Linkiesta, 12 luglio 2024
Il futuro incerto delle biblioteche nell’era digitale
Come scrive Jacopo Franchi in “L’uomo senza proprietà”, costi elevati e restrizioni minacciano la funzione archivistica delle librerie pubbliche, aumentando il rischio di censura e perdita di opere. La conoscenza e l’accesso alla cultura sono in pericolo
Se i nostri figli cresceranno con la certezza di non poter più vantare alcun diritto di proprietà assoluta e definitiva su un qualsiasi fumetto, romanzo, saggio o raccolta di poesie acquistata in formato digitale, essi non potranno neppure contare sulla persistenza di questi ultimi nelle apparentemente infinite collezioni delle biblioteche, soprattutto quelle dotate di minori risorse economiche a disposizione. Da tempo vincolate a insospettabili limiti quando si tratta di prestare a più utenti la medesima copia di un ebook – in media, non più di una trentina prestiti consecutivi per ogni singola copia digitale concessa in licenza dagli editori – le biblioteche di domani dovranno fare i conti con la crescente difficoltà di sostenere i costi legati all’acquisto e al rinnovo delle licenze di migliaia, quando non milioni, di ebook prestati gratuitamente ai propri iscritti non paganti, potendo contare solo su limitati finanziamenti pubblici e donazioni private.
Il futuro delle biblioteche nell’era degli ebook coincide con un enorme punto di domanda, nella misura in cui la funzione archivistica di queste istituzioni deve passare per l’acquisto e il rinnovo di licenze alle regole imposte dal mercato privato. Soggette a una continua contrattazione con gli editori, costrette a venire a patti con le esigenze commerciali di questi ultimi, le biblioteche si trovano oggi nella inedita condizione di dover pagare per assicurare ai propri utenti un numero limitato di copie di ebook per un limitato periodo di tempo, e di conseguenza dover scegliere a intervalli regolari quali libri offrire nel proprio catalogo e a quali rinunciare, temporaneamente o per sempre. Rinunciarvi, anche dopo anni in cui quei medesimi libri – in formato digitale – erano rimasti accessibili per il prestito agli utenti ignari delle trattative che si svolgevano dietro le quinte dei loro schermi.
Le biblioteche del futuro potrebbero quindi trasformarsi loro malgrado in portali che offriranno l’illusione dell’abbondanza di un numero enorme di ebook salvo non poter disporre di titoli cercati da pochi, non rappresentativi lettori. Libri non letti da nessuno per anni, libri entrati temporaneamente in una fase di oblio, libri specialistici e rivolti solo a piccolissime nicchie di lettori, libri di storia locale o di argomenti in quel momento non predominanti potranno scomparire silenziosamente dai cataloghi digitali di tutte, o quasi, le biblioteche, costrette a fare i conti con risorse limitate e sempre nuove licenze da acquistare per rimanere al passo con le ultime uscite. La soggezione degli archivi digitali delle biblioteche ai costi e alle possibilità offerte dalle licenze d’uso comporterà un pericolo costante di cancellazione della memoria di fatti, conoscenze, eventi e opinioni in misura maggiore rispetto a quanto avvenuto nei secoli passati, tanto più se a ordinare la dismissione di interi cataloghi fossero autorità non democratiche.
La biblioclastia – la distruzione di migliaia o milioni di copie di libri di cui si sono macchiate intere comunità e governi nei tempi passati – è diventata con l’avvento degli ebook un’operazione incredibilmente economica, istantanea e irresistibile, come i casi di Amazon e Microsoft hanno dimostrato.
Da tempo sono documentati i casi di biblioteche locali costrette loro malgrado a rinunciare al prestito di ebook (e, di conseguenza, al rinnovo della loro licenza con conseguente scomparsa dal catalogo) non graditi a particolari tipi di utenze, come le organizzazioni dei genitori degli studenti, o perché costrette dalle ingiunzioni di grandi editori tra loro coalizzati, e non vi è dubbio che in futuro assisteremo a un numero crescente di episodi di censura, compiuta o solo minacciata, operata dai responsabili del servizio bibliotecario soggetti all’umore e al venir meno del supporto politico, finanziario e morale della comunità in cui opereranno.
Se già oggi, in un paese come gli Stati Uniti, l’importo speso da una biblioteca per l’acquisto di un ebook può essere pari a più di tre volte l’importo speso da un privato per il medesimo titolo, secondo i dati della American Library Association, è facile prevedere come in futuro la scelta tra cosa mantenere a catalogo e cosa escludere si porrà con sempre maggiore urgenza, sempre più frequente per i bibliotecari di tutto il mondo impegnati a fare i conti con risorse finanziarie non illimitate. Emblematico, in questo senso, il caso della New York Public Library, la quale si è trovata nelle condizioni di acquistare seicentotrentanove licenze per due anni dell’ebook di Barack Obama per un totale di 22.512 dollari: un investimento che avrebbe permesso l’acquisto di trmila copie di ebook destinate ai lettori del mercato privato.
Non doversi più recare fisicamente in biblioteca, restituire in automatico le copie dopo la scadenza del periodo di prestito, non correre il rischio di rovinare il contenuto, non trovare pagine già sottolineate da altri, poter accedere in un istante ai libri pubblicati in qualsiasi parte del mondo se la propria biblioteca ne ha acquistato la licenza: questi e altri vantaggi portati dagli ebook nell’ingessato mondo del prestito bibliotecario sono indubbi, e i rischi associati forse non saranno sufficienti per frenare la diffusione dei nuovi formati e supporti digitali sia nel mercato privato sia in quello pubblico.
Resta, tuttavia, la consapevolezza che il venir meno della possibilità di possedere per sempre i libri entrati a catalogo comporterà il venir meno della funzione di archivio tradizionalmente associata alle biblioteche. Qualora a questa funzione si sostituisse quella di semplice selezione, infine, non va dimenticato il limite posto dalle risorse finanziarie: non tutto ciò che è pubblicato merita di essere conservato, non tutto ciò che merita di essere conservato potrebbe essere rinnovato per sempre attingendo agli scarsi mezzi di cui dispone una piccola biblioteca di provincia.