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 2018  dicembre 24 Lunedì calendario

Oggi 197 - Manovra

Che ne è rimasto di tutte le promesse del governo?

Che promesse?

 

Dovevamo andare in pensione prima, il reddito di cittadinanza per i disoccupati...

Lei sta parlando della cosiddetta “manovra”, la legge di bilancio da approvare entro la fine dell’anno, quella che stabilisce quanto e come lo Stato spenderà nel 2019 e dove troverà i soldi per spendere quello che si propone di spendere.

Già, appunto.

Il problema è che la legge di Bilancio preparata da Salvini e Di Maio, con forti resistenze da parte del ministro Tria, non piaceva per niente a Bruxelles, che aveva promesso, se avessimo insistito, di procedere contro di noi facendoci pagare multe salatissime. Senza un ripensamento, con la procedura incombente, i mercati avrebbero continuato a vendere i titoli del debito italiano, provocando indirettamente un rialzo dei mutui e una stretta del credito. Così domenica notte Conte, Tria, Salvini e Di Maio sono rimasti riuniti per quattro ore a Palazzo Chigi per capire come uscirne. Per i due politici - Di Maio e Salvini - c’era il problema delle promesse fatte in campagna elettorale. Cioè, eventualmente, la perdita della faccia.

Com’è finita?

Pare che Conte, per convincerli, abbia minacciati le dimissioni. Il compromesso raggiunto non sarà chiaro nei dettagli fino a che non vedremo i testi scritti, ma intanto possiamo dire che: la famosa tassa sulle automobili è praticamente saltata, resterà solo per i Suv, mentre continueranno a esserci i bonus per chi compra macchine non inquinanti; il reddito di cittadinanza partità come minimo alla fine di marzo e si farà in modo di restringere la platea degli aventi diritto; i tagli alle cosiddette pensioni d’oro (quelle da 4.500 euro netti al mese) resteranno in piedi con aliquote progressive tra il 10 e il 40% relative alla parte eccedente i 90.000 euro lordi l’anno; anche la quota 100 per le pensioni (100, cioè la somma dell’età anagrafica e di quella previdenziale) subirà una qualche frenata, perché Salvini ha dovuto rinunciare a due dei sei miliardi stanziati all’inizio. Ma i dettagli, come le ho detto, li sapremo in seguito.