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 2024  giugno 07 Venerdì calendario

Biografia di Sonia Braga (Sônia Maria Campos B.)

Sonia Braga (Sônia Maria Campos B.), nata a Maringá (Stato del Paraná, Brasile) l’8 giugno 1950 (74 anni). Attrice. Bomba sexy latina, anni prima di Salma Hayek e Penelope Cruz. «La regina delle telenovelas». «Modello di sensualità originale e mai volgare, unita a grandi doti recitative». «Uno degli animali televisivi più feroci del mondo» • Debuttò giovanissima in un programma televisivo per bambini, ottenne poi grandissima popolarità come protagonista delle telenovelas • «Irruppe sulle scene italiane nel 1982, svelando al grande pubblico della tv non solo il talento di una brava attrice, ma anche un intero mondo […]. La serie in questione si chiamava Dancin’Days, e veniva trasmessa da Retequattro all’ora di pranzo. Un enorme successo, superiore in molti casi a quello delle soap americane» (Rep). Seppe dimostrare di avere tra le sue doti, oltre alla bellezza, anche una certa versatilità, tanto da arrivare a lavorare anche per il cinema americano. Fu la volitiva Flor in Dona Flor e i suoi due mariti (Bruno Barreto, 1976), la romantica Gabriella in Gabriella, garofano e cannella (Bruno Barreto, 1983), la sensuale Marta in Il bacio della donna ragno (Héctor Babenco, 1985). Ha recitato, tra le altre cose, in: Milagro (Robert Redfdord, 1988), La recluta (Clint Eastwood, 1990). Di recente, anche in Aquarius (Kleber Mendonça Filho, 2016) e Wonder (Stephen Chbosky, 2017). È apparsa in parecchie serie americane, nella più famosa delle quali interpretava una pittrice lesbica di cui si innamora Samantha in Sex and the City (2001) • Prima brasiliana a essere candidata a un premio Bafta e a un premio Emmy. Prima brasiliana, nel 1987, a salire sul palco degli Oscar come presentatrice • Tumultuosa vita sentimentale. Perse la verginità a 17 anni, ha avuto due mariti e una serie di fidanzati, tra cui l’attore Robert Redford • Steve McCurry l’ha definita: «La modella più interessante che abbia fotografato» • Il cantautore brasiliano Caetano Veloso, che con lei ebbe una storia d’amore, nel 1977 le dedicò una canzone intitolata Tigresa: «Una tigre con le unghie nere e l’iride color del miele, una donna, una bellezza, che incontrai strofinando la pelle d’oro marrone del suo corpo contro il mio. Mi disse che il male è buono e il bene, crudele» • Il calciatore Antonio Cabrini, detto il Bell’Antonio, racconta che la conobbe durante una cena a New York: «A tavola non mi degnò di uno sguardo, ma una volta rientrati in albergo mi telefonò in stanza per chiedermi di raggiungerla» • Naturalizzata americana, dal 1990 vive a New York City, anche se ha voluto tenere un appartamento a Rio de Janeiro e una casa sulla spiaggia a Niteroi, non distante dalla metropoli • Ha il vezzo di definirsi brutta • Oggi parla malvolentieri di cinema. Ai giornalisti che vogliono intervistarla, risponde: «Di che cosa vuole parlare con un’anziana signora come me? Di menopausa? La mia è così lontana che non me la ricordo più!».
Titoli di testa «Ero con la squadra a New York, primi anni alla Juve, la vidi a una cena di gala. Era bellissima, ma a tavola quasi non parlammo. Rientrato in hotel, dove dividevo la camera con Prandelli, all’una di notte, squilla il telefono e lui risponde mezzo addormentato. Era Sonia, per me. Io, da pischello, non potevo immaginare che volesse. E lei: “Ho voglia di vederti, vorrei venire da te”. Lui non voleva saperne di lasciarmi la stanza. Per fortuna, Tardelli dormiva da solo e accettò di prestarmi la camera e andare da Cesare. Davvero non mi capacitavo che avesse scelto me. Continuavo a chiedermi: perché io?» (Antonio Cabrini, detto il Bell’Antonio, calciatore).
