Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  luglio 29 Lunedì calendario

Oggi 228 - Tuoni e fulmini

Quanto pesa una Smart?

Vuota, 935 chili.

E che vento ci vuole per sollevare una Smart e scaraventarla a 25 metri di distanza?

Ah, stiamo parlando della povera Noemi, la cuoca di 26 anni che prese la Smart per andarsi a comprare le sigarette, incontrò invece un tornado, spaventata fermò la macchina e il tornado sollevò l’auto e la scaraventò a 25 metri di distanza, fracassandola e uccidendo sul colpo quella sfortunata.

Già, una fatalità straziante.

Ci vuole un vento da 218 chilometri all’ora almeno. Ma a dire il vero, non si tratta più di un vento, ma di un tornado o ciclone o tromba d’aria. Tutti sinonimi.

Ma che sta succedendo, in realtà? C’è quell’altra donna, una norvegese, venuta in Italia per una maratona e morta perché colpita da un fulmine.

Una sfortuna. Però luglio è il mese in cui cadono più fulmini, e l’Alto Adige è una delle zone statisticamente più colpite. Nel decalogo “Come difendersi dai fulmini” stilato dal colonnello Giuliacci, al primo posto c’è: quando c’è pericolo, non state all’aria aperta. Il venerdì in cui è morta la povera Silje Fismen, 45 anni, sono caduti in Alto Adige 14 mila fulmini in un solo giorno.

C’entra il riscaldamento globale?

Siamo su un territorio pieno di incertezze, quello della meteorologia. Uno studio realizzato a Berkeley qualche anno fa stima che il riscaldamento globale, portandosi dietro una maggiore formazione di nuvole, avrà come conseguenza anche una maggior caduta di fulmini. Quegli scienziati stimavano aumenti di scariche elettriche del 50% almeno.

Si può fare qualcosa?

Il nesso tra riscaldamento globale e tornadi e fulmini è abbastanza certo. Quindi si tratterebbe di innescare comportamenti virtuosi complessivi, quelli che ci vengono raccomandati per contrastare l’aumento delle temperature. Ammesso che il riscaldamento globale sia colpa dell’uomo, come sostiene la maggioranza degli scienziati. Una minoranza consistente contesta infatti questa tesi: il riscaldamento globale esiste - dicono questi studiosi - ma l’uomo, nonostante il suo incessante darsi da fare, di fronte all’enormità dei fenomeni naturali, resta una presenza insignificante.