il Fatto Quotidiano, 23 luglio 2024
L’insostenibile leggerezza del Consiglio superiore della magistratura
Nella ciclica crisi di credibilità in cui versa il Csm, questa volta non s’intravede rimedio se non le dimissioni di Rosanna Natoli, consigliera laica in quota FdI. Natoli ha convocato e incontrato Maria Fascetto Sivillo, magistrata sottoposta a processo disciplinare davanti alla sua stessa sezione, rivelandole segreti della camera di consiglio e suggerendole la futura strategia difensiva (inclusa la nomina di avvocati da affiancare a Carlo Taormina).
Natoli (registrata a sua insaputa da Fascetto) le dice che la “sua causa l’hanno perorata in tanti“. Tra i tanti, menziona la consigliera laica in quota Lega Claudia Eccher. Sul punto non sono giunte smentite e, se così fosse, Eccher dovrebbe accodarsi a Natoli con lettera di dimissioni in mano.
Lo scandalo non deve sorprendere poi tanto. Nulla di raffinato. Piuttosto un classico: il riguardo destinato agli amici degli amici. Certo, niente che dovrebbe avere cittadinanza nel Csm, ma tutto sommato nel curriculum che le ha consentito di accedere al Consiglio, Natoli eccelle prevalentemente per gli incarichi politici nel comune di Paternò (luogo natio del presidente del Senato Ignazio La Russa, suo amico) e nell’assemblea nazionale in FdI. Eccher invece è un’avvocata padovana nota per aver difeso il ministro Matteo Salvini.
Questi sono i curricula. E questi sono i risultati. D’altronde non andava tanto meglio nelle edizioni precedenti. È il caso di ricordare lo scandalo dell’hotel Champagne che, nel maggio 2019, vide protagonista Luca Palamara. Si scoprì che l’ex leader di Unicost brigava con Luca Lotti e Cosimo Ferri (all’epoca parlamentari) per nominare Marcello Viola procuratore capo di Roma dopo l’era di Giuseppe Pignatone. Dal telefono di Palamara spuntarono migliaia di chat con decine di magistrati che si auto-raccomandavano. Invece di saltare il banco, però, saltò solo Palamara. A pagarne le spese fu però anche Viola. Lo scandalo prese il sopravvento e lui, che era in vantaggio, fu trombato. Eppure era inconsapevole di quelle manovre. Aveva titoli indiscutibili. E dall’analisi delle chat, mai nulla, a differenza dei tanti baciapile di Palamara, emerse sul suo conto. La situazione rischia di ripetersi col neo eletto procuratore di Catania, Francesco Curcio.
Il 17 luglio, quando da qualche ora sono state depositate al Csm (e inviate in Procura) le sue registrazioni con Fascetto, la consigliera Natoli è pronta a sedere in Plenum per votare il futuro procuratore di Catania. Lo stesso che dovrà poi maneggiare il suo fascicolo. Sarebbe opportuno, proprio per questo motivo, che non votasse. Il Fatto ha ricostruito (finora senza smentite) che un’ora prima del Plenum su Natoli parte un pressing dai consiglieri di Area. Le spiegano che la sua presenza è (giustamente) inopportuna. Ma al suggerimento aggiungono qualcosa in più: se fosse entrata in aula, durante la votazione, avrebbero reso pubblico il suo scandalo. Ora, se il voto di Natoli era certamente inopportuno, sarebbe però altrettanto grave se qualcuno l’avesse spinta a non votare prospettandole l’esplosione dello scandalo in diretta. Se la divulgazione dello scandalo s’è trasformata in merce di scambio, la conseguenza è un condizionamento della votazione. Poche ore dopo Curcio vince con 13 voti (nessuno da membri di nomina politica) contro i 12 raccolti da Francesco Puleio. Risultato di questa catena di obbrobri è un danno all’incolpevole Curcio. Non ha ruolo nel pressing. Ha tutti i titoli in regola. Non ha incassato neanche un voto dai consiglieri indicati dalla politica. E avrebbe vinto comunque. Il consigliere Andrea Mirenda ha dichiarato alla Verità che, se Natoli fosse entrata, lui sarebbe uscito: poiché votavano entrambi Puleio, dentro l’una e fuori l’altro, il pallottoliere sarebbe rimasto identico. Però sulla sua nomina ora rischia d’addensarsi un’ombra: il pressing su Natoli. Non si escludono i ricorsi. Con l’ulteriore conseguenza d’avvelenare il clima dell’ufficio. Il tutto perché Eccher perora cause che non dovrebbe perorare. Natoli incontra gente che non dovrebbe incontrare. E consiglieri le suggeriscono di non votare, pena uno scandalo in diretta.
È vero che giuristi come Calamandrei non si trovano dietro l’angolo, ma ci sarà pure un limite nella gara al ribasso.