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 2024  luglio 22 Lunedì calendario

La Senna è “pulita” ma solo per decreto

Le televisioni francesi hanno ripreso in diretta il tuffo nella Senna di Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, e di Tony Estanguet, presidente di Parigi 2024, lo scorso 17 luglio. Appena qualche giorno prima, il 13 luglio, anche la ministra dello Sport, Amélie Oudéa-Castéra, era stata ripresa mentre nuotava con la muta nel fiume parigino. Come se bastassero le bracciate mediatiche di qualche personalità a dimostrare che il fiume parigino, dove si dovranno svolgere le prove di triathlon e di nuoto in acque aperte delle Olimpiadi (al via il 26 luglio), sia diventato improvvisamente balneabile.
In realtà né i criteri regolamentari né le condizioni democratiche per garantire la balneabilità delle acque sono stati rispettati. Se si consulta la carta ufficiale dei siti balneabili in Francia, si constata che non vi figura nessun sito sulla Senna dentro Parigi. In città solo il Canal Saint-Martin e il Bassin de la Villette, la cui acqua proviene dal Canal de l’Ourcq, soddisfano le condizioni di balneabilità richieste. Evidentemente la qualità dell’acqua della Senna non risponde invece a questi criteri. Che sono due: il primo è che l’acqua deve essere di qualità sufficiente su un periodo di quattro “stagioni balneari”, ovvero quattro anni, come richiesto dalla direttiva europea del 2006 sulla qualità delle acque di balneazione; il secondo è che il pubblico venga tenuto regolarmente informato dei livelli di inquinamento biologico dell’acqua, che misurano le concentrazioni dei famigerati batteri fecali, Escherichia coli ed enterococchi intestinali. Dal 3 giugno, il comune di Parigi pubblica sul suo sito web, una volta alla settimana, i risultati dei prelievi effettuati da quattro siti campione. Il regolamento prevede però che “questi dati vengano pubblicati tutti i giorni e che riguardino i siti balneabili durante la stagione estiva”, spiega Christophe Le Visage, vicepresidente dell’associazione Eau et Rivières de Bretagne, che conosce bene le normative europee. È necessario inoltre presentare le classificazioni degli anni precedenti e fornire informazioni dettagliate sui rischi eventuali per i bagnanti legati all’inquinamento di ogni sito: le materie fecali non sono l’unico elemento patogeno presente nel fiume.
Le autorità francesi utilizzano i valori di riferimento proposti dall’Agenzia nazionale di sicurezza sanitaria dell’alimentazione, dell’ambiente e del lavoro (Anses), che ha fissato delle soglie al di sopra delle quali la balneazione non dovrebbe essere consentita: 1.800 Ufc (Unità formanti colonia) di Escherichia coli per 100 millilitri di acqua e 660 per gli enterococchi intestinali, in acqua dolce. Queste soglie sono utilizzate per valutare le condizioni di balneazione “istantanee”, in un determinato momento, ma non indicano se in generale è sicuro nuotare nella Senna. L’idrologo Jean-Marie Mouchel ha spiegato a Mediapart che “sarebbe bene restare un po’ cauti” perché “la variabilità idrologica e meteorologica non permettono di decidere sulla base dei dati di un anno”. Tanto più che “i tempi e i luoghi in cui vengono prelevati i campioni non sono neutri”, precisa anche l’idrologo Michel Poulin. È possibile per esempio realizzare dei prelievi proprio accanto a una chiazza di inquinamento e non rilevarla. Il piano di risanamento della Senna lanciato nel 2016 (per il quale sono stati spesi 1,4 miliardi di euro, finanziati in parti uguali dallo Stato e dalle autorità locali) è in ogni caso un primo passo e contribuirà senza dubbio a migliorare la qualità dell’acqua del fiume, secondo gli specialisti sentiti da Mediapart.
