2 dicembre 2019
Oggi 246 - Sardine
Ma come fa un movimento politico a chiamarsi “sardine”?
Non so se è corretto chiamarlo “movimento politico”. Per ora sono cittadini, per lo più giovani, che si radunano in piazza abbastanza spontaneamente, intanto per contrastare la Lega, poi per farla finita con il linguaggio di odio e le menzogne che ci ammanniscono politica e social. Se la parola non avesse una sua dose di ambiguità, direi che si tratta piuttosto di un movimento di intellettuali. Hanno scritto un manifesto, ma non hanno l’aria di volersi organizzare. Vedo in questo della saggezza.
Perché?
Se cominciassero a organizzarsi, mostrerebbero di volersi trasformare in forza di governo. È il percorso seguito dai grillini e s’è visto com’è finita. È meglio che restino in piazza, e che condizionino da lì la vita politica.
Questo è possibile?
A Roma, il prossimo 14 dicembre, si propongono di riempire piazza San Giovanni. Sento parlare di un milione di persone. Crede che centinaia di migliaia di uomini e donne che manifestano non rappresentino, per i politici, qualcosa?
E questo nome, “sardine”, da dove viene?
Lo scorso 14 novembre Salvini venne a Bologna per un comizio, e prese in affitto il PalaDozza, dove entrano 5.570 spettatori. Quattro ragazzi lanciarono allora su Facebook l’idea di una contromanifestazione davanti alla Basilica di San Petronio, con l’impegno di essere più numerosi dei 5.570. «Arriviamo a 6.000, troppi forse per San Petronio, ma ci stringeremo come sardine». Vennero infatti in seimila, portando come bandiera sagome di sardine ritagliate nel cartone. Un’idea di formidabile simpatia, che s’è poi propagata come un incendio a Modena, Sorrento, Piacenza, Reggio Emilia, Palermo, Ferrara, Milano. In ogni piazza le sardine erano sempre più numerose. Per Salvini, che ha tentato di rispondere con una “mobilitazione di gattini”, è un grattacapo serio. In Emilia, Stefano Bonaccini, il candidato del Pd - che ha rinunciato ai simboli del partito - sembra saldamente in testa nei sondaggi.
Chi sono i quattro ragazzi?
Mattia Santori, Andrea Garreffa, Roberto Morotti e Giulia Trappoloni. Poco più che trentenni. Molto allegri e molto saggi. Rivoluzionari e moderati. Li hanno chiamati, con l’idea di estendere il movimento al mondo, anche da Bruxelles e da New York, dove in piazza Washington c’è già stato un raduno di “sardine atlantiche”.