la Repubblica, 7 luglio 2024
Nel Medioevo i terrapiattisti non c’erano
Se pensate che il terrapiattismo sia un rigurgito di oscurantismo medievale è appena uscito per il Mulino il libro che vi farà ricredere. Si chiama, appunto,La Terra piatta. Genealogia di un malinteso. Lo hanno scritto Violaine Giacomotto-Charra, che insegna Storia della conoscenza all’Università di Bordeaux e Sylvie Nony, esperta di fisica medievale araba.
Le due autrici smontano pezzo per pezzo il diffuso luogo comune che fa risalire la vulgata terrapiattista all’immaginario di un Medioevo stretto fra ignoranza superstiziosa e oppressione religiosa. Dimostrando che, al contrario, l’idea di un mondo simile a una immensa pianura con al centro il Polo è tutta figlia della modernità. E resiste strenuamente a qualsiasi prova contraria, è insensibile alle dolci voci della ragione perché ha la durezza della superstizione complottista. Che arriva a negare l’evidenza attribuendo le possibili prove della sfericità della terra, come le fotografie scattate dallo spazio, ad una cospirazione di non meglio precisati poteri occulti, tutti d’accordo nel tenere segreta la piattezza del globo. In effetti i credenti della terra spianata come una tavola si inscrivono in quella galassia credula e diffidente che oggi infesta la rete con il suo populismo digitale.
In realtà il terrapiattismo nasce come anticorpo religioso al dominio della scienza instaurato dal positivismo nell’Europa di metà Ottocento. Non a caso a mettere nero su bianco i precetti del decalogo antisferico è l’inglese Samuel Birley Rowbotham, che nel 1864 dà alle stampe La terra non è un globo.
Un autentico manifesto del partito complottista. Dove sostiene che il mondo non è che una immensa pianura chiusa all’esterno da una parete di ghiaccio. E che la luna, il sole e le altre stelle si troverebbero a poche centinaia di miglia dal nostro pianeta, più o meno alla stessa distanza che c’è tra Roma e Milano. Per dovere di cronaca va detto che l’ineffabile Samuel è il classico self-made man. Pochi studi e troppe idee, per di più confuse e al servizio di una tendenza irresistibile al raggiro e alla truffa. Si arricchisce vendendo falsi rimedi contro ogni sorta di malattie. Un ciarlatano che ricorda l’ineffabile Dulcamara dell’ Elisir d’amoredi Gaetano Donizetti. O il “dottor professor truffatore imbroglione” dell’ Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.
La cosa si complica quando le sciocchezze di Rowbotham vengono assunte come verità rivelate dalla cosiddetta “Chiesa Cattolica Cristiana”, capeggiata dal guaritore e ministro del culto congregazionalista Alexander Dowie, che nel 1895 fonda, nei pressi di Chicago, una comunità teocratica i cui adepti vengono indottrinati e plagiati dal poco reverendo. Che, dopo anni di scialo e di abusi di ogni sorta, viene prima accusato di poligamia e poi travolto da una serie di scandali finanziari. La sua eredità viene raccolta da Samuel Shenton, che nel 1956 dà vita alla International Flat Earth Society, un’internazionale terrapiattista tuttora esistente, che considera le missioni spaziali e lo stesso sbarco sulla luna una fiction, allo scopo di ingannare l’opinione pubblica con la menzogna di una Terra sferica. Insomma, una classica fake news disuccesso. Di fatto, il terrapiattismo diventa il paradigma di ogni forma di credulità complottista. Proprio come nel racconto di Stephen King, La nebbia, i cui protagonisti rifiutano di credere a ciò che li circonda nonostante l’evidenza sia sotto i loro occhi e per questo vengono soprannominati “Flat Earth Society”, quelli della terra piatta. In altre parole, il termine “terrapiattista” designa qualsiasi grullo convinto di saperla lunga.
In ogni caso, affermano all’unisono le due autrici del saggio, il Medioevo non ha mai creduto che la terra fosse una spianata globale. È stato il combinato disposto di positivismo e di anticlericalismo a costruire, nel secondo Ottocento, il mito di un’età di mezzo in preda all’oscurantismo di una Chiesa nemica del progresso scientifico. Una narrazione tossica, fatta apposta per esaltare la modernità e i suoi eroi, come Galileo, come Copernico, come Cristoforo Colombo che illuminano le tenebre dell’ignoranza e mettono fine all’oppressione chiesastica. Di fatto il terrapiattismo ed altre mitologie del complotto sono delle contronarrazioni, delle forme di antagonismo antiscientifico e, soprattutto, anti-istituzionale. Paradossalmente, sono effetti indesiderati di uno scientismo troppo spinto. Insomma, i veri oscurantisti sono i terrapiattisti di oggi e non certo i poveri chierici medievali che invece conoscevano perfettamente l’astronomia. E sapevano benissimo che il mondo è una palla.
Oggi, a professare il dogma della piattezza è una minoranza rumorosa annidata nell’equivoca schiera di ciarlatani che affolla i social. Falsi scienziati e autentici lestofanti. Guaritori, venditori, imbonitori, persuasori, arruffapopolo, contafrottole, guru, iridologi, esoteristi, esorcisti, maghi, santoni, medium, rabdomanti digitali, mental health influencer e altri spacciatori di bufale, eredi dei ciurmatori che imperversavano nella società preilluminista. A fine Cinquecento, quando nasce la medicina moderna, si pubblicano addirittura trattati per mettere in guardia le persone dai finti dottori. Li chiamano con ironico disprezzo “catedratici di nuove scienze”. Quelli che sulla pubblica piazza si arricchiscono alle spalle di ingenui e babbei. E negli stessi anni, il celebre umanista Tommaso Garzoni, nel suo capolavoro La piazza universale, censisce 544 mestieri in tutto il mondo, di cui una buona parte consiste in truffe e raggiri.
Oggi la piazza universale si è trasferita su Internet. Ed è lì che terrapiattisti e affini, secondo il Censis quasi il 6% degli italiani, fatti fuori dalla cultura vera, quella della scuola, della scienza e delle università, si prendono la rivincita e partono alla conquista del web.