 1 gennaio 1985 al 31 dicembre 2023, per 108 capoluoghi di provincia italiani analizzati. Un lavoro imponente, realizzato dai meteorologi de iLMeteo.it in esclusiva per il Corriere – che oggi pubblichiamo qui sul quotidiano e in contemporanea sul sito www.corriere.it con schede e format interattivi —, che fondamentalmente ci dice una cosa: in Italia fa molto più caldo rispetto a 40 anni fa e la proiezione sul 2030 ci mostra che quella che oggi è considerata un’anomalia diventerà invece la normalità.
«Negli ultimi 40 anni abbiamo registrato temperature in costante aumento, con un’impennata negli ultimi cinque anni», spiega Lorenzo Tedici, meteorologo responsabile media de iLMeteo.it, tra gli autori del rapporto insieme a Mattia Gussoni.
Il metodo
L’esito della ricerca, basata sulla raccolta di 185 milioni di dati e articolata attraverso cinque parametri – temperatura media annuale, anomalia della temperatura media mensile, notti tropicali, ovvero quando la minima non scende mai sotto i 20 gradi, giorni di gelo e caldo estremo – è in effetti impressionante: in Italia è come se fosse ormai sparito il freddo.
Due facce
D’altronde, come spiega lo stesso Gussoni, «stiamo pompando in atmosfera quantità esorbitanti di gas ad effetto serra (a causa soprattutto della combustione dei combustibili fossili) come l’anidride carbonica (CO2), il metano e il protossido di azoto; questi gas svolgono un ruolo cruciale nell’impedire che una parte dei raggi solari (calore) venga riflessa nello spazio, rimanendo quindi intrappolata nell’atmosfera terrestre. Questo provoca un aumento delle temperature in tutte le stagioni con conseguenze dirette anche in Italia: dalla fusione dei ghiacciai sulle Alpi, alle lunghe fasi siccitose fino alle estreme ondate di caldo provocate dalla sempre più frequente presenza dell’anticiclone africano, anch’essa correlata al riscaldamento globale».
Più caldo sì, ma anche più eventi meteo estremi come grandinate, nubifragi e alluvioni lampo, perché con il caldo aumenta l’energia potenziale in gioco (ovvero, maggiore calore come combustibile per i nubifragi, un mix micidiale per lo sviluppo di imponenti «supercelle»). Due facce della stessa medaglia.
Le città
Analizzando i dati in profondità, si scopre che il capoluogo che ha fatto registrare il maggiore aumento della «temperatura media annuale» è Rieti, che è passata da un valore di circa 13 gradi negli Anni 80 a oltre 17 ai giorni nostri, con un incremento di ben 4 gradi centigradi. La città laziale è seguita da Forlì, Reggio Emilia, Cuneo (passata da 9,6 °C a 12,5) e Parma. Per quanto riguarda le grandi città, Torino con +2,2 gradi è al 19° posto dell’elenco dell’incremento delle medie annuali (da 12,8 a 15 gradi), Milano 36ª con +1,9 °C, Roma 41ª con +1,8, Napoli e Firenze oltre la 70ª piazza con +1,3 °C.
Temperatura mensile
Invece, se si analizzano le medie mensili, il mese più «anomalo» è giugno: l’estate inizia sempre prima e finisce più tardi, ormai dura almeno 5 mesi: il mare immagazzina più calore – lo scorso inverno era già 4 gradi sopra la media – con il risultato che giugno registra in certi casi fino a 8 gradi in più rispetto al periodo di riferimento. Nel dettaglio sono proprio gli anni dal 2015 in avanti a registrare le anomalie più forti (calde): un segno inequivocabile di un cambiamento climatico in atto che sta già presentando il conto in molte delle nostre città.
Notti calde
Si arriva a uno degli indicatori più emblematici, quello delle notti tropicali, che – come sottolinea Tedici – «hanno avuto un incremento esponenziale». «Bergamo è la città dove sono aumentate di più: da 8 nel 1985 (mediamente) a 62 negli anni Venti del nostro secolo. A Milano di media da 21 a 71 (nel 2023 sono state 65, la proiezione è di 80 nel 2030), a Roma da 51 a 84: significa tre mesi interi con temperature minime che non scendono mai sotto i 20 gradi. A Padova di media si registrano oggi 44 notti tropicali in più rispetto agli anni 80; a Bologna +31. A Napoli nel 1985 furono 48, nel 2023 sono arrivate a 93». Forte incremento anche del caldo estremo, ossia i giorni con temperature massime superiori ai 35 gradi: a Firenze si è passati da 7 giorni negli anni ottanta ai 26 medi attuali, a Bolzano da uno a sette, il record a Caltanissetta: +27.
Inverno addio
L’aumento delle notti tropicali e dei giorni di caldo estremo va di pari passo con la diminuzione dei giorni di gelo (minima inferiore a zero): a Milano erano 47 nel 1985, sono stati 14; a Roma da 25 a uno all’anno. «La tendenza dice che nella Capitale nel 2030 il termometro non andrà più sotto lo zero». L’area più colpita è comunque il Nord, dove le giornate di gelo localmente si sono ridotte del 60-70% rispetto agli Anni 80.