Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  dicembre 28 Lunedì calendario

Oggi 41 - Ramadi

Ramadi Quasi nessuno sa che esiste un posto chiamato Ramadi. È una città dell’Iraq, a un centinaio di chilometri da Baghdad, conquistata lo scorso maggio dalle milizie nere dell’Isis. Si diceva allora: il Califfo è a un passo dalla capitale, basterà un niente...

 

Riconquista Invece la settimana scorsa l’esercito iracheno, addestrato e guidato dagli americani, dopo aver attraversato l’Eufrate grazie a un ponte mobile, ha assediato la città e l’ha riconquistata. Diciamo “città” per la forza dell’abitudine: dei trecentomila abitanti non ne erano rimasti che poche migliaia, adoperati dai jihadisti come scudi umani per fermare l’avanzata dell’esercito regolare. Gli uomini del Califfo - non più di trecento, quasi tutti cecchini appostati sui tetti - sono scappati alla fine facendo saltare i ponti e disseminando il terreno di mine. Ramadi non è ora che un cumulo di macerie. Ma la sua riconquista significa che l’Isis, per la prima volta, perde, e che forse questo è per il Califfo l’inizio della fine. Contro di lui si muove una coalizione di 62 paesi guidata dagli Stati Uniti (è quella che ha il merito della riconquista di Ramadi), un’altra alleanza imperniata sulla Russia e sull’Iran, e soprattutto un nuovo fronte promosso a metà dicembre dai sauditi. Quest’ultimo è l’asse più interessante, perché i sauditi sono sunniti come il Califfo.

 

Libia Al Baghdadi, per rincuorare i suoi, s’è fatto vivo con un messaggio, il cui senso è: se abbiamo tutto il mondo contro, vuol dire che Allah è con noi. Ma i servizi fanno sapere che c’è meno gente, adesso, che corre a prendere le armi per lui. Sembra che il Califfo a questo punto voglia ripiegare in Libia, profittando degli islamisti che controllano Sirte. Da qui potrebbero ricominciare i sequestri di persona, il contrabbando di petrolio e le altre attività criminali che stanno dietro alla presunta interpretazione autentica del Corano. Però in Libia è in corso un processo di pacificazione generale e non è detto che al Baghdadi ce la faccia.