Corriere della Sera, 15 luglio 2024
Biografia di Pupo
Da uno a mille, quanto lo detesta il nome Pupo?
«Non lo sopportavo, volevo cancellarlo e nel 1992 ci sono riuscito, solo per la settimana di Sanremo. Il mio amico Morandi da un mese mi aveva fatto una testa così: “Devi finirla con questo ca…o di Pupo, basta con quella vocina”. Sul palco Pippo Baudo mi presentò: “Ecco a voi Enzo Ghinazzi”. Vidi gli sguardi perplessi delle persone in prima fila. Sentii distintamente: “Ma chi diavolo è Enzo Ghinazzi?”. “Oh, ma quello è Pupo!”. E compresi di aver fatto la più grande cazzata della mia vita. Tanto mi buttarono fuori la prima sera. Mi telefonò Mogol: “Chi è quel cretino che ti ha consigliato di cambiare nome?”».
Sveglio o imbranato?
«Imbranato mai. Anche se non ho avuto successo facile con le donne. Puntavo sulla simpatia. Dopo che sono diventato famoso, allora mi vedevano pure bello e alto».
L’altezza non da stangone era un complesso?
«Sì, anche se per gli anni Settanta non ero poi così piccolo. Qualche battuta stupida mi dava fastidio. Non piacevo tanto e per me che ho una passione smisurata per le donne era un ostacolo. Poi però mi sono tolto le mie soddisfazioni».
Disse che «l’amore è al 99 per cento tribolazione, dolore e sofferenza». Allora non è meglio stare da soli?
«Solo non ci so stare. Ma è vero: viviamo per quel brivido, quell’attimo di gioia pura, il resto è un gran rompimento di palle. Se non sai gestire l’attesa e la sofferenza, che è il più, fai un sacco di cavolate».
A 12 anni trovò sua madre a letto con un altro.
«Sono entrato in camera, li ho visti e me ne sono andato. Ci ho scritto su una canzone, non è mai uscita».
Pensò male di lei?
«All’inizio sì. La colpa di come sono sentimentalmente è sua. Tradì papà con un paio di uomini, non di più. Da grande ho capito, perdonato. Lui era il postino del paese, giocava d’azzardo e faceva mancare i soldi alla famiglia, non era facile stargli accanto».
Lo raccontò a suo padre.
«Successe un casino, però non si sono mai lasciati. Le cose brutte non so tenerle dentro. Anche a dei miei amici ho riferito di aver visto le loro mogli con altri. Non posso tacere, bisogna avvisare, è terribile essere ingannati così».
Vorrebbe che, nel caso, facessero così anche con lei?
«Certo. Io invece sorpresi la mia fidanzata a letto con un’altra donna, quando ero già famoso».
E pure già impegnato, controllando le date.
«Mi sono sposato a 18 anni e mezzo con Anna. Il 28 luglio facciamo 50 anni di matrimonio, porto tutta la famiglia a New York».
Anche Patricia, la sua compagna nel ménage a tre?
«No, che c’entra? Però ha organizzato tutto lei. Loro due si vogliono un gran bene. Con Patricia stiamo insieme da 35 anni, non intende aspettare l’anniversario dei 50, vuole che la porti una settimana in viaggio al più presto, mi toccherà accontentarla. Avere due donne è costoso».
Doppio l’amore, doppie le suocere.
«Una non c’è più e la mamma di Anna non l’ho quasi mai vista».
E doppie le rotture di scatole reciproche.
«Infatti non lo consiglio e non me ne vanto. Per noi è accaduto gradualmente, non senza sofferenza. Abbiamo superato il gran premio della montagna, oggi rappresentiamo un mezzo miracolo, siamo uniti. In futuro i poliamori saranno sempre più frequenti, io sono stato un pioniere».
È stato dipendente dal sesso, ha raccontato.
«Andai a farmi visitare dall’andrologo, mi spiegò che colpisce soprattutto i brevilinei. Ora sto meglio ma è stata dura. Magari ti prende l’impulso nei momenti più improbabili, che so, mentre stai per cantare a una festa di piazza».
Le situazioni più assurde.
«In autostrada, a Modena, dopo un tamponamento, mentre aspettavo la polizia stradale, mi sono appartato in un’edicola. Oppure l’ho fatto in una sauna di Sidney».
