Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  luglio 19 Venerdì calendario

Ciro Grillo, scintille al processo tra Corsiglia e Bongiorno

TEMPIO PAUSANIA Le parole degli accusati finiscono qui, con l’esame in aula di Francesco Corsiglia, il solo dei quattro imputati che si è presentato davanti ai giudici per rispondere e difendersi. Gli altri hanno già fatto sapere che non verranno e che se diranno qualcosa sarà per fare dichiarazioni spontanee prima della sentenza (a inizio 2025). Parliamo del processo per violenza sessuale di gruppo contro Ciro Grillo (il figlio del fondatore del Movimento cinque stelle) e i suoi amici Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e, appunto, Francesco Corsiglia. I fatti risalgono al 17 luglio del 2019, in Costa Smeralda. Ad accusare i ragazzi sono Silvia e Roberta (i nomi sono inventati) ma le responsabilità più gravi le chiama in causa Silvia: prima violentata da Corsiglia, dice, e poi da tutti e quattro assieme, mentre la sua amica Roberta dormiva sul divano. Dopo cinque anni Corsiglia è tornato a Tempio Pausania, dov’era stato interrogato la prima volta a settembre del 2019 e dove è venuto a ripetere, in sostanza, la stessa versione di allora, confermata dai suoi amici. Che dice questo: «Ho avuto un rapporto consenziente con Silvia e poi mi sono addormentato, dormivo mentre lei aveva rapporti sessuali con gli altri tre» (anche loro giurano che la ragazza fosse consenziente). Lei, Silvia, è difesa dall’avvocata Giulia Bongiorno che ieri, uscendo dal tribunale, ha commentato il fatto che i ragazzi negano: «Non è chiaro allora perché di fronte ad accuse così gravi non sia stata fatta una denuncia per calunnia contro la mia assistita». Una frase vista e raccolta come provocazione dai difensori di Corsiglia, Gennaro Velle e Antonella Cuccureddu. Velle: «Noi ci difendiamo in aula. Lo facciamo con la forza della verità che ha aiutato Francesco in ogni sua risposta». Cuccureddu: «Prima ci difendiamo nel processo, alla fine si deciderà che cosa fare, mi sembra normale». Per entrambi, poi, contrariamente ai dubbi espressi dal pm e dalle parti civili, «non c’è nessuna ombra: Corsiglia non è l’autore del video della presunta violenza di gruppo. Dormiva, non può essere stato lui». Udienza chiusa nel primo pomeriggio. Prossima tappa: il 23 settembre.