il Fatto Quotidiano, 17 luglio 2024
Il primo giorno di scuola degli europarlamentari
“Papà vieni anche tu all’acquapark?”, “Tutto quello che è parco divertimento non mi diverte”. All’imbarco di Fiumicino, destinazione Strasburgo, Dario Nardella discute con i figli; con lui la moglie, la nonna, il cane. Il volo è quello per il Parlamento europeo che ha accolto ieri anche l’ex sindaco per l’insediamento dei neo deputati nella prima giornata di lavoro, con l’elezione della presidente Roberta Metsola, al secondo mandato, e dei suoi vice. Sullo stesso volo, anche Nicola Zingaretti e Sandro Ruotolo.
Nella sede dell’emiciclo intitolato a Louise Weiss – giornalista e attivista – è un gran viavai: si spostano tavoli, si allestiscono reception. Si lustrano postazioni e poltrone; i commessi, in cerchio, studiano gli ultimi dettagli. Lunedì, alcuni militari dell’esercito hanno issato la bandiera d’Europa e la banda ha suonato l’Inno alla gioia. I deputati uscenti abbandonano la scena: scattano foto per l’ultima volta, in coppia con la fidanzata o in gruppo coi fedelissimi. Un solitario Dino Giarrusso si aggira per i corridoi: “Fino a domattina sono in carica! Riciclarmi? Io non mi riciclo, mi rinnovo”. Su un grande tavolo, i fogli di chi ha già ritirato il badge per votare: all’appello mancano – tra gli altri – Ilaria Salis e Mimmo Lucano. “Non solo non hanno il tesserino, a loro manca la firma di alcuni documenti che potrebbe escluderli dalle sedute”, spiegano gli impiegati: i due si presentano al fotofinish, a cinque minuti dalla scadenza per il ritiro. Il padre di Salis taglia corto: “Sono qui per un giro turistico”. Roberto Vannacci è entrato a Strasburgo già di lunedì, per la riunione con i Patriots of Europe – ha mandato un suo assistente a recuperare il tesserino –, ma nessuno lo ha visto andare via: è rimasto solo il trolley. Il Generale è ricomparso nella mattina di ieri: “I miei colleghi? Ne ho conosciuti molti: tutte nuove persone che avrò il piacere di stigmatizzare (sic!)”.
Tra i corridoi anche Leoluca Orlando, Pina Picierno, Antonio Decaro. Carola Rackete a passo svelto col suo abito rosso incrocia Siegbert Frank Droese. Tedesco, del gruppo Europa delle Nazioni sovrane, indossa un cappellino da baseball con lo slogan trumpiano Make America Great Again. All’appello anche Letizia Moratti, Nicola Procaccini, Stefano Bonaccini, Lucia Annunziata, Marco Tarquinio. Volteggia col cellulare in una mano, mentre è in diretta social, l’influencer cipriota Fidias Panayiotou: la sua fanbase gli ha consegnato il terzo posto alle elezioni. Il leader di estrema destra di Se acabò la fiesta (La festa è finita), lo YouTuber Alvise Pérez, arriva trafelato: è in ritardo e chiede di parlare solo in spagnolo. Cecilia Strada scherza sulle sue ansie tricologiche: “Mio figlio mi aveva detto di andare dal parrucchiere. Aveva ragione!”.
Passa rapido, evitando contatti visivi e domande, Jordan Bardella. Defilato Fredi Beleri, nordepirota, dopo la condanna in appello per voto di scambio, ha avuto un permesso di cinque giorni per lasciare il carcere: “Porterò il mio caso alla Cedu”, dice. Rima Hassan è la prima donna franco palestinese a sedere a Strasburgo: “Felicissima, sento la responsabilità delle mie origini, mi occuperò quasi esclusivamente di diritti umani”. Nel pomeriggio un applauso accoglie la rielezione a presidente di Roberta Metsola; Pina Picierno riconfermata alla vicepresidenza e il nuovo incarico (seppure al secondo voto) per la favorita di FdI, Antonella Sberna. In un’aula gremita e attenta, come al primo giorno di scuola.