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 2024  luglio 05 Venerdì calendario

I raduni in piazza tra libri e silenzio

In silenzio, seduti a gambe incrociate o distesi supini su coperte e cuscini. Ormai può capitare di incrociarli ovunque, nei parchi pubblici o accovacciati sulle scalinate di un centro storico. Stanno chini, ma non sui cellulari, come spesso gli si rimprovera, perché a un palmo dal naso ognuno tiene un libro, che legge per sé, ma accanto agli altri. Sono i partecipanti dei Silent reading party, nome eloquente di un evento che non è autoctono, ma una fortunata riproduzione di incontri da tempo popolari nei bar di New York. Approdati in questi mesi in tutta Italia, gli «happy hour degli introversi», così sono già stati ribattezzati, non sono un’esclusiva delle città metropolitane, ma continuano a moltiplicarsi a vista d’occhio anche nei piccoli comuni, da Albinea a Corciano. Uscendo dalle mura di una stanzetta, la lettura diventa, così, un rito collettivo, guidato da Millennials e Generazione Z.
Le regole sono chiare e facilmente replicabili: ci si incontra in un luogo, si chiacchiera, poi ognuno tira fuori il libro portato da casa – o ne prende uno in prestito – e lo legge per un’oretta. Alla fine c’è un momento di condivisione: sulla propria lettura, sull’esperienza appena trascorsa, un po’ su quello che si vuole. Niente di nuovo, di certo niente di eccezionale, eppure funziona e non solo negli States.
Così, dai club di Brooklyn, l’idea viene ripresa lo scorso marzo in un atelier-libreria di Bari da Ilenia Caito, attivista letteraria, e dal suo collettivo Bandelle. Per l’incontro prevedono 30 posti, ma in 50 rimangono in lista d’attesa. La volta dopo, sulle terrazze di Palazzo Verrone, nel cuore della città vecchia, si sale a 60, ma l’evento è sold out in meno di due ore e restano fuori in 400. «Arrivano persone dai sei ai settant’anni e leggono di tutto: fumetti, test per i concorsi, ma anche tanti classici», racconta Caito. I detrattori definiscono questi raduni «puro esibizionismo». «Si fa fatica a comprendere la dimensione comunitaria se non la si pratica – replica Caito –. Trasformare un’esperienza individuale in collettiva è un messaggio politico». Apprezzato dai partecipanti è anche il bando ai cellulari, che obbliga a rinunciare per qualche ora a schermi e notifiche. «La generazione dei boomer fa molta fatica a separarsene – sorride l’attivista –. Chi ci riesce, però, parla di un senso di liberazione».
Al primo incontro del collettivo partecipa anche Flavia Mazzarella, studentessa di Filologia di 22 anni, che decide poi di riproporlo all’interno di un festival dedicato alle arti, il Caleidoscopio. Dai teli distesi su un’area verde, il 17 luglio la vista sarà sui resti del parco archeologico di San Leucio, a Canosa di Puglia. «Mi piace l’idea di riportare il lettore sui libri in un posto così bello, valorizzandolo senza deturparlo», dice. Com’è successo giorni fa anche a Ravenna, nel chiostro della biblioteca Classense, o a Reggio Calabria, sulla Scalinata monumentale di Via Giudecca, che collega la parte della città sul mare e quella a monte. «Tutti sono riusciti a dedicare al libro che volevano leggere del tempo che di solito non trovano. In città c’era assoluto silenzio: si sentivano solo campane e uccelli. Era l’ora della partita tra Italia e Svizzera, ma non c’erano goal per cui esultare», racconta Eleonora Uccellini del Gineceo di Morgana, il gruppo di donne che l’ha organizzato.
Le donne sono spesso ideatrici e partecipanti, «perché leggono di più, soprattutto nella fascia tra i 13 e i 26 anni», spiegano Giulia Buzzoni e Gaia Lapasini, book influencer di 26 anni fondatrici di “Viaggiare coi libri”, progetto di incontri e ritiri di lettura. «Il punto di forza è la possibilità di confrontarti con persone che diversamente incontreresti», sostiene Carolina Albano, anche lei book blogger e ideatrice dei reading party a Salerno. «Per tutta la vita mi hanno detto: “Ma perché non vai a divertirti invece di leggere?”. La lettura è considerata un’attività da sfigati, ma qui allora lo siamo tutti – rivendica Buzzoni –. Non importa che libro porti, ti senti subito parte di qualcosa».