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 2024  luglio 07 Domenica calendario

"C'È UNA DIMENSIONE DI FOLLIA IN MACRON, AMA TRASGREDIRE. LA SUA PRIMA TRASGRESSIONE È STATA BRIGITTE" - IL FILOSOFO FRANCESE PASCAL BRUCKNER TRACCIA UN RITRATTONE DEL TOY-BOY DELL'ELISEO, CHE INDICENDO LE ELEZIONI DOPO LA BATOSTA ELETTORALE ALLE EUROPEE, HA "GIOCATO A CARTE CON LA DEMOCRAZIA": "SI CREDEVA ONNIPOTENTE. PENSAVA CHE LA SUA INTELLIGENZA AVREBBE SEDOTTO LE MASSE. INVECE IRRITAVA, NON CONOSCE I FRANCESI" - "È TROPPO BRILLANTE, BELLO, GIOVANE. ALMENO HOLLANDE INGRASSAVA, SUDAVA, INCIAMPAVA..." -

«Farò tutto il possibile affinché non ci sia più nessuna ragione di votare per gli estremi», aveva promesso Emmanuel Macron festeggiando la sua prima elezione all'Eliseo. Il più giovane presidente della Quinta Repubblica voleva superare la sinistra e la destra, en même temps. Un ipercentro che doveva rompere il bipolarismo. E fermare la minaccia dei populisti che già dilagava sul continente. Sette anni dopo, l'Europa aspetta con il fiato sospeso di vedere se il partito di Marine Le Pen avrà una maggioranza assoluta per rivendicare il governo.

«L'uomo che si vantava di aver ucciso gli estremi, li ha invece favoriti, indebolendo sia la destra e la sinistra. Questo è stato il suo errore», osserva il filosofo Pascal Bruckner che, pur avendo votato per due volte Macron, non ha capito l'azzardo lanciato dal capo di Stato un mese fa. Bruckner ipotizza un gesto simile a quello di David Cameron con il referendum sulla Brexit che era convinto di vincere. «Macron pensava di poter mettere i francesi tra l'incudine e il martello, ma è lui a ritrovarsi in questa situazione».

Quel 7 maggio 2017, il leader aveva camminato solo fino al palco allestito davanti alla Piramide del Louvre. E questa sera si troverà di nuovo solo davanti ai risultati di un'elezione che ha deciso consultando un pugno di collaboratori, senza informare neppure il capo del governo, Gabriel Attal, lanciato in una folle campagna per tentare di impedire all'estrema destra di arrivare al potere. «Macron – prosegue Bruckner - ha creduto di essere onnipotente, di governare il tempo, dettare lui l'agenda. Pensava che la sua intelligenza avrebbe sedotto le masse. In realtà, è stato motivo di irritazione».

Il capo di Stato ha giocato a poker con la democrazia, sostiene ancora il filosofo. «Gli è andata male ma forse il danno potrebbe essere limitato, se sarà impedito a Le Pen di ottenere una maggioranza assoluta. Certo, la Francia diventerà ingovernabile e metteremo l'Europa nei guai. Gli altri leader guardano Macron come a un pazzo».

Anche sette anni fa, pochi credevano al calcolo dell'allora ministro dell'Economia riuscito a fare il "colpo del secolo". Era l'immagine che aveva usato, paragonando la scalata al potere a un piano ben congegnato. Un ex banchiere d'affari, cresciuto nelle scuole dell'élite e poi nelle retrovie del potere, senza aver mai affrontato prima una campagna elettorale si era impadronito dell'Eliseo che oggi sembra una fortezza assediata.

È di ieri la notizia che la zona rossa intorno al palazzo presidenziale è stata allargata per motivi di sicurezza. Molte crisi dopo – dai gilet gialli alla pandemia – il Presidente sperava forse di ritrovare quello spirito di conquista. […]

«C'è una dimensione di follia nel Presidente, ama trasgredire. La sua prima trasgressione è stata Brigitte», ricorda Bruckner alludendo alla relazione del giovane alunno con la sua professoressa nel cattolico liceo di Amiens. La moglie rimane il suo unico polo di stabilità in un quadro che sta rapidamente cambiando. Nel 2017, Macron aveva ottenuto 350 deputati all'Assemblée Nationale, poi 250 nel 2022 […] «Siamo fondamentalmente un popolo di invidiosi. Gli americani hanno un tabù: il sesso. Per noi francesi è il denaro», spiega il filosofo. Lo "sterco del Diavolo", parafrasando Papa Francesco.

«In Francia qualsiasi persona di successo è vista con sospetto, invidia». Bruckner era invece rimasto sedotto da quell'approccio liberale così poco diffuso in Francia. «Qui evidentemente è una ricetta che non funziona se non è accompagnata da una dose di autoritarismo e da qualche gesto di redistribuzione come la patrimoniale che Macron, sbagliando, ha tagliato».

Il capo dello Stato non è riuscito a parlare alla pancia del Paese. «Non conosce i francesi», dice Bruckner. «È troppo brillante, sempre bello, sempre giovane. Almeno Hollande ingrassava, sudava, inciampava. Era più facile identificarsi». In qualche modo, il contrappasso è proprio Le Pen. «Dopo quarant'anni di vita politica – osserva il filosofo - non ha ancora imparato a parlare un buon francese. Suo padre sì che era una grande oratore». […]