Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  luglio 06 Sabato calendario

Come è da tradizione, quando si parla di Big Tech, questa storia ha inizio in un garage. È il 5 luglio 1994 e il trentenne Jeff Bezos si è appena trasferito a Seattle per fondare una nuova società

Come è da tradizione, quando si parla di Big Tech, questa storia ha inizio in un garage. È il 5 luglio 1994 e il trentenne Jeff Bezos si è appena trasferito a Seattle per fondare una nuova società. L’obiettivo è creare un servizio per vendere libri online. L’ha chiamato Cadabra.com, ma poco dopo un avvocato gli fa presente che il marchio non suona. Sceglie quindi Amazon, termine che inizia con la lettera «A» e che dunque gli permette di comparire in testa agli elenchi. E che ricorda «l’imponenza» del Rio delle Amazzoni, perché questo sito comprenderà tutto, fino alla lettera «Z». Sono passati trent’anni e oggi Amazon è diventata quasi sinonimo di ecommerce. Insieme a pochi altri eletti, – Alphabet, Apple, Microsoft e Nvidia – è da poco entrata nel «cerchio magico» dei colossi la cui capitalizzazione supera i duemila miliardi di dollari. Il suo fondatore, Bezos, è il secondo uomo più ricco al mondo, superato solo da Musk. La sua prima missione – diventare la più grande libreria al mondo – si è poi trasformata in una nuova scommessa (vinta): creare un «everything Store». Un negozio virtuale dove poter acquistare ogni cosa. Per poi riceverla comodamente a casa. La logistica perfetta, il servizio che premia anche l’utente più indeciso, la semplicità d’utilizzo: è l’attenzione al cliente il valore aggiunto più decisivo. 
Bezos nei primi anni ‘90 è un soddisfatto manager di Wall Street. La sua carriera è decollata in fretta, fino alla carica di vicepresidente della banca di investimento D.E. Shaw&Co. Sulla sua scrivania arriva un report che descrive come Internet avrebbe avuto una crescita esponenziale, pari al 2.300% annuo. Lascia tutto, perché, come ha dichiarato lui stesso, «non voglio ritrovarmi a 80 anni a ripensare alla mia vita catalogando rimpianti». Con la moglie MacKenzie Scott si trasferisce a Seattle – lì vicino c’era la sede di Microsoft, dunque molti talenti da reclutare – e crea le basi di una piattaforma attraverso cui vendere libri online. Perché i libri? «Hanno una caratteristica unica: ci sono più articoli nella categoria “libri” che in qualsiasi altra classe merceologica», si legge nella sua biografia «Inventa e Sogna», uscita in Italia nel 2021. Era un periodo storico dove i computer stavano iniziando ad entrare nelle case, e negli Stati Uniti solo l’11% delle abitazioni era dotata di modem secondo un report dell’epoca del Pew Research Center. La scommessa di Jeff Bezos viene vista con scetticismo. Il sito va online l’anno successivo, nel 1995. Ed è un successo: in un mese vende libri in tutti i 50 stati degli Usa e in altri 45 Paesi. Due mesi dopo, ricava 20mila dollari a settimana. 
Azionista 
Bezos ha lasciato la guida del gruppo nel 2021 rimanendo il primo azionista 
Nel 1997 si quota in Borsa. E poi inizia a diversificare. Arrivano i servizi: Amazon Fresh per la spesa, Amazon Music per la musica, Kindle per gli eBook e Amazon Video per film e serie Tv. E poi si butta anche sui dispositivi elettronici: gli eReader, ma anche tablet e smartphone – questi, i Fire Phone, sono stati forse il suo più grande fallimento, ritirati dopo soli due anni – e soprattutto smart speaker. La voce dell’assistente digitale Alexa dal 2014 inizia a riempire le case di milioni di persone, pronta a rispondere alle loro domande e a gestire i loro dispositivi intelligenti domestici. Anche oggi, gli smart speaker Echo dominano il mercato. Le acquisizioni sono tante: il catalogo elettronico di film IMDb nel 1997, la piattaforma per il gaming Twitch nel 2014, i supermercati Whole Foods nel 2017, le telecamere Ring nel 2018. 
Ma la vera svolta, per Amazon, è una seconda scommessa, quella sul cloud computing. Amazon Web Services nasce nel 2002 ed è questo servizio, che fornisce on demand prodotti relativi al calcolo, alla distribuzione di contenuti e all’archiviazione, che porta i maggiori guadagni. I dati nell’ultima trimestrale parlano di 143,3 miliardi di ricavi. Da AWS dipende oltre il 60% delle entrate. 
E non è un caso che proprio chi ha creato e fatto crescere questa divisione sia oggi il numero uno di Amazon. Nel 2021 Bezos lascia la poltrona di ceo a Andy Jassy, che ora – trent’anni dopo – si trova a guidare un colosso che da everything Store si è trasformato in una everything company, una società attiva (e spesso leader) nei più diversi settori. E che investe in ricerca cifre vertiginose. Le sfide per il futuro non mancano: la quarta decade della sua storia inizia nel mezzo di una nuova corsa tecnologica, quella dell’intelligenza artificiale generativa, su cui la strategia di Amazon è ancora incerta. E con un lieve calo nell’ecommerce dopo il boom della pandemia, dove tra l’altro sono arrivati dalla Cina nuovi, agguerriti, concorrenti, da Temu a Shein.