Ha tradito spesso.
«Certo».
La scoprivano?
«Al 99 per cento no, riuscivo a inventare scuse assurde, con l’arroganza di chi è certo di passarla liscia».
Confessò i suoi peccati: «Ho desiderato la donna d’altri». Anche degli amici?
«Sì, purtroppo, ma non sono il solo, era un classico».
E le ha avute?
«A volte sì, a volte no. Magari è stato un incontro veloce dietro i camerini mentre lui suonava. Era un mio musicista, non lo ha mai saputo».
Se ci legge, qualche dubbio gli verrà, ora.
«Dice?» (Ride).
La prima scommessa a sei anni: un gelato.
«Dal vizio non esci mai davvero. Ora sono “in sonno”, non gioco da anni, una sofferenza pazzesca».
Davvero ha bruciato 130 milioni di lire in 3 secondi?
«Sì, nel 1983 a Saint Vincent, a chemin de fer».
Quanto ha perso in tutto?
«Non l’ho mai calcolato. Ma solo di cene per gli amici ho speso 3 milioni di euro».
Raccontò: «A 25 anni ero miliardario, poco dopo avevo 7 miliardi di debiti».
«Anche per colpa di investimenti sbagliati. Ho guadagnato tanto nella vita, me lo potevo permettere. Magari da fuori non si percepisce, però sono tra i dieci cantanti italiani più popolari all’estero».
E la notte dormiva bene con certi pensieri?
«Ho sempre dormito. L’unica volta in cui ho preso il Tavor non è stato per i debiti ma per amore. Era la ragazza sbagliata, quando mi ha lasciato ho sofferto tanto».
Sogni d’oro, quindi.
«La verità è che io ho un solo grande talento. Non ho scritto canzoni geniali, ma ho un carattere speciale. Sono totalmente insensibile alle critiche e agli elogi, ai fallimenti e ai successi, resto freddo».
Con Morandi giocò a poker 8 ore e mezzo di fila, su un volo da Roma e New York.
«Gianni è un giocatore eccellente, non come me che sono un professionista, eh. Quella volta mi ha battuto, ha vinto un milione di lire».
L’ha aiutata.
«Mi prestò 200 milioni di lire, glieli ho restituiti».
Di solito sono soldi persi.
«Non sa quanti ne ho dati io, che non ho più rivisto».
Ha mai rifilato un assegno scoperto a un amico?
«No, ma con Gianni sono stato scorretto. Gli avevo venduto una casa, due giorni dopo trovai un tizio che mi offriva il doppio e l’ho data a lui».
Morandi la rimproverava per i suoi eccessi.
«Mi ha insultato miliardi di volte ma siamo come fratelli. Dice: “Sei un pazzo onesto, come potrei volerti male?”».
Sua madre, per questo vizio, le diede del fallito.
«Il momento più brutto della mia vita. Stavo per avere una reazione esagerata, terribile, mi ha fermato in tempo quella santa di Anna».
Rivelò un flirt giovanile con Barbara D’Urso che però lei negò sempre.
«Raccontai che la canzone La storia di noi due era dedicata a lei. La cosa meravigliosa è che mi ha anche denunciato, chiese 50 milioni di danni, però alla fine ha perso. Forse non lo considerava dignitoso».
Ha rimpianti o rimorsi?
«Con questo finale rifarei tutto. Sto anche per diventare nonno per la quarta volta. Ora sono una persona risolta, serena, un uomo che si è rialzato mille volte. Le sofferenze che ho attraversato mi hanno reso migliore. Fossi scomparso 15 anni fa, sarei passato alla storia come il cantante pop che si era mangiato tutto, un cretino».
Ultimo desiderio: un disco di platino, un nuovo amore, una vincita al casinò o lo scudetto alla Fiorentina?
«Ehhh, lo scudetto della Viola è una chimera. Con i dischi ho già dato... l’amore boh... tornerei sul luogo del delitto, vada per il colpo grosso al casinò».
In paradiso o all’inferno?
«Sono ateo. Voglio solo che i miei cari facciano una bella festa. Credevo di non arrivare a 50, ne ho quasi 70, ho vissuto tante vite, quel che viene è tutto grasso che cola».