Corriere della sera, 20 luglio 2024
Intervista a Francesca Pascale
Ha conosciuto Paola Turci a un suo concerto, se ne è innamorata e dopo due anni dal primo bacio le ha chiesto di sposarla. Poi, come spesso succede, l’amore può cambiare e a volte anche finire. E così, Francesca Pascale dopo cinque anni di relazione, da pochi giorni è una donna ufficialmente separata. Dal casale vicino a Siena, circondata dai suoi dieci cani, Pascale non può raccontare i dettagli della sua separazione che definisce «dolorosa», ma si sofferma sul senso di fallimento che prova e sui sogni che ancora coltiva: «Perché quando amo, investo tutto il cuore che ho». Come sta?
«È una fine, sto attraversando un grande dolore ma la vita mi ha insegnato che prima di amare qualcuno bisogna sapere amare sé stessi. Una fine, quindi, può diventare un atto d’amore nei propri confronti ed è per questo che ho deciso di allontanarmi».
Perché si sente di vivere un fallimento?
«Perché credo molto nell’amore. Quando un progetto che nasce a lungo termine si interrompe in anticipo, per me è un fallimento».
Sui giornali si è parlato di litigi per gelosia. Si è fatto riferimento a una sua frase fuorionda rivolta alla conduttrice di Belve, Francesca Fagnani, e di tradimenti.
«Sono ricostruzioni non corrispondenti al vero. Quel “Ma adesso ti posso corteggiare un po’? Ah no, sono sposata”, che ho detto a Fagnani era davvero solo una battuta: Francesca è un’amica. Ci tengo a ricordare che le unioni arcobaleno, esattamente come quelle eterosessuali, possono finire, questo a dimostrazione che non sono amori atipici, o diversi, o di serie B».
Facciamo un passo indietro. È il 2020. Lei, una giovane donna di Forza Italia, ex «first lady», e Turci una cantautrice da sempre vicina alla sinistra e molto attenta alla sua privacy. Vi innamorate e scoppia il gossip.
«Già, il gossip e le cattiverie mi hanno molto ferita. Capisco che il mio passato possa essere “ingombrante”, però c’è un limite a tutto».
Lo è stato anche per il suo matrimonio un «passato ingombrante»?
«Lo è sempre stato. Ho dovuto fare l’abitudine con il fatto che alcune persone non comprendano né accettino quello che ho provato e vissuto con Berlusconi. Ma io non sono mai stata disposta a cancellare una parte così importante della mia storia. Devo molto a quell’uomo, anche la vita che posso condurre adesso, da persona privilegiata».
Non tutti lo ammetterebbero.
«Ma perché? Dovrei vergognarmi di ammettere che dopo quasi 15 anni insieme, Silvio Berlusconi si è sincerato che io continuassi a essere serena e, potendolo fare, ha pensato al mio futuro? Se non si fosse chiamato Berlusconi, ma fosse stato un imprenditore molto ricco da cui mi separavo, nessuno avrebbe detto nulla».
Ha mai pensato a un figlio?
«Non sono convinta di volere vivere l’esperienza della maternità».
Quando si è messa con Berlusconi lei era molto giovane. Con lui ha parlato di figli?
«Sì, quando abbiamo deciso di stare insieme, si è preoccupato di questo aspetto, ma per me non era fondamentale. Con lui era tutto speciale. Ho vissuto sotto i riflettori tra politica, processi e alla fine anche servizi sociali, un momento molto dolce della sua esistenza».
Chi è stato per lei il Cavaliere?
«La persona più importante della mia vita. Come mia madre, le mie sorelle».
Un ex fidanzato?
«Molto di più. La mia radice, che non voglio sradicare. E nessuno può chiedermi di farlo. Era un confidente, un amico e anche un amante. Ero gelosissima di lui».
Cioè?
«Non si fa, ma ero così gelosa che gli controllavo il telefono. Chiaramente scoprivo sempre qualcosa, ma ci volevamo molto bene e ci rispettavamo nel profondo nonostante qualche litigio».
Racconti.
«Ora ci rido su, ma ai tempi mi infuriai. Gli avevo detto che sarei tornata a casa a un certo orario, ma arrivai prima. L’ho trovato non proprio da solo, mi arrabbiai molto e lui mi disse: “Ma sei tu che sei tornata prima”. Era pazzesco. Dopo la fine della nostra storia siamo rimasti amici».
