5 febbraio 2018
Oggi 152 - Kim
Una foto storica, diffusa dalle agenzie la settimana scorsa, mostra una signora con gli occhi a mandorla, imbacuccata in un cappotto nero, che stringe la mano a un signore con gli occhi mandorla, ripreso di spalle. Quest’immagine ha subito provocato un rialzo delle borse.
I due sarebbero?
Lei si chiama Kim Yo-jong. Lui si chiama Moon. Lui è il presidente della Corea del Sud. Lei è la sorella del dittatore Kim, che spadroneggia in Corea del Nord. Corea del Nord e Corea del Sud, ha presente? Le due Coree uscite dalla guerra del 1953.
Il Kim dittatore al nord è quello che ogni tanto tira qualche bomba atomica per spaventare gli americani.
Nella Corea del Sud sono in corso le Olimpiadi invernali. Trump ha fatto credere che finiti i Giochi - festa di pace - tirerà un qualche colpo a Kim «per fargli sanguinare il naso». Kim ha risposto aprendo improvvisamente al presidente della Corea del Sud, questo Moon: i due hanno concordato di partecipare con una sola squadra e una sola bandiera alle Olimpiadi, e hanno ricominciato a parlare di riunificazione. La parola «riunificazione» scotta: la Corea del Sud è un avamposto americano in Asia, quella del Nord un avamposto cinese nel Pacifico.
Basta giocare a hockey tutti insieme per farci credere alla pace?
La sorella Kim ha consegnato a Moon un biglietto scritto di pugno dal fratello Kim. Kim propone a Moon un incontro. La sorella Kim occupa un posto importantissimo nelle gerarchie nordcoreane: siede nel Poliburo e dirige l’ufficio Propaganda e Agitazione. Avrà una trentina d’anni. Ha studiato in Svizzera, con i due fratelli Kim. Passa per una cinica durissima. In realtà non ne sappiamo niente.
Come ha reagito il presidente sud-coreano alla richiesta di un incontro?
Bene, è pronto ad andare, solo vorrebbe un gesto distensivo da parte di Kim nei confronti degli americani.
E gli americani?
Durissimi, in un primo momento («a Kim non si può credere»). Ma lunedì il vicepresidente Mike Pence ha detto: «Se vogliono parlarci, noi siamo qua». Chi sa.