15 luglio 2019
Oggi 226 - Rubli
Insomma, Salvini i soldi dai russi li ha presi o no?
Si direbbe di no.
Ma se non li ha presi...
Non si tratta solo di questo. Ma scusi: tre italiani e tre russi si incontrano all’hotel Metropol lo scorso 18 ottobre proprio mentre il nostro ministro degli Interni è in visita a Mosca. Uno dei tre italiani - questo Gianluca Savoini - è a capo di un’associazione che si chiama Lombardia-Russia. Ha una moglie russa. Va in Russia di continuo e sempre quando ci va Salvini. Quindi è uno che ha dimestichezza con Salvini (qualunque cosa dica Salvini adesso) e con i funzionari di quel Paese. Quel giorno al Metropol i sei discutono di una partita di tre tonnellate di petrolio, valore 1,5 miliardi di dollari, che dovrebbe/potrebbe essere acquistata dall’Eni e dalla quale si potrebbe stornare una tangente di 65 milioni da versare segretamente alla Lega in vista di elezioni «dietro l’angolo», in modo da far procedere il disegno politico che accomuna il Carroccio e Putin. Cioè, dice Savoini: «Vogliamo cambiare l’Europa, l’Europa deve essere molto più vicina alla Russia».
Ma sono tutte chiacchiere...
Bisogna vedere. Intanto anche se non si trova traccia di versamenti alla Lega, si sa che queste operazioni oggi vengono fatte mediante trasferimenti di denaro attraverso altri canali, soprattutto import-export tra aziende apparentemente estranee alla politica. Poi: la disinvoltura con cui i sei parlano di cose come questa autorizza a pensare che discorsi simili siano già stati fatti altre volte, nessuno si mostra sorpreso, voglio dire: la cosa, per tutti e sei gli interlocutori appare normale.
Sappiamo questo da un nastro, che potrebbe essere stato manipolato.
È vero. E BuzzFeed, il sito che ha diffuso la registrazione, è un noto luogo di fake-news. Però a registrare l’incontro non possono essere stati che i russi e sono quindi loro che lo hanno fatto avere a BuzzFeed. Questo autorizza a pensare che si tratti di un messaggio di Putin a Salvini perché non faccia troppo l’amico degli americani. Insomma, la commissione d’inchiesta auspicata dal Pd con l’assenso del M5s e l’appoggio di Conte è giustificata. E Salvini fa male - con la scusa che si tratta di “fantasie” - a non voler venire in Parlamento a spiegarsi.