27 maggio 2019
Oggi 219 - Europee
...quindi Di Maio sarà costretto a fare la crisi e il prossimo vero avversario di Salvini sarà il Pd, l’altro vincitore...
Piano, piano.
Sto parlando delle elezioni europee.
Certo, ho capito.
Scusi, perché mi dice “piano, piano”? Di Maio ha dimezzato i voti delle politiche 2018 e Salvini li ha raddoppiati. Il Partito democratico ha guadagnato quattro punti percentuali e domina nelle grandi città come Roma, Milano e Torino. Il quadro mi pare chiaro.
Non ci giuri.
Perché?
Ma intanto il Partito democratico ha in realta perso 110 mila voti, cioè ha raccolto meno del Pd renziano. La percentuale risulta più alta perché ha votato meno gente. Da quel lato, direi, c’è ancora molta strada da fare.
Va bene. Però, già la sera del trionfo Salvini ha declamato la lista delle cose da fare subito, un menu indigeribile per i cinquestelle: l’autonomia delle Regioni del nord, la Tav e le grandi opere...
Sì, e potrebbe benissimo succedere quello che lei ha previsto: cioè pur di non ingoiare quei rospi, Di Maio potrebbe andare da Mattarella e annunciargli che i grillini non ci stanno. E però c’è questo problema: nel M5S circola adesso il terrore che una nuova prova elettorale certificherebbe un’ulteriore caduta nei consensi. Di Maio ha poi un problema personale: Casaleggio, già prima del voto, aveva escluso la possibilità di abrogare la regola dei due mandati. Quindi, per Di Maio, questa è in ogni caso l’ultima corsa, non sarà candidato un’altra volta. E nelle sue stesse condizioni, tra i parlamentari grillini, ce ne sono molti. Sarà meglio, per loro, tenerselo stretto, questo governo.
Ma a Salvini non converrebbe andare alle elezioni? Ha il 34 per cento dei consensi, ma a Bruxelles, dove questo successo conta poco. A Roma vale sempre il 17% dell’anno scorso.
Salvini non vuol essere lui a fare la crisi. Meno che mai a freddo. L’intenzione è quella di adoperare lo scioglimento delle camere e il suo prevedibile trionfo come una minaccia da far valere anche in Europa.
Già, l’Europa. Che succederà in Europa?
Nonostante il primo posto di Salvini, della Le Pen in Francia, di Farage in Gran Bretagna e di Orbán in Ungheria, non avremo un Parlamento e una commissione sovranisti, perché i vecchi partiti hanno retto. Infatti si prevede che il 5 giugno sia spedita al governo italiano una lettera in cui si minaccia, per via dei nostri conti pubblici in disordine, una multa all’Italia di 3,2 miliardi. Lì vedremo quello che Salvini è capace di fare.