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 2024  luglio 08 Lunedì calendario

Intervista a Orietta Berti

Suo padre voleva che facesse il soprano, lei ha scelto la musica leggera, ma poi, a furor di popolo, è diventata una rockstar. A 81 anni, Orietta Berti è richiestissima: solo nell’ultimo mese l’abbiamo vista giurata a Io canto Family e a Io canto generation su Canale 5, madrina al Gay Pride di Milano, ospite a Yoga Radio Bruno Estate, e poi ancora impegnata a duettare in tandem con Fiorello, nel brano tormentone Una vespa in 2. Ora è in tournée, in giro per l’Italia, con La mia vita è un film e ne avrà fino a settembre inoltrato.
Ma lei un po’ rockstar ci si sente?
«È Fiorello che ha iniziato a chiamarmi così: “la mia rockstar”. Scherza, naturalmente, però devo dire che quando vedo tutti quei giovani ai miei concerti, che ballano e cantano a squarciagola insieme a me, un po’ mi ci sento».
Il look giusto non le manca.
«Ho lo stesso costumista dei Måneskin, Jovanotti e Achille Lauro: Niccolò Cerioni. Ma l’ho conosciuto prima io di loro! Ha iniziato a lavorare con me. È bravissimo».
La sua agenda è pienissima. L’età è solo un fatto mentale?
«È un mero numero sulla carta d’identità. Alla mia età viaggio ancora tutti i giorni, faccio un sacco di cose, tra programmi tv, concerti, pubblicità da registrare: mi fermo giusto per il cambio d’abito. Ho la stessa energia di trent’anni fa».
Oltre che rockstar è anche moglie, madre e nonna. Ha dovuto pagare un prezzo per riuscire a conciliare famiglia e carriera?
«A differenza di molte donne, sono stata fortunata perché potevo contare su svariati aiuti. Tuttavia anch’io ho dovuto fare delle scelte: ho preferito non portarmi dietro i figli ma lasciarli a casa, dove vivevano mia madre e mia suocera. Di fatto li hanno allevati loro. I miei figli sentivano più mamme loro che me».
Non le spiaceva?
«Sì, ma i bambini devono crescere all’aria aperta, in un ambiente caldo e affettuoso, non tra il palco e il backstage. Ho preferito fare un sacrificio io, anziché chiederlo a loro. Per anni ho fatto i salti mortali per riuscire a stare un po’ con loro: a volte viaggiavo di notte solo per vederli un’oretta, al mattino, prima che andassero a scuola, e poi ripartivo».
Con suo marito Osvaldo è sposata da 57 anni. Mai nessun cedimento?
«No, mai. Quando lavori insieme, è più facile: non hai il tempo di litigare dato che sei sempre in mezzo alla gente».
È vero che ha lasciato il rally per lei?
«È la prima cosa che gli ho vietato di fare. Quando ci siamo conosciuti Osvaldo faceva le gare di rally: era solo un hobby ma era molto bravo. Io però gli dissi: “Scegli, o stai con me o fai quello che vuoi”. E lui mollò tutto».
L’ha arruolato come suo manager per sdebitarsi?
«No, è stata una sua idea. Quando ha iniziato a conoscere i vari produttori e addetti ai lavori che mi accompagnavano ai concerti, si è spaventato più lui di me: ha lasciato tutto e ha iniziato a collaborare con me».
Gelosia?
«No, la sua era paura: avevo dei collaboratori stranieri che al sabato sera si ubriacavano sempre, diventando pericolosi. L’ha fatto per la mia sicurezza. Poi negli ultimi tempi ha mollato, perché quello del manager è un lavoro faticoso, e sono subentrati i miei figli, prima Otis e poi adesso Omar».
Lei sembra una donna dolce, a tratti ingenua, ma dica la verità: se non vuole fare qualcosa riescono a convincerla?
«Quando qualcuno mi fa una proposta – e non solo sul lavoro, pure nel privato – di base dico subito di no, così nessuno si illude. Credo sia sbagliato accettare qualsiasi cosa arrivi: bisogna vagliare bene e scegliere solo ciò che siamo in grado di portare avanti nel migliore dei modi».
Rimpianti per qualche “no” troppo istintivo?
«Nessuno».
Lo vede che è un tipo tosto.
«Be’, sono un Gemelli: ho due personalità. Una vola, l’altra ha i piedi ben piantati per terra».
Rifiutò persino Sanremo 2021?
«Eccome. Sia io che Osvaldo non intendevamo partecipare. Il mio agente Pasquale Mammaro fece però di testa sua e mi propose ad Amadeus, senza dirmi nulla: io lo scoprii in diretta tv, mentre al Tg1 annunciavano i Big. Quel giorno ci arrabbiammo tantissimo con lui ma ora devo riconoscere che aveva ragione. Quel festival mi svoltò la carriera».
L’anno prossimo potremmo rivederla all’Ariston?
«Ovviamente le rispondo con: “no”. Comunque sono convinta che Conti saprà svolgere un buon lavoro. Ha già fatto Sanremo con successo in passato, è un grande professionista quindi non può che confermare gli stessi ascolti di Amadeus, o incrementarli».
Chi potrebbe essere la prossima Orietta Berti?
«Non ho eredi: nessun cantante ne ha, perchè non conta solo la voce, ma la personalità. Oggi comunque ci sono tante brave cantanti, mi spiace solo che nessuna si misuri con canzoni ironiche, come facevo invece io in passato. È un peccato…».
Lo sa però che ha un’omonima in politica: la neosindaca di Chieve, Orietta Berti?
«Sì, l’ho scoperto attraverso i social. Però è lei l’originale: il mio vero cognome è Galimberti. Sono io che baro».
Sua madre militava tra le fila del PCI: è stata mai attratta dalla carriera politica?
«No. Un cantante deve essere neutro, rispettare tutti ed essere amico di tutti. Magari può avere delle idee su alcune persone, ma non sul partito».
Vota o è tra i disillusi che si sono allontanati dalle urne?
«Certo che voto: è un diritto così prezioso che va esercitato».