Sebbene la direttiva Ue del 2006 proponga dei criteri per valutare se la qualità delle acque è “eccellente”, “buona” o “sufficiente”, non si assume il rischio di definire anche cosa rende le acque adatte alla balneazione. Lascia quindi a ogni Stato membro la libertà di decidere se aprire o meno le proprie spiagge e acque alla balneazione. Questa ambiguità normativa permette ora alle autorità francesi di affermare con soddisfazione che ormai ci si può tuffare tranquillamente nella Senna. Ma sulla base di quali norme sanitarie? In che punti del fiume esattamente? Per quanto tempo?
Inoltre, dal momento che la città di Parigi dichiara che la Senna è balneabile, vuol dire che si basa sulla direttiva europea? Oppure su altri criteri? E in questo caso, quali? Abbiamo rivolto queste domande al comune di Parigi, che non ci ha mai risposto. Da parte sua, la Prefettura della regione Ile-de-France ci ha spiegato che la direttiva europea sulla qualità delle acque di balneazione non si applica alla Senna per l’anno 2024 e che i poteri di polizia della navigazione sono esercitati dal prefetto del dipartimento. Quest’ultimo “può prendere in considerazione la qualità dell’acqua, nel momento in cui decide se autorizzare o meno l’evento”, ma “alla fine, spetta agli organizzatori decidere il giorno stesso dell’evento se sussistono le condizioni per permetterne lo svolgimento”.
In sostanza, le autorità agiscono come meglio credono. La decisione sulla balneabilità del fiume verrà quindi presa dalle autorità in modo del tutto unilaterale, in un contesto di totale opacità sui rilevamenti (i dati relativi al periodo da gennaio a giugno 2024 non sono ancora stati resi pubblici), sulla loro interpretazione e sulle loro implicazioni per la salute. Insomma, nel 2015, quando Parigi si è candidata per i Giochi olimpici e paralimpici del 2024, è stato deciso che la Senna dovesse essere balneabile in tempo per l’evento sportivo e così doveva essere, punto e basta. Eppure, in una città simile a Parigi e in un Paese per molti versi paragonabile alla Francia, le cose funzionano diversamente. Parliamo di Berlino. Nella capitale tedesca, dal 2019, esiste un piano di riqualificazione ecologica della Sprea, il fiume che attraversa la città, per “migliorare la qualità della vita urbana”, spiegano le ricercatrici Gaëlle Rouillé-Kielo e Gabrielle Bouleau. A Berlino si può già nuotare in alcuni laghi e corsi d’acqua, ma non è ancora possibile tuffarsi nel fiume. Storicamente, l’apertura di siti di balneazione nella Sprea, sostenuta da associazioni e residenti, “è vista come un simbolo di riappropriazione da parte dei cittadini degli spazi d’acqua in città”, spiegano le ricercatrici.
Dal loro punto di vista, sarebbe persino l’illustrazione del “dinamismo dei movimenti ambientalisti in Germania e delle loro vittorie, anche rispetto a quanto accade in Francia”. Questa “democrazia fluviale” ha molte virtù, tra cui una maggiore trasparenza dei dati e migliori condizioni di discussione e confronto. Contribuisce inoltre a creare una “cultura del fiume”. A Parigi, dopo un secolo di divieto (la balneazione nella Senna è ufficialmente vietata dal 1923), bisognerà imparare di nuovo a nuotare nel fiume: a partire da che livello la portata dell’acqua può essere considerata pericolosa, che livello di torbidità dell’acqua è accettabile, che misure per la sorveglianza e la sicurezza dei bagnanti, in che punti sarà possibile tuffarsi in acqua senza prendere rischi? Il presidente di un’associazione ambientalista coinvolta nel progetto sulla Sprea di Berlino, Hubert Weiger, spera che a termine “il fiume sarà visto sotto una nuova luce, e non solo come un corso d’acqua senza vita, incastrato nel cemento. Se gli abitanti sapranno che il fiume non è solo uno scarico per i nostri escrementi, si interesseranno all’acqua in modo diverso”. Ricreare una cultura del tempo libero lungo il corso del fiume è un bel progetto. Ma non può essere imposto dai diktat olimpici.
Traduzione di Luana De Micco