Vita «Il padre era cresciuto in una grande città, aveva studiato e lavorava nella compravendita di terreni agricoli. La madre, cresciuta in campagna, faceva la casalinga. Sonia aveva solamente nove anni quando papà morì lasciando la moglie a occuparsi di sette figli. “Per mantenerci fu costretta a vendere casa e usare le tende di velluto per farci vestiti. La scomparsa di papà fu come se da un giorno all’altro l’acqua ci fosse venuta a mancare”. Da un istante all’altro l’esistenza agiata della famiglia Braga divenne un’esistenza precaria. “Non do mai niente per scontato. Quando mi faccio una doccia ringrazio Dio di avere una doccia. Ci sono bambini che non hanno neppure quella”» (Antonio Visconti) • Sonia smette di andare a scuola all’età di 13 anni. Mentre i suoi fratelli lavorano, lei e la sorella Maria badano alle faccende domestiche. «Mia madre era una sarta, io sono cresciuta tra aghi e fili. Ero l’addetta agli orli. Sa come si fa l’orlo a un vestitodi seta? Deve prendere il bordo, arrotolarlo un po’, estrarre delicatamente qualche filo…» (Speroni) • Quando è ancora piccola il regista Vincente Sesso la chiama a interpretare una principessa in un programma per bambini, e forse qualcosa di quel mondo le resta dentro • Da ragazza, stufa del lavoro come segretaria, tenta un provino come modella. Non la prendono, ma si accorgono di lei ed è il suo grande colpo di fortuna. Il cantante Ronnie Von la invita a lavoare al suo programma televisivo, con l’incarico di leggere le lettere dei fan del cantante. Il regista José Rubens Siqueira la dirige nel suo primo cortometraggio: Attenzione, pericolo! • «La prima volta che mi sono spogliata avevo 18 anni. Ero nel cast dell’edizione brasiliana di Hair. Mio nonno veniva tutte le sere ad applaudirmi» • Da lì, entra nel giro delle telenovelas. Comincia a farsi un nome tra il pubblico e tra gli addetti ai lavori. Nel 1974, quando a TV Globo pensano all’attrice ideale per interpretare Gabriella, protagonista del romanzo di Jorge Amado, decidono di puntare su di lei. «Sonia aveva 24 anni quando fu chiamata da San Paolo a Rio De Janeiro per interpretarla, ed era piena di dubbi. Recitava in teatro e cinema già a vent’anni, ed era apparsa completamente nuda nella prima produzione brasiliana del musical Hair. Non che fosse una sprovveduta, dunque, e neppure una che doveva “pietire” il lavoro, eppure prima di trasformarsi in Gabriela, passò tre mesi da sola, su una barca a vela, per meditare sulla sua vita. ’Fino a quel momento mi ero sempre considerata brutta, magra e con i denti sporgenti. Con Gabriela, che andò avanti sei mesi, mi accorsi che volevo e potevo essere bella e sexy» (Ennio Donaggio) • «La soap-opera è uno sceneggiato che va avanti a tempo inderteminato (solo il calo dell’indice d’ascolto, può deciderne la fine) per la gioia di telespettatori adulti, sognatori con poche speranze, capace al tempo stesso di soddisfare la brama di sarcasmo e di ironia di quegli utenti che gioiscono dell’umorismo involontario generato anche da situazioni drammatiche (strappacare, si dice per la sceneggiata napoletana). Allora tutto deve essere a forti tinte. Logico che il locale malfamato si chiami “Bataclan” — perché i nomi sono importanti — e che dentro si incontrino uomini con baffetti che fanno largo uso di brillantina, hanno al collo grandi papaillons rossi, all’occhiello un garofano rosa e, pronunciando “Gabriela” come se stessero mordendo un sugoso frutto tropicale, dicono cose di questo tipo: “Non sei mai stata tanto bella come oggi! Preferisci ballare un po’, o conversare?”. In questo Brasile barocco e rococò, che pure si ispira al grande scrittore Jorge Amado, ci sono guerci col panama che annichiliscono con un solo lampo della pupilla solitaria, vecchi dai capelli bianchi come la loro nera nequizia, colonnelli con i baffoni sempre vestiti di candido lino, eppure unti anche nelle minime attenzioni galanti tant’è che Gabriela corre da una maitresse (cui hanno sgargiantemente ricamato addosso un vestito, disegnato le sopracciglia, colorato di viola le labbra) esclamando: “Se quell’uomo odioso osa ancora sfiorarmi la mano, giuro che gli faccio assaggiare le mie unghie che lo segeranno fino alla fine dei suoi giorni”. Finale di puntata con Gabriela che si rifugia sul letto della maitresse che ha le lenzuola e i cuscini di seta verde come il suo vestito…» (Donaggio) • TV Globo, con Gabriela, raggiunge il 70% dell’audience. Il genere della telenovela, e Sonia, ottengono la loro consagrazione. «Sonia Braga piace. Lo dicono le cifre degli incassi. Sarà per quel suo viso irregolare e misterioso insieme, o per quel corpo guizzante e sensuale, ostentato con musicale malizia, o ancora per quella matassa dì capelli corvini roteata ad arte: fatto sta che nel giro di pochi anni l’eroina delle telenovelas brasiliane è diventuta una star sexy che mette d’accordo tutti, casalinghe o giovanotti, nonnetti e cinefili. Di sicuro non sarebbe piaciuta al vecchio Hitchcock (il quale, come è noto, detestava le donne che il sesso se lo portavano scritto in faccia); ma va benissimo per questi anni Ottanta, edonisti e un po’ fessacchiotti, spasmodicamente lanciati alla ricerca del brivido libertino, magari in salsa tropicale» (Michele Anselmi).
