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 2019  febbraio 25 Lunedì calendario

Oggi 206 - Grillini

Stiamo scrivendo di martedì (martedì 26 febbraio 2019) ed è bene dirlo perché qui le cose cambiano ad ogni minuto.

Sono gli effetti delle elezioni-terremoto in Sardegna.

Il M5s ridotto al 10% quando alle politiche dell’anno scorso aveva preso il 42. Trecentomila voti persi. La grillina Nugnes che vuole ridiscutere la leadership di Di Maio. Lo stesso Grillo che dal palco di Catania dice: «Chi sono, chi siete... Cosa fate. Non so con chi prendermela, con Di Maio, con suo papà... Forse non siamo all’altezza, forse siamo principianti come dicono».

Il governo cade o non cade?

Il fatto è che neanche Salvini ha vinto troppo trionfalmente. Ipotizzando che ci sia una crisi di governo, Mattarella scioglierebbe le camere e Salvini sarebbe probabilmente obbligato dai numeri ad allearsi con Berlusconi. Cosa che, a livello nazionale, non vuole assolutamente. D’altra parte, la vittoria non luminosissima in Sardegna sembrerebbe consigliare il capo leghista di affrettarsi ad incassare la cambiale di consensi costruita in questi mesi soprattutto a danno dei grillini. Questo è il dilemma leghista, e lasciamolo ai leghisti.

Invece Di Maio e soci?

Che non accada nulla è difficile. Si parla di una scissione del partito: gli alleati di Fico, e odiatori di Salvini, sarebbero pronti a uscire non sopportando più la linea governista dei vertici. D’altra parte Di Maio non vuole e non può mollare il governo, dato che, in questo caso, non avrà una seconda occasione. Calcoli oscuri misurano nel 15% della forza parlamentare pentastellata la pattuglia pronta a passare con la Lega pur di non vedere le camere sciolte. È lo scenario che non dispiacerebbe neanche a Berlusconi: Mattarella potrebbe essere tentato di non sciogliere le camere e metter su un governo guidato da Salvini e retto da Lega-Berlusconi-Meloni e un pezzo del vecchio Movimento 5 Stelle.

Altrimenti?

Di Maio va dicendo che vuole trasformare il Movimento in un partito vero, con il congresso, il segretario, la direzione, il comitato centrale e, soprattutto, le articolazioni locali, oggi inesistenti. Casaleggio non è per niente d’accordo. Tra poco ci sono le elezioni regionali in Basilicata e non so se il grillismo è in grado di sopportare un’altra batosta. Dicono di voler puntare al 30% (auguri). Non c’è peggior nomea, per qualunque elettorato, di quella dei perdenti.