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 2024  luglio 03 Mercoledì calendario

Dalle linguette a scomparsa alle buste biodegradabili le regole diventate abitudini


Il primo passo è sempre riconoscere il problema, poi la storia dimostra che ci adattiamo a tutto, soprattutto se le scelte sono a favore dell’ambiente. Quindi di noi stessi. A metà degli anni Ottanta i parchi e le strade del mondo, un po’ come accade ancora oggi col problema irrisolto dei mozziconi, erano piene di linguette strappate e gettate a terra dalle lattine di bibite. Un volume di inquinamento tale che nel 1989 portò, a partire dagli Usa, a introdurre quelle a scomparsa. Un primo cambiamento nella strada delle tante modifiche in nome della natura, come la scelta odierna di introdurre i tappi attaccati alle bottiglie.
Tornando indietro nel tempo, sessant’anni fa furono inventati i famosi anelli in plastica per la confezione da sei lattine di birra: diventarono a stretto giro così popolari da sostituire gli altri imballaggi per il trasporto. Già nel 1977 però, nel Vermont, si erano accorti dell’impatto ambientale di quegli anelli decidendo di proibire quelli non degradabili. Molte morti dopo di uccelli, tartarughe marine e cetacei – dato che questi animali sono spesso vittime di ingestione o restano impigliati – nel 1994 un regolamento federale statunitense impose che gli anelli fossero in materiali biodegradabili e, nel tempo, diverse aziende hanno detto addio al pericoloso imballaggio.
Poi ci sono stati tanti cambiamenti che hanno messo a dura prova le nostre abitudini: su tutti spicca la raccolta differenziata. Dopo il boom economico degli anni Sessanta e l’aumento dei prodotti usa e getta, la quantità di rifiuti degli italiani è diventata complessa da gestire: nel periodo che va dalle norme in materia ambientale del 1997 al Decreto Ronchi del 2006 l’Italia ha così intrapreso un lento ma costante cammino sia di conoscenza del problema, siadi educazione nella differenziazione di plastica, vetro, carta e altri rifiuti. E se prima storcevano il naso all’idea di non poter buttare tutto in unico sacchetto, ora, almeno nel campo della differenziata, l’Italia è campione d’Europa: prima per tasso di raccolta ed economia circolare. Tanto che non è stato poi così complesso, per esempio, gestire un’altra recente modifica voluta dall’Ue: i cotton fioc non biodegradabili vietati al commercio a inizio 2019, una mossa che ha spinto sempre più italiani a far attenzione negli acquisti e a gettare quelli biodegradabili e compostabili nell’organico, smettendo con la cattiva abitudine di buttarli nel wc.
Su molti altri cambiamenti legati alla direttiva Sup (Single use plasti c),come l’addio a determinate confezioni monouso, oppure alla sostituzione di piatti, posate e cannucce, ci stiamo gradualmente adattando, anche se l’Italia ha ricevuto una tirata d’orecchie da parte di Bruxelles: a fine maggio è arrivata una lettera che annunciava la procedura di infrazione per non aver recepito «pienamente e correttamente» la direttiva sulla plastica monouso.
Nel 2011 infuriavano le polemicheper l’addio ai sacchetti di plastica nei supermercati italiani, una scelta all’avanguardia in Europa. Polemiche che sono proseguite anche quando, a inizio 2018, è scattato l’obbligo di usare solo sacchetti biodegradabili e compostabili, da far pagare ai clienti: per un po’ è stato «apriti cielo», mentre oggi è comune fra le famiglie andare a fare la spesa con uno shopper portato da casa. Comune, soprattutto fra i giovani, è di routine portarsi dietro una borraccia per evitare il consumo di plastica: in generale, è proprio la generazione Z a guidare i cambiamenti nelle abitudini, anche in famiglia. Trascinato dai giovani, secondo un sondaggio Nomisma, il 40% degli italiani quest’anno punta a incrementare l’acquisto di alimenti e bevande confezionati in modo sostenibile. Un segnale che adattarsi alle nuove chiusure delle bottiglie non sarà poi così difficile. Il tappo resterà attaccato, mentre la speranza è che la cattiva abitudine di disperdere le bottiglie nell’ambiente – nell’Italia ai vertici del consumo di acque minerali – scivoli via al più presto.
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