1 luglio 2019
Oggi 224 - Lavoro
A quanto pare, si muove qualcosa nel mercato del lavoro italiano. Almeno a guardare gli ultimi dati resi noti dall’Istat, i primi positivi da quando sono al governo Lega e M5s, che ora infatti rivendicano la bontà del loro Decreto Dignità.
La disoccupazione è scesa?
Per la prima volta dal 2012 è sotto la soglia del 10% (9,9), e quella giovanile al 30,5, contro il 31,1 di aprile. In più il tasso di occupazione è ai massimi dal 1977: il 59% della popolazione in età di lavoro. A maggio gli occupati erano 67 mila in più rispetto ad aprile e 92 mila in più sull’anno precedente. Numeri che dovrebbero far sorridere, eppure…
Eppure?
La crescita riguarda soprattutto gli over 50, mentre per i giovanissimi è praticamente tutto fermo. I 15 mila disoccupati in meno tra chi ha 15-24 anni non dipendono dal fatto che sono stati assunti, ma dal fatto che sono diventati «inattivi», ossia non cercano più un impiego e quindi sono usciti da una lista per entrare in un’altra. Altro dato non buono: tra i 67mila lavoratori in più ci sono solo mille donne. Più in generale, bisogna tenere presente che l’Istat – che da inizio anno ha un nuovo presidente, Gian Carlo Blangiardo, nominato dal governo gialloverde – considera «occupati» tutti coloro che abbiano svolto almeno un’ora di lavoro nella settimana di riferimento. Tradotto, basta aver lavorato un’ora in sette giorni e sei considerato «occupato». È possibile che molte imprese abbiano assunto a tempo parziale, facendo aumentare l’occupazione, anche se l’economia nel complesso si è mossa pochissimo. Per capire meglio bisognerebbe conoscere il dato sulle ore lavorative, numero che in rapporto al tasso di occupazione indica qual è stato l’andamento della produttività, dato che l’Istat di Blangiardo non l’ha reso pubblico.
Sta dicendo che la ripresa non è ancora arrivata?
Tutti gli indicatori economici si piegano verso il basso, dal Pil agli investimenti, dagli investimenti alle decine di crisi industriali, l’Ilva, Whrlpool e il resto. Sembra un grande paradosso. Per ora si può dire che, a un anno dall’entrata in vigore del Decreto Dignità, se il lavoro cresce, il precariato non è tuttavia sconfitto.