Corriere della Sera, 14 luglio 2024
Elly e Conte in squadra con Lega e FdI. Ma solo per 90’ (come Fini e D’Alema)
Il destino vuole che succeda proprio all’Aquila. Dove l’ultima volta che hanno «giocato» assieme, alle Regionali di qualche mese fa, era finita malissimo. Stavolta si gioca nel senso letterale della parola: Elly Schlein e Giuseppe Conte indosseranno gli stessi colori; sfileranno dietro lo stesso capitano, il presidente della Camera Lorenzo Fontana; serviranno assist al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti; e saranno «agli ordini», come si diceva nelle telecronache di un tempo, di Ignazio La Russa. Di lui, nel perimetro del M5S, si parla genericamente di «piedi buoni», che nel racconto tramandato di gesta calcistiche individuali di chiunque può voler dire tutto o nulla; lei invece ha un passato prossimo consolidato da calciatrice amatoriale, ha indossato il numero 5 della rappresentativa dei parlamentari, la propensione a numeri da scuola sudamericana è nelle testimonianze di tante sue colleghe, anche del centrodestra.
Non sarà il campo larghissimo a cui lavora il centrosinistra ma è un campo comunque lungo e sì, sufficientemente largo: al «Gran Sasso – Italo Acconcia» del capoluogo abruzzese, martedì, andrà in scena la Partita del cuore che vedrà una rappresentativa di politici nazionali, che così di alto rango non si vedeva forse dall’edizione del 1996, sfidare la Nazionale cantanti, allenata da Al Bano.
Gli ingredienti che resero celebre il primo precedente di quasi trent’anni fa ci sono tutti: una squadra composta da politici bipartisan, la sfida su Rai1 (mercoledì), uno scopo benefico (ricavato e incasso saranno divisi tra il progetto «Accoglienza» per i genitori dei bambini ricoverati al Bambin Gesù di Roma e l’Ospedale San Salvatore dell’Aquila) e anche un numero di telefono solidale (45585) già attivo per sostenere l’iniziativa.
Inimmaginabile ai tempi della Prima Repubblica, il rapporto tra politici e calcio giocato ha conosciuto all’inizio della Seconda i suoi momenti di gloria. Nel 1996, la partita al Bentegodi di Verona tra politici e cantanti rimase nell’immaginario collettivo per l’abbraccio in diretta tv tra il postfascista Gianfranco Fini e il postcomunista Massimo D’Alema, dopo un gol. In campo, alcuni che sono sul proscenio ancora oggi: da Walter Veltroni ad Antonio Tajani, da La Russa a Casini. Fino a Mastella, che ricorda: «Capii là che i semi dell’antipolitica stavano per attecchire. Tutto lo stadio era per i cantanti, che giocavano come indemoniati. Andammo da Gianni Morandi per chiedere una sorta di tregua...».
Per anni, tra Montecitorio e Palazzo Madama, il calcio è stato un terreno comune di dialogo bipartisan, anche nei momenti più duri dello scontro politico. E lo spogliatoio della Nazionale parlamentari alla Cecchignola, secondo alcuni, persino l’unico luogo in cui berlusconiani accaniti e antiberlusconiani inferociti riuscivano a parlarsi. Ad animarlo, nei primi anni Duemila, il talentuoso esponente del Pd che dialogava coi leghisti, Daniele Marantelli, il verde Tommaso Pellegrino, il deputato operaio (lavorava per davvero alla Fiat) Salvatore Buglio e una nidiata di juniores che avrebbero fatto parecchia strada in Transatlantico, da Francesco Boccia ad Andrea Martella.
Poi il calcio giocato è entrato nelle kermesse politiche in senso stretto. La partitella di calcio è stata infilata nel programma dalla festa dell’Udeur a Telese Terme (la foto celebre di Mastella impettito con la maglia numero 19 della Nazionale italiana, dietro di lui Raffaele Fitto, fu scattata lì), in mezzo agli appuntamenti di VeDrò di Enrico Letta, durante il calendario della Leopolda di Renzi. E poi ci sono certe fotografie, che hanno arricchito il racconto di una generazione politica. Due su tutte: quella che ritraeva la squadra «Sdegno democratico», formata da giovani dirigenti comunisti che giocavano solo il 31 dicembre (Veltroni, D’Alema, Angius, Mussi) e lo scatto che immortalò, a destra, la redazione del Secolo d’Italia, con i giovanissimi Gianfranco Fini, Maurizio Gasparri e Francesco Storace. Altri tempi. La Russa però ci sarà anche nella prossima sfida, ma stavolta solo in panchina.