la Repubblica, 23 luglio 2024
Ella Emhoff, la Model-in-Chief
NEW YORK – Ella Emhoff è pronta. Se la vicepresidente Kamala Harris seconda moglie di suo padre Doug approderà alla Casa Bianca, il ruolo di Model-in-Chief, modella-in-capo, è suo. «Sono una ragazza, come tante, con problemi di auto-stima: vivere in un mondo focalizzato sull’apparenza è intimidente e spaventoso», aveva confidato alNew York Times nel 2020, quando a vincere le elezioni con Joe Biden era stata proprio quella “matrigna” che, però lei e suo fratello Cole hanno sempre chiamato “momala”. Un po’ mamma, un po’ Kamala e pure un po’ “mamele”, “mammina” in Yiddish giacché gli Emhoff sono ebrei.
In realtà il mondo della moda è da sempre l’obiettivo della giovane, oggi 25enne, la cui vera mamma è la produttrice cinematografica Kerstin Mackin, nel frattempo diventata grande amica di Harris. Nata in California, Ella si è infatti trasferita a Brooklyn, New York, per studiare appunto fashion design alla prestigiosa (e costosissima) Parson School. Di sicuro, la visibilità ottenuta in quanto “second daughter”, le ha procurato pure un contratto con Img Models, la super agenzia con sedi a Londra, Parigi, Milano e New York che nella sua scuderia ha coltivato talenti come Heidi Klum e Gigi Hadid, il top delle Top, insomma. Merito di quel suo viso inusuale, incorniciato da ricci e occhiali tondi: «Autentico, proprio quel che cercano consumatori e grandi marchi» neesaltò la scelta Ivan Bart, presidente di Img.
Da allora Ella, si è fatta un piccolo nome nel mondo del design indipendente, realizzando abiti e accessori fatti a maglia, da lei pubblicizzati e venduti su Instagram attraverso l’account @ellaemhoff: 314mila followers. Nel frattempo sostiene la causa della comunità Lgbtq organizzando raccolte fondi per l’associazione For the Gworls che aiuta a pagare la transizione da un sesso all’altro. Di recente ha scatenato qualche protesta ufficiale il link da lei postato sempre su Instagram per raccogliere fondi in favore dell’Unrwa, l’agenzia Onu per i palestinesi accusata da Israele di connivenze con Hamas. Suo fratello maggiore Cole, 30 anni,è invece più defilato. Lavora nel cinema, come mamma Kerstin, e finora ha fatto soprattutto l’assistente alla regia: compresa quella del film Minari, nel 2020 nominato agli Oscar. Ma intanto tutti gli occhi sono puntati su papà Doug, l’appassionato di Jazz che ha lasciato il suo posto d’avvocato in uno dei più importanti studi legali d’America, DLA Piper.
E se lei è una vice da record – prima donna, prima nera, prima asiatica, prima di origini indiane e pure seconda biracial, dopo Barack Obama – lui non è da meno. Primo partner maschio di un vicepresidente, primo di fede ebraica, ora aspira pure a diventare il primo “First Gentleman” della Storia.