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 2024  luglio 18 Giovedì calendario

Biografia di Aspasia di Mileto

"Abbiamo le etere (o le amanti) per il piacere, le concubine per la cura del corpo, le mogli perché ci partoriscano figli legittimi e siano fedeli custodi di casa e famiglia”. Così l’oratore Demostene, nato nel 384 a.C., sintetizza le prerogative dell’uomo ateniese. Tre “categorie” di donne per un solo maschio. D’altro canto, la Grecia classica si fonda su una società patriarcale. Al cui interno il matrimonio ha una funzione centrale, di natura sociale e finanziaria. La futura sposa non ha voce in capitolo: è il padre a combinare ogni cosa. Le nozze servono ad aumentare il patrimonio e nobilitare lo status familiare. Gli accordi prematrimoniali prevedono una dote in denaro, terre o altre cose di valore tangibile. Nel contratto, l’amore entra assai poco; anzi, è considerato sconveniente. Per molti secoli a venire rimarrà la prassi dei matrimoni combinati, soprattutto ad un certo livello.
LE NOZZE
Nella Grecia antica le nozze segnano per la fanciulla il passaggio all’età adulta. Dopo il gamos, il giorno del matrimonio, meglio è che se ne stia a casa, nelle sue stanze, onde evitare che sospetti di infedeltà ne infanghino la reputazione. Solo se accompagnata da altre donne, può uscire. Per il marito è fondamentale avere figli legittimi, soprattutto maschi, futuri detentori della piena cittadinanza nella polis. Come ricorda la grecista Eva Cantarella ne L’ambiguo malanno, la collocazione femminile, che si tratti di moglie, concubina, etera o addirittura prostituta, è determinata in relazione al rapporto con l’uomo. Non stupisce che le esponenti del sesso femminile siano escluse dalla vita politica.
LE ECCEZIONI
In questo quadro così limitante, tuttavia, ci sono state delle eccezioni luminose. Innanzitutto, letterate fra cui spicca l’immortale Saffo, di cui abbiamo scritto su queste pagine. E poi cortigiane, spesso talmente belle da divenire modelle per gli scultori, come Frine. In questa categoria rientrano, ma non completamente, le etere (heterai, “compagna") di cui parla Demostene. Pur essendo difficili da “incasellare”, le etere sono assimilabili a donne che fanno compagnia, anche in senso intellettuale e culturale, agli uomini. Ponendosi al loro livello, tanto da avere relazioni consensuali. Si tratta a volte di ex schiave oppure di straniere, dotate di un’educazione raffinata, con ampie conoscenze di arte, musica, danza, dialettica. Brillanti conversatrici, vengono condotte ai simposi e ricevono magnifici regali. Hanno accesso autonomo al denaro, che guadagnano e su cui pagano le tasse. Sono abili manager, a capo di aziende di “accompagnatrici” (assolutamente non “pornai”, non prostitute). Inoltre esercitano una notevole influenza sugli uomini, spesso potenti e ricchi. Fra le etere, particolarmente celebre è rimasta Aspasia. Nata intorno al 470 a.C. e originaria di Mileto, in Asia Minore, ella si lega allo statista ateniese Pericle, che dopo qualche tempo si separa dalla moglie (o resta vedovo). Ha anche un figlio da lui, Pericle il Giovane. Molti sono gli insulti, le umiliazioni che Aspasia deve tollerare – basti pensare a ciò che scrive Aristofane – perché il suo ascendente su Pericle è mal visto. Viene chiamata “sfacciata meretrice” e accusata di dirigere un bordello.
LA STIMA
Eppure c’è chi, come Socrate, la ammira. Tanto da credere che sia lei l’autrice del celebre Epitaffio, pronunciato dallo statista. Anche Platone la apprezza molto. Secondo Plutarco, Aspasia “gestiva a piacimento gli uomini più importanti dello Stato, forniva ai filosofi l’occasione di parlarne in termini esaltati e in modo approfondito”. É l’animatrice di un salotto culturale e il suo compagno “l’ama con tenerezza straordinaria”.
Nel 429 a.C., durante la peste, Pericle perde entrambi i figli legittimi, per cui la polis gli concede un cambio della legge di cittadinanza, in modo che il figlio avuto da Aspasia diventi cittadino ateniese e lei sia legittimata. Subito dopo, lo statista muore. Si dice che poi Aspasia sia diventata la compagna del politico Lisicle. E che, grazie a lei, questi sia divenuto una figura di spicco nel panorama greco. Già allora, dietro un grande uomo c’era una grande donna. Ma anche allora la libertà aveva un prezzo.