25 dicembre 2017
Oggi 144 - Elezioni
Mattarella ha sciolto le camere, voteremo il 4 marzo. Tutto è accaduto lo scorso 28 dicembre: decreto del presidente della Repubblica controfirmato dal presidente del Consiglio per mandare a casa deputati e senatori; decreto del presidente del Consiglio controfirmato dal capo dello Stato per la data delle elezioni. Tutto relativamente tranquillo e risolto in un pomeriggio.
• Perché «relativamente» tranquillo?
Le camere sono state sciolte con un paio di mesi d’anticipo. Questo ha fornito una giustificazione alle proteste della sinistra che voleva approvare lo ius soli, la legge che, a certe condizioni, dà la cittadinanza ai bambini stranieri nati in Italia. Mattarella e Gentiloni non gli hanno dato retta: un tentativo di portare la legge in aula al senato è andato a vuoto per mancanza del numero legale. Cioè, i senatori non si sono proprio presentati. Assente anche un terzo del Pd, che a parole la legge la voleva. Mattarella ha poi voluto che si votasse il 4 marzo anche per un’altra ragione.
• Quale?
Votando il 4 marzo, ci sarà tempo, eventualmente, per votare di nuovo a giugno. È un calcolo che può apparire strano, ma tutti i sondaggi segnalano un notevole equilibrio fra le tre forze in gara, centro-destra, grillini e coalizione intorno al Pd. Stando ai soli numeri, formare un governo sarà difficile. Un’arma del Quirinale per invitare i politici a non fare troppo i sofistici è quella di minacciare di rimandarli a casa, sciogliendo una seconda volta le camere.
• Gentiloni s’è dimesso?
No, ed è un’altra stranezza. Se dopo il 4 marzo non si riuscirà a fare un governo in tempi ragionevoli, comunque Gentiloni continuerà a governare, per l’ordinaria amministrazione ma nella pienezza dei poteri.
• Che elezioni saranno?
Abbastanza complicate. Alla camera si assegneranno 232 seggi col maggioritario e 386 col proporzionale. Al senato 102 e 207. In base ai sondaggi di adesso, i grillini sarebbero in flessione, il Pd sotto il 23%, il centro-destra, benché disunito, non lontano dal 40%.