Perché è finita?
«Non ero amata da molti del partito e dagli alleati perché sostenevo opinioni che i sovranisti e le persone non liberali non condividono. Poi è arrivata Marta Fascina, ma di lei non dico nulla».
Come ha commentato Berlusconi il suo matrimonio?
«Mi ha detto: “Ma sei matta? Allora non ti ho insegnato nulla. Devi proprio essere innamorata”».
Racconti una giornata con lui.
«Una delle esperienze che mi colpì di più è stata la visita di Gheddafi. Era un personaggio particolare, si spruzzava litri di profumo addosso. Ricordo che quando arrivò in Italia, centinaia di ragazze si convertirono all’Islam per poterlo conoscere. Con Silvio ho incontrato moltissimi politici internazionali: Putin, Merkel, Sarkozy».
C’è qualcuno che glielo ricorda?
«No. Anzi, mi offende molto quando lo paragonano a Trump. Perché Trump è proprio il suo opposto. È un uomo illiberale».
E Berlusconi?
«Era un vero liberale. Stava con una ragazza bisessuale dichiarata che ogni tanto fumava le canne. Quando gli ho detto della mia bisessualità mi ha risposto: “In fondo, anche io sono lesbica”. Era un uomo molto rispettoso delle scelte altrui, più moderno di quelli che gli stavano intorno: più un Pannella che un Salvini».
Matteo Salvini ha voluto che l’aeroporto di Malpensa prendesse il nome di Silvio Berlusconi.
«Si sono già espressi i suoi figli sulla questione e mi trovo d’accordo con loro. Fosse per me, a Silvio dedicherei vie, parchi, qualunque cosa, per tutto il bene che gli ho voluto, ma i tempi e i modi – quelli di Salvini, appunto – sono stati sbagliati».
Sente ancora qualcuno di Forza Italia?
«No, le persone che mi piacevano, come Barbara Masini, Stefania Prestigiacomo ed Elio Vito, non ci sono più. Però sono rimasta legata al cantante Mariano Apicella, un vero amico di Berlusconi».
E i figli?
«Sì. Sono persone magnifiche. Con loro condivido tutto quello che hanno detto sui diritti civili in questi giorni, tematiche non solo che ci uniscono ma che Forza Italia ha un po’ abbandonato, schiacciati dall’estremismo di Fratelli d’Italia e Lega».
Che cosa pensa di Giorgia Meloni?
«È una donna forte, intelligente, coerente, ma è troppo conservatrice per essere la leader di un Paese europeo. Spero che si renda conto che ha l’obbligo di rappresentare tutta la nazione. Ci sono molte persone, molti giovani, come si è visto alle Europee, che non si sentono in nessun modo rappresentati dal suo partito, fatto anche di omofobi e di persone che ancora mettono in dubbio l’importanza del 25 aprile».
E Salvini?
«No, non mi faccia commentare. Lui, La Russa e Gasparri non sono persone che stimo».
Elly Schlein?
«L’ho conosciuta, è una politica per bene ma io non sono di sinistra. È bello che sia stata ai Pride, ma vorrei che i diritti della comunità LGBTQ+, l’eutanasia, l’aborto, i diritti degli animali, non fossero temi solo di sinistra. È molto triste che le persone moderate del centrodestra in questo momento facciano fatica a sentirsi rappresentate. Basterebbe che Forza Italia trovasse il coraggio di tornare alle sue origini, alle visioni liberali ed europeiste di Berlusconi. Io un sogno ce l’ho».
Quale?
«Sogno che qualcuno della famiglia Berlusconi riprenda in mano le redini del partito. Forse il padre non sarebbe d’accordo, perché amava troppo i suoi figli per spingerli in politica. Ma sarebbe bello che Forza Italia tornasse a essere il partito forte e di riferimento di un centrodestra moderato. Ogni volta che Marina e Piersilvio parlano, risento parole di libertà e coerenza».
Lei ricomincerebbe a fare politica?
«Io mi rimetterei anche ad attaccare i manifesti per le strade, se Forza Italia tornasse quel partito liberale e attento ai diritti che ho conosciuto con Berlusconi».
Che cosa le direbbe lui, oggi?
«“Francesca, prenditi cura di te”».