16 settembre 2019
Oggi 235 - Patente
Dal 2 settembre le autoscuole devono applicare per la prima volta un’Iva al 22% sui corsi e sui rinnovi e dovranno restituire al fisco anche l’Iva dei 5 anni fiscali precedenti.
Mi figuro che siano nel panico...
Sono nel panico. Si tratta di circa 550 milioni di euro. Negli ultimi cinque anni hanno preso la patente 3.857.512 italiani, al prezzo medio di 600 euro a licenza. Mettiamoci i corsi per recuperare i punti della patente, i rinnovi e le altre pratiche.
Come faranno le autoscuole a pagare?
Alcuni chiameranno i loro ex allievi nella speranza (abbastanza vana) che sborsino il sovraprezzo. In realtà dovranno mettere mano al portafogli. E per il futuro si rifaranno sugli aspiranti automobilisti. I listini aumenteranno a dismisura. Si arriverà anche a mille euro per patente.
Converrà andare nell’Europa dell’Est
Per prendere la patente in un altro Stato Ue bisogna risiedervi per almeno 6 mesi. E poi in Italia la patente estera vale solo per un anno. La conversione costa almeno 150 euro.
Com’è nato questo casino?
Una sentenza della Corte di Giustizia Ue del 14 marzo scorso. Secondo i giudici, chiamati in causa dalla A&G Fahrschul-Akademie che s’era vista negare l’esenzione dal fisco tedesco, l’insegnamento delle autoscuole non ha gli stessi requisiti di quelli di una normale scuola. Quindi non può beneficiare dell’esenzione. La diatriba dura dal 2014, è perciò retroattiva e vale per tutta l’Ue. L’Agenzia delle Entrate ha colto la palla al balzo e ha subito applicato la sentenza.
I tedeschi dettano legge ancora una volta…
L’Ue ne fa una questione di concorrenza sleale fra i Paesi membri. Ma la Corte non ha considerato le leggi dei vari Paesi. In Italia le autoscuole sono sottoposte ad autorizzazioni e controlli pubblici, il che le rende «organismi riconosciuti dallo Stato membro per la formazione professionale». È su questo che sindacati e associazioni di categoria punteranno per chiedere al nuovo governo di cancellare la retroattività e di tornare all’esenzione. O, almeno, a una riduzione dell’aliquota. La prima protesta è prevista per il 18 settembre a Roma.