Amore «Essere innamorati è fantastico: ho avuto quattro grandi amori nella mia vita, ma non mi sono mai sposata. Eppure sono una donna molto dolce e fedele. Forse il problema è che gli uomini hanno paura di me: sarei una moglie troppo perfetta».
Sesso «Amare è bello, e il sesso con la persona che ami è in assoluto la cosa più bella del mondo. Parlare, toccare, sentire il calore, l’intimità. A volte, quando vivevo a Rio andavo a sedermi su una grande scalinata in centro e guardavo la gente passare, e mi domandavo chi di loro avesse fatto l’amore la sera prima: lo si può indovinare dall’espressione, dallo sguardo, dalla luce degli occhi».
Figli Nell’agosto 2016 ha raccontato all’edizione brasiliana di Elle che non ha mai voluto figli per non dover rinunciare alla propria carriera. Ha abortito quattro volte, la prima a diciassette anni, dopo il suo primo rapporto. L’operazione le causò una forte emorragia, poi un’infezione all’utero che per poco non la uccise.
Politica Non è iscritta a nessun partito e a nessun movimento, ma ha difeso pubblicamente Dilma Roussef quando fu messa in stato d’accusa.
Religione Ammira papa Francesco e Madre Teresa di Calcutta. «Ammiro i valori di semplicità francescana, sono valori che mi sento di abbracciare anche senza necessariamente essere religiosa».
Vizi La volta che lei e Marcello Mastroianni lavorarono assieme alle riprese di Gabriella, a Paratì, paesino alle porte di Rio. A Marcello piaceva molto bere e anche a me, anche se ora ho smesso. Ricordo che dopo un giorno di lavorazione restammo nella cucina dell’albergo fino alle 5 della mattina, sedevamo con una bottiglia di whisky».
Curiosità Alta 1 metro e 60 • Pesa 47 chili • Molto ecologista • Quando va in albergo, fa togliere tutti i mobili. Al posto del letto, delle tavole sul pavimento, alla giapponese • «Tra comprare una casa o un quadro di Matisse o Mirò, non avrei dubbi. Le case tengono prigionieri» • Ama la solitudine • Ama starsene per conto proprio nella sua casa sulla spiaggia in Brasile. «Un posto d’incanto dove non c’è nessuno e nessuno può arrivare all’improvviso e, se sei sola, puoi stare davvero libera senza niente addosso» • Era a New York l’11 settembre 2001. Si svegliò quando il primo aereo colpì la prima torre. Fece in tempo a vedere il secondo aereo e il crollo della seconda • Per girare Tieta do Brasil (Cacá Diegues, 1996) arrivò a perdere dieci chili • Sta attenta alla dieta? «Cerco di star bene. Che per me significa anche poter girare sul set in pigiama e pantofole a chiedere se c’è bisogno di una mano. O infagottarmi e coprirmi quando fa freddo: a New York d’inverno mi scambiano per il tizio delle consegne…» (Speroni) • Dice che la più grande differenza tra uomini e donne nel mondo del cinema la si coglie quando si chiede loro di sfilare sul red carpet. «Risposta di un uomo: va bene, dammi cinque minuti. Risposta di una donna: dammi tre mesi» • Ha qualche consiglio per le donne? «Mah, sarebbero come i tanti che diede a me Jorge Amado: tutti sbagliati… Meglio fare ciò che sentiamo giusto per noi» (Speroni) • La nipote Alice Braga è diventata famosa recitando su Netflix • Più che combattente, si definisce una resistente. «Capisce la differenza? È l’atteggiamento della lotta orientale. Non attaccare mai, e se qualcuno lo fa, usa la sua forza per batterlo. Non siamo passive. Si spendono molte energie per sopravvivere, ma la tensione che ne deriva te ne dà anche. Io sono gentile, per strada aiuto a portare giù per le scale i passeggini nella metro, mi fermo a parlare con gli homeless; ma non ditemi che cosa posso o non posso fare, non spezzatemi il cuore».
Titoli di coda «E comunque, non sarò stato un santo, però ero rigoroso: se c’era una partita da giocare e dovevo stare concentrato poteva bussare anche miss mondo». Però qualche miss mondo è entrata. «Qualcuna sì, vere bellezze, notevoli... Ma io non mi ricordo certo tutto». Sonia Braga se la ricorda? «Eh... ormai è diventata una storia da leggenda. Forse l’ho sognata». Pare di no. «Non ci siamo frequentati, solo, diciamo, incontrati» (Antonio Cabrini, detto il Bell’Antonio, calciatore, a Giulia Zonca, Stampa).