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 2015  novembre 23 Lunedì calendario

Oggi 36 - Grillo

Logo Con il «comunicato politico numero 56» Grillo ha tolto il suo nome dal simbolo del partito, che, alla base del logo, non ha più scritto «beppegrillo.it», ma «movimento5stelle.it». Il comico dice inoltre da parecchio tempo di essere «stanchino», e fa capire di volerla smettere con la vita degli ultimi dieci anni, di voler tornare agli show, alle tournée e al resto. Ci si chiede quindi: chi comanda adesso là dentro?

 

Casaleggio La risposta più facile è: il guru Casaleggio ha preso tutto il potere. Infatti ha risposto direttamente lui alle domande dei giornalisti («il leader del Movimento 5 Stelle è il M5S stesso»), spiegando che la riforma del logo è solo «un cambio gomme, gli altri resteranno presto senza benzina» e abbozzando una linea di politica estera meno insufficiente di quella sostenuta finora dai grillini. Gli anni di governo hanno però creato, nel frattempo, un minimo di classe dirigente e, soprattutto, ci sono tre leader in crescita costante che sarà difficile escludere dai giochi: Luigi Di Maio, che ha addirittura rifiutato la candidatura a sindaco di Roma perché questo gli avrebbe poi impedito di correre per Palazzo Chigi, il quasi-Pd Alessandro Di Battista e il pupillo di Casaleggio, Roberto Fico. Sembrerebbe facile prevedere che la partita per la guida del M5S si giocherà tra questi quattro.

 

Grillo Senonché un’analisi più attenta mostra che Beppe Grillo ha sì cancellato il suo nome dal marchio, ma di quel marchio resta proprietario, come risulta dal documento depositato alla direzione apposita del ministero dello Sviluppo economico già nel 2012 da un incaricato dello studio Raimondi. Il possesso del logo dà al comico genovese due poteri non da poco: nomina il tesoriere, cioè controlla e governa i flussi di cassa del movimento. Mantiene un potere di interdizione decisivo su qualunque candidatura, dato che può rifiutarsi di mettere a disposizione il simbolo. È possibile, perciò, che uscendo di scena Grillo si sia liberato degli oneri ma non degli onori.