13 maggio 2019
Oggi 217 - Farmaci
Bisogna che ogni tanto diciamo a noi stessi: «Meno male che sono nato in Italia». O almeno: «Meno male che sono nato in Europa».
E quando dovremmo consolarci in questo modo?
Per esempio, quando dobbiamo comprare una medicina o abbiamo bisogno di una Tac. Fossimo in America, staremmo freschi.
Cioè?
Per fare una Tac a New York ci vogliono ottomila dollari. Una visita medica privata da uno specialista costa 750 dollari. La visita dal medico di base 300 dollari. Per una scatola di antibiotici per curare l’influenza di stagione ci vogliono 120 dollari. Sul Sole 24 Ore Riccardo Barlaam ha raccontato la storia della signora L.M., torinese, diventata americana: le è venuto un tumore, l’assicurazione l’ha assistita, è guarita, poi ha chiesto all’assicurazione una nuova polizza e quelli gliel’hanno rifiutata perché il cancro sarebbe potuto ricomparire. La signora è dovuta tornare in Italia per star tranquilla e rimettersi sotto la coperta del nostro Servizio Sanitario Nazionale.
Sembra impossibile.
Sul prezzo delle medicine adesso è scoppiato in America uno scandalo enorme: 44 stati hanno citato in giudizio 20 case farmaceutiche accusandole di aver fatto cartello per manipolare i prezzi verso l’alto di almeno cento medicinali molto importanti: compresse o iniezioni per combattere Aids, asma, cancro, diabete, depressione. Prezzi moltiplicati anche per mille, incassi per miliardi di dollari. Le case fafrmaceutiche negano tutto, ma non è la prima volta che capita. Uno scandalo simile sta mettendo in grave difficoltà quelli di Nea Demokratia in Grecia, dove le case farmaceutiche avrebbero corrotto mezzo sistema politico. Da noi c’è stato il caso dell’intesa Roche-Novartis che si sarebbero messe d’accordo per spingere, nella cura della maculopatia, il farmaco più caro rispetto a quello meno caro, essendo tutti e due ugualmente efficaci.
Quindi queste cose possono succedere anche da noi.
Sì, ma è molto più difficile. C’è un controllo europeo e soprattutto, in Italia, c’è su tutto il mercato la supervisione dell’Aifa - la nostra Agenzia del farmaco - che esamina qualunque prodotto prima che sia messo in commercio e decide se debba essere catalogato nella fascia dei rimborsabili o no. Un sistema magari un minimo farraginoso e che, come tutti i sistemi, può presentare qualche falla, specie se ci si mette di mezzo la corruzione. Ma la Tac a ottomila euro, quella no.