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 2024  luglio 18 Giovedì calendario

Periscopio

Silenzi e bullismo. Le ombre del killer. Corriere della Sera.
Cnn: «Complotto iraniano per uccidere Trump». il Giornale.
Secondo Fritz Leiber, uno scrittore di fantascienza, «con la teoria del complotto si può spiegare tutto, anche l’origine dell’universo». Pierpaolo Albricci, ItaliaOggi.
La sinistra strilla per il Trump-bis. La Borsa invece vola. Libero (da oggi «Make Libero Great Again»).
Orbán rivela i piani del tycoon: «Farà la pace con la Russia e l’Europa si dovrà adeguare». Repubblica.
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha compiuto un passo senza precedenti prendendo carta e penna per sconfessare Viktor Orbán e la sua «missione di pace» in Ucraina [e a Mosca e alla corte di Trump] perché va contro le posizioni dell’Ue e la stessa pace in Ucraina. il Foglio.

Joe Biden: «Quarcuno me può sparà a ’n orecchio». Osho, il Tempo.
Il «rimbambito» ha sfornato risultati economici stellari, salvato l’Ucraina, stoppato Russia e Cina. E ha perfino messo la testa nel vespaio mediorientale. Mentre il Leone di Butler, Pennsylvania, parole molto simili a quel «Fight» le aveva già rivolte ai suoi fan in un altro giorno dopo il quale si disse che «nulla» sarebbe stato «più come prima». Solo che quel giorno – il 6 gennaio 2021 – i suoi fan non si erano limitati a gridare «Iu-Es-E, Iu-Es-E» ma avevano assaltato il Congresso per fare a pezzi con le loro mani Nancy Pelosi insieme al vicepresidente Pence, che non volle rovesciare l’esito del voto presidenziale. I morti furono almeno 7. Il punto del Corriere della Sera.
Sono incerto tra pensare che Trump sia uno stronzo cinico come Nixon (non sarebbe poi così male) o che non sia piuttosto l’Hitler d’America. J.D. Vance, candidato vicepresidente di Trump (febbraio 2016).

Nella nostra cultura non c’erano eroi. Nel 2008 Barack Obama era l’uomo più ammirato d’America, ma anche quando il paese era estasiato dalla sua ascesa, quasi tutti gli abitanti di Middletown lo guardavano con sospetto. George W. Bush aveva pochi fan. Molti amavano Bill Clinton, ma erano ancora più numerosi quelli che vedevano in lui il simbolo della decadenza morale americana, e Ronald Reagan era morto da tempo. Eravamo fieri delle nostre forze armate ma non c’era una figura alla George S. Patton. (…) Il programma spaziale, che era sempre stato una fonte d’orgoglio, s’era estinto come i dodo e, con esso, gli astronauti di fama. (…) Ci sentivamo intrappolati in due guerre apparentemente senza speranza, in cui una quota esagerata di combattenti veniva dal nostro quartiere, e in un’economia che non era in grado di mantenere la promessa più elementare del sogno americano: uno stipendio sicuro. J.D. Vance, Elegia americana, Garzanti 2017.

J.D. Vance avrebbe potuto optare per molti argomenti cui dedicare le sue dichiarazioni. Ha deciso di parlare d’Israele e accusato il presidente Joe Biden di ritardare l’avvicinamento tra Israele e Arabia Saudita e di complicare la lotta contro Hamas. (…) Sembrerebbe la posizione d’un sostenitore dello Stato ebraico, ma il nitore del suo sostegno cambia quando si parla di lotta contro l’antisemitismo: dalle allusioni al miliardario ebreo George Soros, alla difesa, seppur blanda, dell’adunata neonazista a Charlottesville, in Virginia, in cui venne uccisa una donna, al sostegno esplicito per la deputata della Georgia Marjore Taylor Greene che ha diffuso cospirazioni antisemite e banalizzato l’Olocausto. Micol Flammini, il Foglio.
A quanto pare, il Rassemblement National insiste nel definire problematica la nomina del generale Roberto Vannacci a vicepresidente dei Patrioti, il gruppo parlamentare filoputiniano e sostanzialmente antieuropeista messo insieme nel parlamento di Strasburgo da Viktor Orbán. Il motivo sono quelle stesse affermazioni omofobe (tra le altre) che hanno sollevato tante polemiche in Italia. (…) Resta da capire se per la Lega ormai sia diventata di sinistra persino Le Pen o se sia la Lega a essere diventato un partito impresentabile persino per l’estrema destra francese. O entrambe le cose.La linea di Francesco Cundari.

La democrazia è stata inventata perché la guerra non fosse prosecuzione della politica: la democrazia, diceva Guido Calogero, è il sistema di contare le teste invece di romperle. Mattia Feltri, La Stampa.
Salvini dispone oggi d’un medio-partito d’estrema destra, fastidioso per la leader di FdI come sanno essere d’estate i nugoli di zanzare. Tuttavia la notizia è che la Meloni, di cui si raccontava la contrarietà ad avere concorrenti alla sua destra, ha accettato la nuova versione del «salvinismo». Come ha subito la nascita di nuove formazioni europee figlie d’una scissione dei Conservatori, da Orbán agli spagnoli di Vox. (…) L’atlantismo coerente e professato ad alta voce, che le ha guadagnato la stima dell’amministrazione Biden, è una scelta che richiede d’essere confermata col voto per la Commissione. (…) In concreto, il voto favorevole a Ursula è l’unica strada logica per la premier. Sarebbe il primo approdo (non l’ultimo) dell’evoluzione conservatrice del partito e la sola opzione che consentirebbe a lei d’avere un margine di manovra in Europa. Stefano Folli, Repubblica.

Alé. Terremoto politico-giudiziario anche a Venezia. Galera e domiciliari per tutti.ItaliaOggi.
[Oggi] l’intera sinistra italiana sfila a Genova in una (discutibile) manifestazione per chiedere le immediate dimissioni di Toti da presidente della Liguria. Ma è solo una prova generale. Giovedì lo stesso schieramento si ritroverà per una gran spaghettata contro la riforma di Calderoli. [È] l’ingresso in campo, stavolta definitivo, dello «schieramento unitario» proposto qualche giorno fa alla Bolognina dal segretario dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo. Il quale Pagliarulo, per rendere più attraente l’iniziativa volta a dare inizio alla raccolta delle firme, ha promosso «una pastasciutta contro l’autonomia differenziata» scegliendo come data il giovedì in cui si celebra «l’ottantunesimo anniversario della caduta del fascismo». Fascismo che, detto per inciso, andò effettivamente in frantumi il 25 luglio del 1943. Ma non su iniziativa dei partigiani, di cui Pagliarulo è erede, bensì dei gerarchi del Gran Consiglio, i quali, in combutta con Vittorio Emanuele III, si ribellarono a Mussolini e lo disarcionarono. Ma fa lo stesso. Paolo Mieli, Corriere della Sera.
Chi la fa non sempre l’aspetti. Roberto Gervaso.