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 2024  luglio 03 Mercoledì calendario

Periscopio

Si usa spesso dire che ogni popolo risolve da sé i propri problemi, ma per quanto possa suonare bene, non è del tutto vero. Ad esempio non conosco nessun popolo che sia riuscito a battere da solo il fascismo, tanto meno il comunismo, senza un intreccio di circostanze globali. Ismail Kadare, scrittore albanese, scomparso a 88 anni il 1 luglio 2024.
Non si tratta più di un’elezione legislativa che contrappone i progetti di governo della Francia, ma di un referendum che pone una semplice domanda: vogliamo che l’estrema destra prenda il potere nel nostro paese? Raphael Glucksmann (@rglucks1).

Allons antifa de la patrie. Linkiesta.
Fossi francese, sarei felice di votare per un candidato sostenuto da Macron o per un candidato sostenuto da Glucksmann, ma non avrei il coraggio di votare né per un candidato sostenuto da Mélenchon né per un candidato sostenuto da Le Pen. Da brividi. Vive l’Italie! il Foglio.
Una delle frasi in codice che fanno riconoscere un opinionista progressista, è che «dobbiamo stare dalla parte dei più deboli». Sottinteso: purché i deboli siano stranieri, possibilmente senza documenti, meglio ancora se hanno la pelle d’un colore diverso. Almeno una parte della sinistra, ha deciso che sono sempre e soltanto queste le vittime dell’ingiustizia, per definizione. Tanto peggio per i pensionati poveri, con cittadinanza nazionale, se la sera hanno paura a rincasare perché sotto casa loro comandano gli spacciatori. Gli si risponde con citazioni statistiche, per dimostrargli che non c’è un legame tra stranieri e criminalità. Se loro vedono dei nordafricani spacciare impunemente sui marciapiedi del loro quartiere, è un’illusione ottica. Peggio, fare l’accostamento tra il mestiere dello spacciatore e la sua provenienza etnica, è un riflesso razzista. (…) Questo lega il voto in Francia a quel che potrebbe accadere negli Stati Uniti. (…) Ostinarsi a dire che una «marea nera» fascista incombe sulle due democrazie più antiche, è l’alibi per non chiarire le responsabilità. È comodo parlare di «peste nera» come fosse un’epidemia. Così si evitano di fare i nomi dei colpevoli, si evitano di denunciare gli errori di chi ha consegnato alla destra questa egemonia. Federico Rampini, Corriere della Sera.

Macron è stato il profeta, diciamo così, d’uno schema che doveva unire la sinistra riformatrice e la destra modernizzante. Ora deve portare i suoi voti al massimalista Melenchon e agli altri del «fronte» nella speranza d’essere ricambiato laddove è possibile. Si dirà: è la logica del doppio turno. In realtà non è solo quello. È la storia di un fallimento politico in un’Europa sfidata dalla guerra e dalle incertezze economiche. Rispetto all’Ucraina, Macron ha tenuto, come è noto, una linea intransigente. (…) Adesso però egli si unisce a una sinistra venata di antisemitismo nelle sue punte estreme. Mentre dall’altra parte c’è una destra che vuole essere accettata nella sua maturità, ma deve ancora dimostrare tutto. Stefano Folli, Repubblica.
Se mi chiede se preferisco la sinistra, anche piuttosto estrema, o la destra ovviamente preferisco la destra. Giorgia Meloni.
Dare carezze al lepenismo, cara Meloni, non significa «combattere la sinistra», ma significa coccolare gli utili idioti dei regimi illiberali. il Foglio.

Il cartello anti-Le Pen è la versione francese delle nostre ammucchiate di Monti, Letta e Draghi che dovevano salvarci dai “populismi” e invece li hanno ingrassati. Se in Italia le destre sono esplose in ritardo è grazie al “populismo” pulito, sociale, progressista e democratico dei 5Stelle. Cioè l’unica vera bestia nera dei sedicenti «riformisti» e «liberali», che l’hanno massacrata anziché studiarla e imitarla. [Inimitabile soprattutto quell’«imitarla», ma niente male anche «sedicenti liberali» e «populismo pulito, sociale e democratico»]. Marco Travaglio, il Fattoide quotidiano.
[In questi giorni,] da mattina a sera, è stata serrata la competizione fra chi sosteneva da sinistra che sono più antisemiti a destra, e da destra che lo sono di più a sinistra. Non saprei dire chi l’abbia spuntata in questa gara fra zoppi. (…) Né all’uno né all’altro importa più di tanto il ritorno in grande stile dell’odio per gli ebrei, importa soltanto che sia un odio addebitato al nemico, così da trarne qualche vantaggio. Un’ambizione che tratteggia bene come siamo messi, e infatti non è vero che le società aiutano a spiegare l’antisemitismo, perché l’antisemitismo è inspiegabile. È invece vero che l’antisemitismo aiuta a spiegare le società. Quella italiana e quella francese si stanno spiegando con una certa chiarezza. Mattia Feltri, La Stampa.

La Corte Suprema concede un’immunità parziale a Trump. Ansa.
Questa sentenza è un pericoloso precedente. Joe Biden.
Tante discussioni sulle condizioni di Biden non dovrebbero farci perdere di vista il punto essenziale della questione (…) e cioè che «uno come Trump non dovrebbe stare su quel palco, un golpista non dovrebbe avere diritti politici, figuriamoci ritentare di trasformare la democrazia in dittatura». La linea di Francesco Cundari.
Alle motivazioni (solo tre) per la detenzione preventiva [di Paolo Emilio Signorini, l’ex re del porto di Genova] se ne aggiunge una un po’ stravagante. Signorini deve rimanere al Marassi, in pratica un hospice, perché è povero. L’ex re del porto. Non ha denaro e nemmeno un posto dove stare (e i domiciliari possono essere concessi «solo se sono davvero blindati») e neppure un parente misericordioso che si prenda l’accollo di vitto e alloggio. Sta meglio al fresco. È un po’ come quando Rosy Bindi diceva che il miglior luogo di cura per Totò Riina era la galera. Per Signorini, there is no place like jail. La funzione riabilitativa della pena preventiva. Maurizio Crippa, il Foglio.

«I Wakerati hanno rovinato la statua della mia prozia Virginia Woolf» scrive Emma Woolf sul Telegraph. La grande scrittrice è accusata d’essere razzista e omofoba. La statua di Virginia Woolf in Tavistock Square, a Londra, è ora accompagnata da un codice QR che descrive le sue opinioni «inaccettabili» e «offensive». La statua è familiare a turisti e residenti di Bloomsbury ed è un pellegrinaggio per le molte migliaia di turisti americani, giapponesi ed europei. Giulio Meotti, il Foglio.
A pensar bene degli altri ci pensino gli altri. Roberto Gervaso.