il Fatto Quotidiano, 16 luglio 2024
Il punto su Toti
La voce rimbalza da settimane tra gli studi penali di Genova. Il Corriere della Sera l’ha pubblicata senza condizionali: la giunta della Regione Liguria vuole chiedere l’intervento della Corte costituzionale perché è stata privata del suo presidente, Giovanni Toti, agli arresti domiciliari dal 7 maggio con l’accusa di corruzione. L’ipotesi si basa su presupposti che paiono un po’ fragili: l’interdizione de facto di Toti dalla sua carica non sarebbe legittima perché avvenuta durante le indagini preliminari; in quanto politico eletto – secondo i suoi difensori – il governatore dovrebbe invece godere di uno status differente rispetto ai cittadini comuni. Per questo, gli assessori di Tori sarebbero pronti a presentare un ricorso per sollevare un conflitto d’attribuzione tra i poteri dello Stato, come era stato ventilato dal giudice emerito della Consulta Sabino Cassese in un parere che era stato depositato dalla difesa al tribunale del Riesame (e respinto con perdite dai giudici).
Al momento si tratta solo di speculazioni e ipotesi: non risulta avviata alcuna iniziativa per provare a “salvare” Toti dal procedimento in corso. Anche perché sotto il profilo del diritto l’idea di sollevare un conflitto di attribuzione pare quanto meno bizzarra. “Mi sembra un ragionamento difficilmente sostenibile”, spiega Massimo Villone, professore emerito di Diritto costituzionale alla Federico II di Napoli. “Vorrebbe dire che qualsiasi governatore con un problema giudiziario potrebbe avere un modo per sottrarsi al procedimento che lo riguarda. Sarebbe come mettergli un’aureola sopra la testa, una forma di santificazione”. Il giurista entra nel merito: “Le norme devono tutelare il funzionamento dell’istituzione, non certo tutelare l’individuo, prevedendo un trattamento differenziato per lui. A memoria, in passato abbiamo avuto almeno due tentativi di creare una sorta di scudo per quanto riguarda i processi penali, due leggi berlusconiane: la 140/2003 e 124/2008. Entrambe sono state dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale essenzialmente per motivi relativi al principio di uguaglianza. Il framework costituzionale chiaramente non è favorevole alla previsione di condizioni di privilegio solo per il fatto che si detiene una carica”.
Nel frattempo la procura di Genova ha dato parere positivo a un ciclo di incontri politici chiesto da Toti. Il governatore ha chiesto di poter vedere due suoi fedelissimi, gli assessori Giacomo Giampedrone e Marco Scajola, e soprattutto Matteo Salvini, capo della Lega e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Dopo il parere positivo dei magistrati manca l’ultima parola del giudice, ma dovrebbe trattarsi di una formalità. L’incontro con Salvini potrebbe essere un passaggio decisivo verso le eventuali dimissioni di Toti, ma il leghista ieri ha smentito che si tratti dell’argomento del loro faccia a faccia: “Spero di vedere Toti quanto prima”, ha detto Salvini, “ma non stiamo ragionando di elezioni in Liguria. Parleremo di lavoro, perché le inchieste non possono fermare i cantieri né a Genova né in Liguria né in tutta Italia”.