il Fatto Quotidiano, 22 luglio 2024
Cent’anni senza Conrad
Cento anni fa, il 3 agosto del 1924, Józef Teodor Konrad Korzeniowski, ossia Joseph Conrad, moriva a Oswalds, non lontano da Canterbury, per un attacco di cuore. Lo scrittore nato nel dicembre 1857 in una provincia russa dell’Ucraina, già appartenuta alla Polonia, fu sepolto a Bishopsbourne, e sulla tomba furono incisi i versi di Edmund Spenser che lui aveva posto a epigrafe del romanzo The Rover: “Il sonno dopo la fatica, un porto dopo mari tempestosi, la quiete dopo la guerra, la morte dopo la vita, ciò dà una grande soddisfazione”.
In Italia il nome di Conrad, uno dei grandi (veramente grandi) della letteratura del Novecento, è legato in modo indissolubile a Ugo Mursia (Carini, Palermo, 1916-Milano, 1982). È l’editore che lo fece conoscere da noi e ne pubblicò le opere, e lo studioso che tradusse alcuni suoi libri e intraprese studi mirabili, poi pubblicati in Scritti conradiani (un volume a cura di Mario Curreli). La grande passione per l’autore di Lord Jim e di Cuore di tenebra lo portò a dare alla luce l’edizione critica dell’intera opera del romanziere anglo-polacco, uscita tra il 1967 e il 1982 per la sua casa editrice. E sempre a Ugo Mursia si deve la traduzione italiana della biografia di Joseph Conrad scritta da Jocelyn Baines (1960), come la pubblicazione dell’edizione italiana della rivista statunitense Conradiana. Raccolse inoltre cimeli, documenti, prime edizioni, e finanziò una spedizione in Tasmania per recuperare la prua dell’Otago, un brigantino su cui aveva navigato lo scrittore (la prua dell’Otago è al Museo della Scienza di Milano, dove si conserva la Biblioteca Marinaresca Ugo Mursia e la collezione di sette polene policrome acquistate dall’editore). In una intervista, rilasciata nel 1977 a Enrico Filippini per la Repubblica, l’editore siciliano espresse così il suo amore per Conrad: “Ci si riconosce nei reietti di Conrad: noi siamo Lord Jim, questo codardo che a un certo momento salta dalla nave e abbandona migliaia di pellegrini al loro destino. E poi comincia il grande rimorso, il senso della grande colpa. Tutti noi, un giorno abbiamo ‘saltato’ “.
Per celebrare il centenario del narratore, Mursia ha voluto ritornare al prossimo Salone Nautico di Genova (19-24 settembre) con uno stand in cui, oltre alle opere di Conrad, saranno in mostra i libri della Biblioteca del Mare. La scelta di ricordare il romanziere nella città della Lanterna, del resto, è assolutamente conradiana. Proprio nella capitale ligure è ambientato Suspense un romanzo napoleonico, lasciato incompiuto e pubblicato postumo nel 1925. L’ultimo romanzo di Conrad è stato edito da Mursia, ovviamente, e quindi da De Ferrari e da Il Canneto. L’anglista Giuseppe Sertoli, curatore dell’edizione di Suspense de Il Canneto (con traduzione di Camilla Salvago Raggi), ricorda nella prefazione che il nonno paterno e lo zio materno dello scrittore avevano militato nella Grande Armata di Napoleone Bonaparte, e lo zio aveva preso parte alla disastrosa campagna di Russia. In Napoleone, dice Sertoli, “avevano riposto le loro speranze i nazionalisti polacchi, e se pure tali speranze erano andate amaramente deluse, il ricordo dell’empereur aveva continuato ad alimentare l’irredentismo polacco”.