23 dicembre 2019
Oggi 249 - Medici
Leggo che mancano ottomila medici.
«Già. E nel 2025 ne mancheranno 24 mila».
Come mai?
«Errori di programmazione del passato. Poi fuga dal pubblico al privato, più remunerativo».
Come se ne esce?
«Il governo ha pensato a un Patto per la Salute triennale. Tenere in corsia per un paio d’anni i vecchi medici che hanno più di 70 anni e dovrebbero andarsene in pensione. Spingere giovani che sono ancora al terzo anno di specializzazione a scendere in campo come se fossero già pronti».
Rischioso, no?
«Rischioso, ma è anche rischioso continuare senza medici. Aiuteranno le 19 mila Farmacie dei servizi, da tramutarsi in presidi per la presa in carico dei malati cronici. Poi ci sarà una valorizzazione dell’assistenza infermieristica. Sono stati stanziati tre miliardi e mezzo, anche per nuove assunzioni».
Come fanno a costringere un dottore che ha diritto di andare in pensione, o magari è già andato in pensione, a tornare sui suoi passi e continuare a lavorare?
«Non costringono nessuno. Il medico torna solo se è disposto a tornare».
Ma non accetterà nessuno!
«Secondo Carlo Palermo, segretario nazionale della Anaao (il sindacato di assistenti e aiuti ospedalieri) c’è in effetti una resistenza, e si prevedono solo qualche centinaio di adesioni. Si chiede tuttavia a questi medici di restare in servizio non in eterno, ma per ancora due anni. E poi c’è l’argomentazione di Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio, che ha detto al Messaggero: “Ci sono specialisti in oncologia, nei trapianti, in neurochirurgia che vanno in pensione perché non possono restare negli ospedali pubblici e devono andare in pensione, ma il giorno dopo vengono assunti da grandi strutture private”».
E gli specializzandi?
«Qui il sistema si potrebbe rinforzare con 13 mila ingressi, tutti a termine. Certo lo specializzando è un laureato che sta ancora studiando... È chiaramente il male minore. In ogni caso si sta pensando di impiegarli soprattutto nel pronto soccorso, una specializzazione scelta da pochi, insieme con pediatria, anestesia e rianimazione, chirurgia, ginecologia e ortopedia».
Sono d’accordo destra e sinistra?
«Il problema è concreto. Una volta tanto, tutti d’accordo. Non solo destra e sinistra, ma anche governo centrale e Regioni, che hanno firmato, appunto, il Patto».