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 2019  gennaio 14 Lunedì calendario

Oggi 200 - Recessione

Sento di nuovo la parola “recessione”...

Sì, è il contrario della parola “crescita”. Il Pil, invece di salire, scende, oppure non sale quanto potrebbe. Lei ha chiaro il concetto di “Pil”?

Prodotto Interno Lordo?

Tutto quello che produciamo, tutto il denaro che riusciamo a muovere. Si confronta il Pil di quest’anno col Pil dell’anno scorso, in genere a blocchi di tre mesi. Se il Pil di quest’anno è più basso, si comincia a temere la recessione. Se trimestre dopo trimestre resiste il segno negativo allora si parla senz’altro di “recessione”. Negli Stati Uniti l’etichetta “recessione” si applica quando vanno male due trimestri consecutivi. Più o meno il resto del mondo si attiene a questo criterio.

Siamo in recessione?

Il nostro ministro Tria dice che non siamo in “recessione”, ma in “stagnazione”. In poche parole: siamo fermi o cresciamo poco. È preoccupante soprattutto la proiezione futura: cresceremo poco sia quest’anno che nel 2020. Lo zero sette o lo zero otto per cento. Il quadro è parecchio grigio anche perché tutta l’Europa è in stagnazione o sull’orlo di una recessione. A cominciare dalla Germania, che se smette di fare la locomotiva...

Perché siamo in recessione o in quasi recessione?

Si dà di massima la colpa ai contrasti tra Stati Uniti e Cina e ai dazi con cui i due minacciano di farsi la guerra. Con i dazi ci si propone di proteggere la produzione di casa, ma si provoca anche un aumento di prezzo delle merci. Costando di più, le merci si vendono di meno (“caduta della domanda”). Gli europei, compresi gli italiani, e soprattutto i tedeschi, hanno passato gli ultimi anni a vendere all’estero, badando poco alla domanda interna. Nessuna ricetta, in economia, vale per sempre. Ed ecco qua, arriva il conto.

In che modo i governi potrebbero sollecitare la domanda interna?

Mettendo soldi nelle tasche dei cittadini. Per esempio, abbassando le tasse. Ma i soldi del fisco rappresentano il potere dei politici, che hanno in questo modo risorse da distribuire per comprare consenso. Cambiare logica è molto complicato, e comunque richiede tempo e armonia tra tutti i soggetti coinvolti.

Il reddito di cittadinanza non è un modo per mettere soldi nelle tasche della gente?

Si mettono soldi in certe tasche col sistema di prelevarli da altre tasche. Mah. Comunque Di Maio prevede un boom tipo anni Sessanta. Speriamo.