30 dicembre 2019
Oggi 250 - Soleimani
Scoppierà la guerra mondiale?
È difficile. È difficile una guerra come la Prima o la Seconda, con le trincee o le truppe che invadono i territori. Casomai guerre per procura o terrorismo. Gli iraniani che per rappresaglia ammazzano un generale americano oppure bloccano le petroliere nello Stretto di Hormuz o anche attaccano Israele. Trump ha promesso, in caso di mosse bellicose di Teheran, di bombardare 52 siti culturali persiani.
Stiamo parlando di quello che è successo a quel grande generale iraniano.
Qassem Soleimani, ammazzato, con i dieci uomini che lo accompagnavano, all’alba del 4 gennaio, da quattro missili sparati sulle due auto che li avevano prelevati all’aeroporto di Baghdad. Missili americani. Trump ha detto dopo che Soleimani aveva sulla coscienza una quantità di morti americani. Ed era vero. Il generale era l’artefice della politica estera iraniana, perlomeno della politica estera guerresca. Era il dominus dello scacchiere mediorientale insanguinato, Siria, Libano, Iraq. Nemico dell’Isis e all’epoca di al Baghdadi persino alleato degli americani.
Trump ha una strategia? L’assassinio di Soleimani sembra più una mossa elettorale.
I commentatori dicono in genere che Trump è pazzo e colpisce senza un piano ben definito. Chi sa. Certo, gli iraniani sono pericolosi, eppure l’assassinio di Soleimani li ha messi in una situazione quasi senza uscita. Una risposta di rappresaglia rischia di scatenare una contromossa americana devastante. Non fare niente significa perdere la faccia davanti a tutto il Medio Oriente. L’Iran è anche nei guai economicamente, per via delle sanzioni. Il petrolio glielo compra la Cina, che ha subito predicato moderazione. Forse Trump non ci aveva pensato, ma è abbastanza probabile che gli ayatollah, passate la furia di parole e le lacrime della prima ora, non sapranno bene che pesci prendere.