la Repubblica, 21 luglio 2024
Intervista a Paola Cortellesi
«Non vedevo l’ora di tornare su questo set, con questo gruppo di lavoro: siamo una cosa sola» dice Paola Cortellesi, il sorriso che le illumina il viso. Capelli sciolti, pantaloni e maglietta blu, la regista debuttante che con C’ è ancora domani è stata la protagonista dell’anno (con 36 milioni 767mila 143 euro è stato il film più visto e col maggior incasso del 2023, pioggia di premi), torna nei panni di Petra Delicado, poliziotta fuori dagli schemi, la donna più indipendente del mondo, che troveremo cambiata.
Il “fenomeno Cortellesi” («Però ora basta prendere in giro, su») torna attrice nei due nuovi episodi della terza stagione della serie di successo di Sky (tratta dai romanzi di Alicia Giménez-Bartlett editi da Sellerio), che Maria Sole Tognazzi sta girando a Roma. Cantante, comica, primadonna in tv, attrice drammatica, regista, Cortellesi ha 50 anni e una carriera incredibile; è rimasta una ragazza curiosa che coltiva la leggerezza.
In questa nuova stagione la vita della single Petra cambia.
«Sta con un uomo che ha dei figli, sta provando a lasciarsi andare, a cambiare la sua quotidianità.
Credo che le spettatrici capiscano profondamente, proprio perché le donne sono giudicate per quello che fanno – e per quello che non fanno. Invece Petra sa guardare dentro sé stessa, conosce le sue esigenze».
Spesso, anche conoscendole, noi donne non le abbracciamo: le è successo?
«Certo. A volte mi sono anche censurata, a 50 anni ma anche prima. Oggi sto permettendo a me stessa di ascoltare profondamente la mia natura, nessuno deve venire a chiederti conto della costruzione della vera te. Nessuno può decidere come devi essere. Verrebbe voglia di rispondere: ma chi ti ha detto niente? Bisogna farlo con una certa grazia».
Lo insegna a sua figlia Laura?
«Mia figlia è indipendente. Questo suo aspetto del carattere mi piace molto. Cosa le insegno? A piacersi, ad ascoltarsi, soprattutto a non sentirsi mai sbagliata. Se in qualcosa è diversa o pensa di non corrispondere a un modello, è solo un regalo: credo che la cosa più importante sia l’unicità».
Lei fa l’attrice e lavora anche con l’immagine. Il rapporto con la bellezza? È sempre stata sicura?
«Ero una ragazzona sportiva, un po’ sgraziata, oggi direi che era il mio bello. Mai stata una bellezza classica, si cresce e capisci che tu sei tu. Unica».
La popolarità è arrivata presto, con la tv. Poi il cinema. Adesso con il film che ha segnato il debutto da regista ha fatto il giro del mondo: che ha provato?
«Non ho avuto il tempo di fermarmi e di ragionare su quello che stava succedendo, quindi è stata una sensazione stranissima.
Perché mi sono resa conto di tuttodopo. Quello che mi ha lasciato davvero il successo diC’è ancora domani è stato l’affetto, l’abbraccio del pubblico, la vicinanza, ho capito come questa storia abbia colpito i ragazzi. E le parole delle donne. Alla presentazione in un cinema di Genova si è alzata unasignora che ha detto: “Sono stata Delia, non lo sono più”. Mi vengono ancora i brividi. Un’emozione che è arrivata dritta al cuore».
Crede nelle forza delle donne?
«Certo, può cambiare le cose.
Credo che si debba prendere la vita nelle proprie mani. Le donne, sevogliono, possono tutto. Questo è arrivato a tante persone, attraverso la storia di Delia. Ed è stato bellissimo. Poi, a parte il balsamo per l’ego, abbiamo dato un bel contributo all’industria cinematografica».
Che ha pensato del successo all’estero?
«Che ci sono Delie in tutto il mondo. Il film è stato accolto ovunque, in Francia è stato il secondo incasso, a ogni latitudine questa storia è arrivata, perché parla a tutti. Poi sono successe anche cose divertenti. In Argentina mi guardavano come se mi conoscessero. Ero la regista e parlavo del film, non capivo. A un certo punto si sono messi a urlare: “Petra, Petra!”. La serie è andata in onda in tutto il mondo».
Suo marito, il regista Riccardo Milani come ha vissuto tutto questo?
«Da grande fan, conosce ogni segreto del cinema, teneva il polso delle proiezioni, anticipava irisultati degli incassi. “Guarda che sta crescendo…”. Ha fatto il tifo per me dall’inizio».
Com’è tornare sul set da attrice?
«Con Maria Sole non abbiamo neanche bisogno di parlare, vediamo le cose nello stesso modo, abbiamo la stessa sensibilità. Fa quello che farei io, è maniaca dei dettagli, ha uno sguardo sulle cose che è il mio. A volte mi stupisco di questa sintonia».
Allora non si è montata la testa dopo il successo del film?
«Sta scherzando, vero? È stata un’avventura bellissima, ho ricevuto tanti riconoscimenti e soprattutto ho potuto conoscere tante persone, donne diverse che si sono riconosciute nella storia che ho raccontato. Ho imparato altre cose, ma sono io».
Delia schiacciata dal marito, Petra indipendente, da sempre padrona della vita che ha scelto: è un percorso lungo.
«Ci ho pensato. Le donne hanno combattuto tante battaglie e si sono emancipate ma c’è ancora tanta strada da fare. Petra piace perché ascolta sé stessa, i suoi bisogni e li asseconda. E fa una cosa per noi, che ci sentiamo da sempre giudicate, è complicata: se ne sbatte del giudizio degli altri. Non si può piacere a tutti. È spigolosa ma ha senso dell’umorismo. Ed è maniaca del controllo, come me».
Riconoscerlo aiuta?
(Ride). «Quando sei fatta così lo sai: bisogna imparare a lasciarsi andare. A parole, facile».
Nella serie colpisce il rapporto tra Petra e Monte, interpretato con grande bravura da Pennacchi, che è fatto di complicità, affetto.
«Anche se lei è durissima con lui, non potrebbe farne a meno. C’è tenerezza. Sono complici, sarebbe quasi il rapporto ideale tra un uomo e una donna. Non diventa mai amore ma in fondo lo è».
Adesso che farà?
«Con i miei complici, Furio Andreotti e Giulia Calenda, scriviamo il nuovo film. Non mi chieda di cosa parla, sarà un’altra sorpresa»