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 2024  luglio 24 Mercoledì calendario

Dove nasce una medaglia


PARIGI – Ritratto di gruppo con Italia. Alla ricerca delle culle olimpiche. Gender gap (quasi) risolto: 194 donne contro 209 uomini. Totale: 403. Vabbè non siamo l’America olimpica che per la quarta volta consecutiva è più femmina (314 donne e 278 uomini). Vogliamo dare ragione o smentire il cancelliere austriaco Klemens von Metternich che nel 1847 definiva l’Italia una mera “espressione geografica”? Ma il made in Italy sportivo dove nasce? E c’è un Dna delle regioni che ha più successo delle altre? Alla scoperta di chi traina di più. Ma soprattutto: esiste una questione meridionale anche nello sport? Intanto è un’Italia aperta: 36 maglie azzurre a Parigi sono nate all’estero, non è una novità, a Tokyo 2020 erano anche di più, 46. Il Nord domina con la Lombardia che manda 70 atleti, seguono il Lazio 43, la Toscana 38, il Veneto 32, l’Emilia-Romagna 28. La Campania con 25 è leader del Sud. In coda Calabria 5, Abruzzo e Basilicata 2. Primo e secondo posto sono invariati rispetto all’edizione in Giappone, cambia solo il terzo dove la Toscana supera il Veneto. Dove si nasce non lo decidiamo noi e non è un merito dare i natali ai campioni, un po’ conta il caso, un po’ le strutture (c’è bisogno di un ospedale), la natura, la facilità di spostamento. Due sono le regioni assenti a Parigi: la Val d’Aosta e il Molise. Peccato per quest’ultimo che a Tokyo aveva mandato per la prima volta sul podio un’atleta in uno sport individuale. Maria Centracchio, judoka, che subito dopo il bronzo nella categoria -63kg aveva urlato «Il Molise esiste e mena forte». Suo padre aveva una palestra di judo, era un maestro e sua madre e suo fratello praticavano la disciplina. Prima di lei avevano vinto una medaglia Aldo Masciotta da Casacalenda nel ’36 a Berlino, argento a squadre nella sciabola, e il pallavolista Pasquale Gravina, argento ad Atlanta ’96 e bronzo a Sydney 2000.
Dal Sud, isole comprese, vengono in 66, il 16,37% del totale, mentre queste stesse regioni, Campania, Molise, Calabria, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna, rappresentano più del 31 per cento della popolazione italiana. E a Tokyo in 17 su 69 hanno vinto una medaglia. Il sud con meno impianti e minor base di reclutamento vince di più, ma la verità è che a soffrire è soprattutto la periferia, ovunque essa sia. Jannik Sinner per giocare a tennis è dovuto scendere dalle montagne di San Candido, in provincia di Bolzano, fino in Liguria (Bordighera) per poi spostarsi a Montecarlo. Si lascia casa per emigrare altrove. Si va presso i centri federali, dove ci sono situazioni migliori o dove batte il cuore. Il nuotatore Gregorio Paltrinieri da adolescente ha lasciato Carpi, provincia di Modena, per Roma, la pugile Irma Testa da Napoli si è trasferita ad Assisi, la nuotatrice Benedetta Pilato da Taranto a Torino, la tuffatrice Chiara Pellacani da Roma è andata a Miami, la marciatrice pugliese Antonella Palmisano da Mottola a Ostia, lo stesso Marcell Jacobs dopo una vita a Desenzano, in provincia di Brescia, si era spostato a Roma e ora è in Florida. Molto dipende anche dalla scelta delle rispettive federazioni tra accentramento e decentramento. Il marchigiano Gianmarco Tamberi, oro olimpico nel salto in alto, si è sempre allenato a casa mentre lo schermitore (fioretto) Tommaso Marini ha percorso solo qualche chilometro, da Ancona a Jesi. In Campania l’ostacolista Alessandro Sibilio corre nello stadio Maradona a Napoli, è restato a Siracusa anche il velocista Matteo Melluzzo. L’ultimo censimento degli impianti di Sport e Salute è del 2020, (in aggiornamento) e testimonia uno squilibrio: 52% al Nord, 26% al Sud, 22% al Centro. Le strutture sportive in Italia sono 77 mila e 142 mila gli spazi di attività (playground, parrocchie, campi comunali). 1,32 impianti e 2,44 spazi ogni mille abitanti. Per il futuro il programma è di investire dove c’è una vocazione del territorio. Non a caso e ovunque ma dove c’è un campione, una scuola, una tradizione di eccellenza. Si piantano vigne dove il terreno ha già garantito buoni raccolti, senza sperimentazioni azzardate. Pts, società di consulenza strategica e direzionale, ha svolto uno studio che tiene conto del rapporto tra atleti in gara e popolazione (tra i 15 e 50 anni). E a vincere è la provincia di Oristano che conta meno di 57 mila abitanti. Con 4 atleti: il velocista Lorenzo Patta, il canottiere Stefano Oppo, il sollevatore Sergio Massidda, la pallavolista Alessia Orro, Savona è invece la provincia che porta in Francia più donne, la culla del talento al femminile. Le radici contano, i frutti di più.