7 dicembre 2015
Oggi 38 - Turchia
Aereo I turchi hanno abbattuto un aereo russo, che aveva sconfinato di pochissimo al confine con la Siria. Di qui, scambi di accuse tra i due paesi, sanzioni economiche di Mosca contro Ankara e un rischio concreto di guerra.
Erdogan La Turchia è un paese grande il doppio dell’Italia, con 70 milioni di abitanti, che spera invano di essere ammesso nella Ue. Ma che intanto fa parte della Nato: il suo esercito è il secondo dell’alleanza, dopo quello degli Stati Uniti. Il presidente Erdogan è al potere dal 2003, prima come capo del governo adesso come presidente della Repubblica. Si può considerare un despota democraticamente eletto: ha vinto le elezioni di novembre conquistando la maggioranza assoluta dei seggi, cambierà la costituzione e darà alla propria dittatura una veste di legalità.
Curdi Ci interessa il ruolo di Erdogan nel guazzabuglio siro-iracheno. A parole, la Turchia fa parte dei dodici paesi che combattono lo stato islamico. Nella realtà, fingendo di bombardare il califfato, colpisce soprattutto i curdi, che i turchi considerano il loro principale nemico. Erdogan vuole dominare quel pezzo di Medio Oriente, quando l’Isis sarà stato sconfitto. Ma non al prezzo della nascita di uno stato curdo, evento probabile dato che gli unici a combattere gli islamici a terra - a parte gli iraniani e gli hezbollah - sono proprio i curdi.
Tartous I russi, d’altra parte, vogliono esser loro il punto di riferimento dei tre o quattro stati che sorgeranno al posto di Iraq e Siria a guerra vinta. Specialmente per il porto di Tartous, affaccio fondamentale sul Mediterraneo che Assad, il presidente siriano, ha sempre concesso a Putin. Quindi: i turchi vogliono eliminare Assad, i russi lo difendono. L’ambiguità turca è tale che Erdogan ha venduto armi al califfo, nemico solo a parole, comprandogli petrolio, cioè finanziandolo. La stella polare degli americani è costituita dallo stesso Putin: qualunque posizione prenda il presidente russo, gli americani si piazzano dalla parte opposta.