Corriere della Sera, 17 luglio 2024
Cartoon rinascimentale e parole latine. Cucinelli rifà il sito con l’AI «umana»
Meno di due mesi fa Brunello Cucinelli aveva portato al «simposio della tecnologia e dell’anima» nella sua Solomeo, piccolo borgo nei pressi di Perugia, alcune delle menti più brillanti – e influenti – della Silicon Valley. In una pausa dei lavori, uno dei conferenzieri osservava allibito un cronista che prendeva appunti non con un palmare ma tramite una vecchia stilografica a stantuffo: pareva che nella stanza fosse improvvisamente apparso un Aardvark, o qualche altro stranissimo animale del National Geographic. «Usi anche tu la penna, Brunello?», chiese il miliardario americano sapendo che l’imprenditore della moda non usa lo smartphone. Con un sorriso beatifico, estrasse dal taschino un mozzicone di matita: «Così, se serve, cancello e riscrivo».
La radicale reinvenzione tecnologica in corso alla Brunello Cucinelli spa nasce proprio dal fascino, quasi ipnotico, che il fondatore esercita sui «ragazzi di San Francisco», come li chiama lui, cioè «Jeff» (Bezos di Amazon), «Marc» (Benioff di Salesforce), i fondatori di Instagram, il suo fraterno amico Reid Hoffman di LinkedIn. Ieri, al Piccolo Teatro di Milano, Cucinelli ha presentato il suo nuovo sito, www.brunellocucinelli.ai che abbina umanesimo e tecnologia in una piattaforma volta a far nascere l’«Umana intelligenza artificiale». È un sito che non ha pagine, menù, indici, finestre a pop-up, niente di ciò che abbiamo visto, navigando, dagli anni Novanta a oggi: un’idea di futuro radicale, un’esperienza nella quale si dialoga con l’AI che risponde alle domande, propone idee, dà informazioni all’interno di un mondo animato, una sorta di cartoon rinascimentale.
«Non volevo un mio avatar – ha spiegato al Corriere Cucinelli dopo l’evento – Non volevo un’esperienza fredda, asettica, ma aprire la porta di un mondo poetico. Legare armoniosamente il futuro che ci attende al più amabile passato non è un esperimento: è l’inizio di una fase. Quasi tre anni di lavoro d’un gruppo di ricercatori con interessi diversi – provenienti dal mondo della matematica, dell’ingegneria, dell’arte e della filosofia —, senza paura. È il bel frutto d’una pianta che nasce dalla più antica sapienza».
È evidente che la piattaforma Solomei AI – all’inglese Cucinelli nel sito preferisce saggiamente il latino per differenziarsi sul pronti-via dal resto del mondo tech – è proprietaria, e al di là di quel che abbiamo visto ieri verrà trasferita appena pronta anche sul e-commerce portando un’innovazione competitiva sul modo di mostrare, e vendere, digitalmente i propri prodotti.
«La questione della AI che rischierebbe di sostituire l’intelligenza umana è secondo me malposta. Perché sostituire, quando si può valorizzare l’intelligenza umana? Quando parlano di tecnologia i miei amici di San Francisco taccio e ascolto affascinato. Io ho fatto ingegneria e ho dato un esame solo, che ingegnere sono? Stiamo preparando una grande biblioteca a Solomeo, per adesso siamo “soltanto” a 70 mila volumi ma diventerà più grande e aperta a tutti. A volte mi domando se forse non avrei dovuto studiare di più l’inglese e giocare meno a carte con gli amici al baretto. Per adesso la AI mi traduce tutto in tempo reale ma non è capace di fare scopa col 7 di bastoni. Non ancora, almeno (ride, ndr )».