17 dicembre 2018
Oggi 196 - Pm10
Cavour andò a Parigi nel 1835 e scrive nel suo Diario che s’accorse d’esser prossimo alla città perché dal finestrino della carrozza vide in lontananza una gigantesca nube nera... Le città erano già a quel tempo delle centrali termiche: calore, polveri, inquinamento...
Questa rubrica non si chiama «Manuale d’attualità»?
Sì, l’ho presa alla lontana ma la faccenda è di adesso: l’Ispra l’altro giorno ha diffuso il suo annuale rapporto intitolato Qualità dell’ambiente urbano. Ispra significa Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Questo Istituto certifica che in 19 aree urbane italiane, al 10 dicembre, il limite giornaliero di Pm10 era stato superato parecchie volte. La peggiore è quella intorno al comune di Rezzato, nel Bresciano (87 sforamenti), seguita da quelle che fanno capo a Torino e Lodi (69 giorni fuori legge). La migliore è Viterbo: mai oltre i limiti.
Diciannove città sono in definitiva poche, no? I comuni italiani sono più di ottomila.
Ne sono stati esaminati 120, scegliendo naturalmente quelli dove questa ricerca ha un senso. Forse 19 città non sono troppe, e in effetti l’Ispra segnala che questi valori relativi a Pm10, Pm25 e biossido di azoto sono in diminuzione ovunque. Non consoliamoci troppo, però: lo scorso maggio la Commissione europea, la stessa che in questi giorni ci ha tormentato per il bilancio, ci ha deferito alla Corte di giustizia europea per aver violato le norme europee antismog. La procedura era cominciata nel 2014. Rompiamo troppe volte il limite relativo al Pm10, ci hanno ammonito un sacco di volte e noi, benché in miglioramento, procediamo alla bonifica dell’aria troppo lentamente.
Che cos’è questo Pm10?
Particelle microscopiche il cui diametro è uguale o inferiore a 10 millesimi di millimetri. Si tratta di roba che galleggia nell’aria, polvere, fumo e altro. Il limite è di 50 microgrammi per metrocubo. Siamo fortunati che il tempo non è bello: freddo e sole incrementano la presenza del particolato, costringono i sindaci a provvedimenti estremi che forse ricorderà: targhe alterne, biglietti unici per i mezzi pubblici, ecc. A Parigi sono arrivati a dare soldi a chi va al lavoro in bicicletta.
Che si può fare?
Tenere più bassi i riscaldamenti, responsabili almeno per il 50% dell’aria cattiva. Poi girare con auto che non sporcano. Il governo ci aveva provato, sia in Italia che in Francia. In Francia sono scesi in strada i gilet gialli. In Italia Di Maio e Salvini hanno avuto paura di perdere voti tra quelli che comprano le cilindrate più piccole. In teoria, tutta gente anti-casta.