Corriere della Sera, 4 luglio 2024
I rapporti tra Uk e l’Europa miglioreranno
A una lettura superfi-ciale, può sembrare che l’Unione euro-pea e la Gran Bretagna siano destinate a restare lontane: nel continente avanzano le destre e nell’isola, invece, quasi certamente oggi vincerà il Partito laburista di Keir Starmer. In realtà, ci sono molti motivi per i quali le relazioni potranno miglio-rare, forse non poco. L’uscita dal 10 di Downing Street dei conservatori fa cadere un vincolo politico-psicologico: è il partito che ha voluto il referendum sulla Brexit e che ne ha gestito male le conseguenze; i laburisti saranno più liberi nel loro rapporto con Bruxelles e con le capitali Ue. Sir Keir non indirà un nuovo refe-rendum per rovesciare la scelta del 2016, cercherà però buoni rapporti Oltre-manica. Meno vincoli nel commercio tra le due sponde: non subito, ma tra qualche anno forse addirittura il rientro del Regno Unito nello spazio doganale europeo. Bene per le imprese. Una mag-giore collaborazione scientifica e tecnologica: il triangolo Londra-Oxford-Cambridge è uno dei maggiori luoghi al mondo per ricerca, innovazione e creazione di start-up: può portare benefici all’Europa in cambio di progetti comuni e finanziamenti da Bruxelles. Si può immaginare che (non subito) riprendano gli scambi tra studenti: non poco vista l’importanza delle università britanniche. La centralità della City di Londra potrà, se lo si vuole da entrambe le parti, funzionare da piazza finanziaria anche per il tanto invocato mercato unico dei capitali Ue. Dal punto di vista strettamente politico, il contributo del Regno alla sicurezza del continente è già elevato, in particolare di fronte alla minaccia di Putin, ma potrà essere maggiore se si chiarirà cosa significa difesa europea e quanto debba essere (inevitabilmente) legata alla Nato, aspetto sul quale nessun governo britannico transige. La relazione potrà essere vantaggiosa anche nei confronti degli Stati Uniti, soprattutto se a novembre Donald Trump vincesse: avere un buon rapporto con Londra darebbe un po’ più di forza (e maggiori investimenti nella Difesa) nel rapporto con Washington. Niente è facile di questi tempi. Starmer è un pragmatico prudente, non farà passi eclatanti. Gli europei sono politicamente sottosopra e saranno incerti nelle aper-ture di credito. Serve meno astio che negli scorsi otto anni. E saggezza dalle due parti, se ne è rimasta.