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 2018  febbraio 19 Lunedì calendario

Oggi 154 - Elezioni

Il Movimento 5 stelle e il centro-destra hanno vinto le elezioni. Pure, è possibile che si tratti di una vittoria inutile.

Hanno vinto in due? E perché la vittoria sarebbe inutile?

Il Movimento 5 stelle, in base ai risultati del voto del 4 marzo, ha raccolto circa il 32 per cento dei consensi e dovrebbe ottenere 221 seggi alla camera e 112 al senato (il conteggio è ancora in corso mentre scriviamo). Nell’ultimo voto politico, quello del 2013, ebbe circa il 25%. Si tratta dunque di un miglioramento di sette punti, rispetto a un risultato che già nel 2013 venne giudicato straordinario. È di sicuro di una grande vittoria. Quanto al centro-destra, la coalizione ha ottenuto circa il 36% e risulta quella con più deputati e più senatori: 260 e 135.

Chi dei due governerà?

Al momento nessuno dei due. Per governare bisogna avere dalla propria parte la maggioranza assoluta della cameras e del senato, cioè il 50% + 1 dei parlamentari. Questa maggioranza è minimo di 316 a Montecitorio e di 161 a Palazzo Madama. Riguardi i numeri che le ho detto prima: sia il M5s che il centro-destra sono molto lontani dall’obbiettivo.

In genere nessuno conquista il 50% dei voti, no? In genere, i primi si alleano con qualcuno che gli permette di fare maggioranza.

Già, ma stavolta c’è qualche problema. Un’alleanza non illogica, se si guardano i programmi, potrebbe essere quella tra il M5s e la Lega. Noi abbiamo detto che il centro-destra ha vinto, ma più esattamente dovremmo dire che hanno vinto la Lega di Salvini (17%, mai così bene in passato) e i Fratelli d’Italia della Meloni. Forza Italia ha ottenuto il risultato più basso della sua storia, e proprio il flop di Berlusconi, con questo voto definitivamente tramontato per la politica, ha impedito al centro-destra di vincere sul serio il piatto. Se però la Lega, e magari anche la Meloni, rompessero il patto con Berlusconi e si alleassero con Di Maio, il 51% sarebbe raggiunto e superato. È pura teoria: Salvini ha già detto di non voler mettere in piedi «alleanze strane» e il M5s punta a un’intesa col Pd senza Renzi. La lista dei ministri presentata a Mattarella da Di Maio alla vigilia del voto è in genere da gente di sinistra-sinistra.

Già, il Pd.

Ha preso un batosta. Il 18% dei voti, contro il 25% di Bersani nel 2013 e soprattutto il 40% dello stesso Renzi alle europee del 2014. Ci si aspettava che Renzi, dopo un risultato simile, si dimettesse da segretario. E infatti il giorno dopo le elezioni, si è dimesso e ha dato avvio alla fase congressuale. E però, caso unico nella storia, ha anche annunciato che le sue dimissioni saranno effettive solo dopo che si sarà dato vita a un governo. «Per il momento stiamo all’opposizione e non ci mettiamo d’accordo con nessuno. Di Maio, che ci hai coperto di insulti durante tutta la campagna elettorale, il governo fattelo da te». Quindi, se non succede qualcosa, addio Palazzo Chigi per il M5s.

E che cosa può succedere?

Mezzo Partito democratico è in rivolta, perché una parte dei democratici era pronta a un’intesa con i grillini, secondo un progetto messo in piedi dallo stesso presidente della repubblica. Per fare il governo M5s-Pd bisognerà prima cambiare il segretario. Altrimenti, l’unica strada è quella di nuove elezioni.