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 2024  luglio 05 Venerdì calendario

Periscopio

Macron: mai al governo con Mélenchon. Repubblica.
Mélenchon, come e più di Glucksmann, è un riformista. [Notare quel «e più»]. Piero Sansonetti, l’Unità (giornale incredibile ma vero).
[Regno Unito]. Il Labour verso una vittoria record. L’ultimo sondaggio sul voto di oggi assegna ai progressisti la maggioranza più ampia dal 1832. Corriere della Sera.
E non un «riformista» in Italia che anche soltanto finga di compiacersene. ItaliaOggi.
C’è un modo per indovinare le prospettive e le traiettorie del neofrontismo all’italiana e non ispira particolare ottimismo sulle magnifiche sorti e progressive della sinistra campolarghista. Si confronti l’entusiasmo suscitato in quelle lande dalla possibile rimonta al secondo turno della compagine «tutti contro Le Pen» in Francia e dal disinteresse finora registrato per la probabilissima vittoria del Labour Party di Keir Starmer alle elezioni politiche nel Regno Unito di giovedì prossimo. Si capisce abbastanza bene che nella sinistra di osservanza pagliaruliana ciò che non piace di Keir Starmer è ciò che invece piace tantissimo del baraccone antiriformista del Nouveau Front Populaire di Jean-Luc Mélenchon. (…) Starmer sull’Ucraina, su Israele e sulla Russia dice le cose che gran parte della sinistra italiana considera di destra o belliciste, vedendo in questo leader che arriva dalla working class non un pragmatico riformatore, ma un epigono di quella tradizione liberal-laburista, che è considerata per lo più a sinistra un sordido camuffamento dell’egemonia capitalistico-conservatrice. Carmelo Palma, Linkiesta.

Il New York Times rivela: «Biden sta valutando se continuare la corsa». La Casa Bianca smentisce. corriere.it
La triste performance di Joe Biden nel dibattito presidenziale mi ha ricordato una vecchia intervista del filosofo Biagio De Giovanni, in cui parlava delle tre fasi del rincoglionimento: «Nella prima lo sai solo tu. Nella seconda lo sai tu e lo sanno gli altri. Nella terza lo sanno solo gli altri». Il problema dei democratici è che, dopo il dibattito, Biden è entrato ufficialmente nella seconda fase. E l’idea che possa raggiungere la terza da commander in chief non suona rassicurante alle orecchie degli elettori. Linkiesta.
[Ma] l’avversario è Trump: e se alla fine sarà Biden a guidare il ticket, avrà il supporto compatto di tutti i democratici. Ian Bremmer (Samuele Finetti, Corriere della Sera).
Obama ha parlato direttamente con Biden al telefono dopo il dibattito di giovedì scorso per offrire il suo sostegno come consigliere privato al suo ex vicepresidente in difficoltà. Washington Post (da Dagospia).

Biden è la foglia di fico d’un partito molto diviso in politica estera, così come in politica interna, con divisioni profonde tra l’ala più oltranzista e quella più moderata su tematiche quali questioni di genere, legalità, immigrazione. [È] tutt’ora l’unico nome in grado di dare una parvenza d’unità al partito. Luigi Chiarini, politologo, Università Statale di Milano (Alessandra Ricciardi, ItaliaOggi).
I dem fanno la festa a Biden: derby tra Kamala e Michelle.Il Fattoide quotidiano.
Un tribunale militare russo ha imposto lunghe pene detentive a tre fratelli accusandoli d’aver tentato di unirsi alla «Legione Libertà della Russia»: un gruppo paramilitare che combatte dalla parte delle forze di Kiev nella guerra in Ucraina. A riportare la notizia sono le agenzie Tass e Interfax, secondo cui i giovani Ioann, Alexey e Timofey Ashcheulov sono stati condannati in primo grado a pene tra i 17 anni e i 17 anni e sei mesi di reclusione con accuse di «tentato alto tradimento», «tentata partecipazione all’attività di un’organizzazione terroristica» e «tentato attraversamento illegale del confine». repubblica.it

Nella Russia di Ubu Re non c’è differenza tra fare e tentare (o anche solo aver l’aria d’aver fantasticato di tentare). ItaliaOggi.
L’uomo che ha inventato di sana pianta la storia di Olena Zelenska, la first lady ucraina, che in visita a Parigi va a comprarsi una Bugatti da quattro milioni e mezzo di euro con i soldi degli aiuti all’Ucraina è probabilmente un americano. Si chiama John Mark Dougan, ed è un ex marine ed ex vicesceriffo della contea di Palm Beach, in Florida, noto da tempo all’Fbi come agente russo. (…) Qualche giorno fa – quando su un finto sito di news francese è stata pubblicata la ricevuta d’acquisto dell’automobile extralusso destinata a Olena Zelenska – [si è capito subito] che si trattava d’una fake news. (…) Il problema delle fake news contemporanee è che non hanno più nemmeno bisogno di essere verosimili. Giulia Pompili, il Foglio.
Mattarella: no al potere illimitato. Il Presidente della Repubblica teme derive illiberali: «Pericolosa un’autorità senza opposizione. Un fermo no all’assolutismo di Stato». Alla settimana sociale di Trieste definisce una «causa primaria» la necessità di battersi affinché non vi siano «analfabeti di democrazia». Repubblica 1.

Le libertà sarebbero vulnerate ipotizzando democrazie affievolite da tratti illiberali. Sergio Mattarella (Repubblica 2).
La tentazione di Meloni: abbandonare il premierato e tornare al presidenzialismo. Repubblica 3.
Il coro d’apprezzamenti per la tardiva letterina di Giorgia Meloni sulle espressioni d’antisemitismo, gli slogan nazisti, i saluti romani e tutto il resto del repertorio mostrato dai giovani del suo partito nell’inchiesta di Fanpage (…) sembra avere già rimosso il particolare decisivo. E cioè che per dieci giorni Meloni se l’è presa con veemenza contro gli autori dell’inchiesta, assai più che contro gli autori di quei gesti.La linea di Francesco Cundari.
Giuseppe Conte, l’altra sera, si è lasciato andare a rivelazioni importanti: «Nel 2026, a Bologna, c’è stato l’attentato a Matteotti». L’unica parola giusta di tutta la frase era «Matteotti». Massimo Gramellini, Corriere.
In un paese la cui ignoranza giuridica può misurarsi su quella dell’Avvocato del campo elastico (…) può succedere di tutto. Persino che i giornali s’infiammino perché «un condannato all’ergastolo è fuggito» (per parafrasare un magnifico film di Bresson). (…) Dimenticando che il diritto alla fuga non è stato negato nemmeno a Caino. Maurizio Crippa, il Foglio.
Gli stupidi hanno risorse inesauribili. Roberto Gervaso.