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 2016  febbraio 29 Lunedì calendario

Oggi 50 - Libia

Soldati È possibile che tremila, o forse cinquemila, soldati italiani vadano presto a combattere in Libia. E che la base di Sigonella, da cui partono i droni diretti in Africa, diventi ancora più importante. Bisogna che il resto del mondo sia d’accordo e ci affidi questo incarico. Ma perché questo accada è necessario che lo stesso governo libico ci chieda aiuto. Il problema è che «un» governo libico non esiste, laggiù i governi sono tre. E un quarto governo - il vero nemico - sta a Sirte e obbedisce agli ordini del Califfo.

Governi Un primo governo sta a Tripoli ed è dominato da islamisti in disaccordo con quelli dell’Isis. La comunità internazionale non lo riconosce. Un secondo governo sta a Tobruk ed è quello che la comunità internazionale riconosce, ma inutilmente per via dell’inimicizia con Tripoli e delle beghe interne che lo dilaniano. L’Onu, con un suo inviato, ha allora provveduto alla formazione di un terzo governo, che vive per ora in Tunisia, una formazione monstre con tre ministri degli Esteri e più di cento membri, costruita col criterio di accontentare per quanto possibile le molte tribù che si dividono il Paese. Un primo assenso a questo governo dovrebbe arrivare da quelli di Tobruk il cui parlamento, mentre scriviamo, è riunito in una località segreta per votare sì o no. Il sì non è scontato, nel governo voluto dall’Onu non è stato compreso il generale Haftar, amico degli egiziani. Haftar finora ha lavorato contro.

Isis La questione Libia è diventata urgente perché l’Isis sta progressivamente svuotando l’area Siria-Iraq, dove è chiaramente destinato a perdere, per concentrarsi proprio in Libia dove i miliziani al suo servizio sono raddoppiati - da tremila a seimila - in poco meno di un anno. Alle sue spalle c’è un vasto potenziale amico, per esempio in Mali o nell’area nigeriana. L’Isis ha adottato la tattica di distruggere gli impianti petroliferi. La Libia produceva, ai bei tempi, un milione e mezzo di barili al giorno ed è oggi ridotta a 400 mila barili. I pozzi da sorvegliare sono più di duecento. Anche a questo saranno addetti i soldati italiani.