6 gennaio 2020
Oggi 251 - Trump
La Terza guerra mondiale non è scoppiata.
Già.
Trump aveva ragione?
Diciamo che non si può escludere.
Quindi Trump avrebbe una strategia e non avrebbe ammazzato Soleimani perché era nervoso. I commenti negativi di tutti quanti, dopo l’assassinio col drone del generale Soleimani, sono perciò fuori misura?
Si direbbe di sì. Lei sa che gli iraniani hanno in realtà messo in atto una rappresaglia, cosa che per pochi minuti ha fatto temere il peggio.
Sì, hanno sparato un po’ di missili contro due basi americane in Iraq.
Però non hanno ammazzato nessuno, e anche i danni sono stati alla fine poca cosa. È successo addirittura questo: che Teheran, prima di sparare contro le basi Usa, ha avvertito Baghdad, sapendo benissimo che Baghdad, a sua volta, avrebbe avvertito gli americani. Che hanno così avuto tutto il tempo di scansarsi.
Mi sta dicendo che quella dell’Iran è stata una messa in scena?
Più o meno. Naturalmente, dopo il bombardamento, i comunicati provenienti da Teheran hanno gonfiato la cosa come se si fosse trattato di una vendetta sanguinosissima e finalemte consumata. Ma era fumo negli occhi. Zarif, il loro ministro degli Esteri, ha fatto capire che, dopo quei fuochi d’artificio, non sarebbe successo nient’altro.
È per questo che adesso a Teheran la gente contesta la Guida Suprema Khamenei e il governo?
No, sono scesi in piazza per la faccenda dell’aereo ucraino.
Sarebbe?
Gli iraniani hanno abbattuto un volo di linea ucraino che era appena decollato da Teheran, ammazzando - tra passeggeri ed equipaggio - 176 persone. Per due giorni hanno parlato di “incidente”. Poi hanno ammesso che un loro soldato aveva scambiato l’aereo per un drone americano. Si sono scusati, ma - diciamo - l’hanno fatta troppo grossa.
La gente in strada contesta questo?
Sì, mentre noi chiacchieriamo loro stanno manifestando. Gridano che il nemico non è l’America, che il nemico ce l’hanno in casa. Alcuni di loro invocano addirittura il ritorno dello scià.